FERMARE I SATRAPI

IL RECUPERO DEI PAESI PRESEPE: IL DIBATTITO CULTURALE SUCCESSIVO AL SISMA


IL RECUPERO DEI PAESI PRESEPE: IL DIBATTITO CULTURALE SUCCESSIVO AL SISMASIN DAI GIORNI SUCCESSIVI AL 23 NOVEMBRE PRESE PIEDE UN VIVACE DIBATTITO CHE EBBE COME TEMA LATUTELA DEL PATRIMONIO DANNEGGIATO DAL SISMA, SIA RIGUARDO I BENI CULTURALI VINCOLATI CHE I CENTRI STORICINELLA LORO TOTALITÀ; LA DISCUSSIONE VIDE PROTAGONISTI, SU QUOTIDIANI DELL’EPOCA COME “IL MATTINO”, “ILCORRIERE DELLA SERA” E “LAREPUBBLICA”, ESPERTI ED INTELLETTUALI CHE SI ESPRESSERO A RIGUARDO, MAANCHE LE POPOLAZIONI STESSE E GLI AMMINISTRATORI LOCALI.IL FORTE INTERESSAMENTO DERIVÒ, CERTAMENTE E IN PRIMO LUOGO, DALL’ENORME PREZZO CHE, IN TERMINI DIVITE UMANE, IL TERRITORIO DOVETTE PAGARE, MA ANCHE DALLA SENSIBILITÀ, ORMAI DIFFUSA, RELATIVA ALLA TUTELADI CENTRI STORICI, INSIEMI DI VALORI DIVERSI CHE FOSSERO STORICI, APPUNTO, ARCHITETTONICI E AMBIENTALI.LA VASTA AREA COLPITA ERA CARATTERIZZATA DA CENTRI DI FONDAZIONE ALMENO LONGOBARDA, MOLTISSIMI DEIQUALI QUASI TOTALMENTE DISTRUTTI E PER I QUALI EMERSE, FIN DALL’INIZIO, LA PREOCCUPAZIONE PER LA PERDITADELLE IMPORTANTI TESTIMONIANZE ARTISTICHE, STORICHE E ARCHITETTONICHE, MESSE IN PERICOLO NON SOLO DALLAPRECARIETÀ IN CUI VENNERO A TROVARSI SUBITO DOPO IL SISMA MA ANCHE DAL LAVORO DELLE RUSPE, RESOSINECESSARIO PRIMA PER LA RICERCA DEI SUPERSTITI E DEI CADAVERI, POI PER NECESSITÀ DI ELIMINARE IL PERICOLODI NUOVI CROLLI, DOVUTI ALLA FATISCENZA DEGLI EDIFICI. IN MOLTI CASI TALI RIMOZIONI PROVOCARONO LAPERDITA DI ELEMENTI DI GRANDE VALORE, COME IL PREZIOSISSIMO PORTALE DI DOMENICO ANTONIO VACCARO,UN TEMPO APPARTENENTE AL COMPLESSO DEL GOLETO, TRAFERITO IN UN SECONDO MOMENTO, A CAUSA DIRESTAURI ALL’ABBAZIA, NELLA CHIESA DI SAN ROCCO A SANT’ANGELO DEI LOMBARDI, ANDATA DISTRUTTA DALSISMA E IN SEGUITO SPAZZATA VIA DALLE RUSPE362.SU QUESTO ARGOMENTO, LO STESSO CESARE DE SETA SI ESPRESSE IN UN ARTICOLO DEL 12 DICEMBRE 1980,FACENDO APPELLO ALLO STATO E ALLE AMMINISTRAZIONI LOCALI AFFINCHÉ CESSASSE L’USO INDISCRIMINATO DELLEDEMOLIZIONI, REDDITIZIO, SECONDO IL DE SETA, NON SOLO PER GLI STESSI “IMPRENDITORI DELLE MACERIE”, CHEAGGIUDICANDOSI GLI APPALTI, NELLA TRAGEDIA GUADAGNARONO LA PROPRIA FORTUNA, MA ANCHE PER GLI STESSIPROPRIETARI, I QUALI AVREBBERO POTUTO RECUPERARE UNA “RENDITA FONDIARIA CHE IL MIRAGGIO DELLARICOSTRUZIONE FA RISPLENDERE”363.NEI PRIMI GIORNI SEGUITI AL SISMA LA PREOCCUPAZIONE FU, QUINDI, QUELLA DI SALVARE CIÒ CHE SI POTEVADALLA ULTERIORE DISTRUZIONE MESSA IN CAMPO DALLE DEMOLIZIONI COGENTI DI MOLTI EDIFICI PERICOLANTI. SIMOSSE IN TAL SENSO LA SOPRINTENDENZA CON GRUPPI DI VOLONTARI CHE GIUNSERO NELLE ZONE TERREMOTARE PERSCAVARE E SALVARE OGNI TIPO DI BENE, DA TELE E STATUE ALL’INTERNO DI CHIESE DANNEGGIATE FINO AI PORTALIDELLE STESSE CHIESE E DI PALAZZI GIÀ RAGGIUNTI DALLA SENTENZA DI DEMOLIZIONE. L’ATTENZIONE FU GRANDE, TANTO CHE IN POCO TEMPO FURONO ESEGUITI NUMEROSI RILIEVI DI EDIFICI VINCOLATI364, SALVATI PEZZI D’ARTE,ALLESTITE MOSTRE, APERTI NUOVI MUSEI E CREATI LABORATORI PER IL RESTAURO COME QUELLO DEL GOLETO365 EQUELLO DEL COMPLESSO DI SAN FRANCESCO A FOLLONI NEL COMUNE DI MONTELLA CHE, ANCORA OGGI, SVOLGE LASUA FUNZIONE SIA DI RESTAURO DI OPERE D’ARTE CHE DI FORMAZIONE DI ESPERTI IN MATERIA.NELLO STESSO TEMPO, EBBERO INIZIO IL DIBATTITO SULLA RICOSTRUZIONE E, VARATE LE PRIME ORDINANZE, LA FORTECRITICA DA PARTE DI INTELLETTUALI ED ESPERTI.ACCESA FU LA POLEMICA DEL DIRETTORE DELLA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN RESTAURO DEI MONUMENTIDELL’UNIVERSITÀ DI NAPOLI, ROBERTO DI STEFANO366, CONTRO L’ORDINANZA N.80/81 DEL COMMISSARIOSTRAORDINARIO DI GOVERNO, ZAMBERLETTI. TALE ORDINANZA, EMANATA IL 6 GENNAIO, IN MERITO ALLEDEMOLIZIONI, PRESCRIVEVA, A SEGUITO DI UNA SEMPLICE DICHIARAZIONE DI PERICOLO E QUINDI UNA RICHIESTADI DEMOLIZIONE, TRE SOLI GIORNI ENTRO I QUALI LE SOPRINTENDENZE AVREBBERO POTUTO NEGARE IL NULLA OSTA APROCEDERE, POTENDO DICHIARARSI SOLO ED ESCLUSIVAMENTE NEI RIGUARDI DI EDIFICI VINCOLATI DALLE LEGGI DITUTELA DEL 1939, CONSENTENDO AL RICHIEDENTE DI PROCEDERE ALLA DEMOLIZIONE DEL FABBRICATO, IN CASO DISILENZIO-ASSENSO DA PARTE DELLA SOPRINTENDENZA. IL DI STEFANO GIUDICÒ “INADEGUATI E INSUFFICIENTI IPROVVEDIMENTI CONTENUTI NELL’ULTIMA ORDINANZA”367.ALLA CRITICA DEL DIRETTORE DELLA SCUOLA DI RESTAURO SEGUÌ UN APPELLO DEL SOPRINTENDENTE AI BENIARCHITETTONICI, ALDO GRILLO, IL QUALE IN UNA MISSIVA INDIRIZZATA AL COMMISSARIO STRAORDINARIO DIGOVERNO CHIESE “CHE VENGANO MODIFICATE LE NORME DELL’ORDINANZA N.80 DEL 6.1.81 SULLE DEMOLIZIONI,PER IL PERICOLO CHE IN CASI DI IMPOSSIBILITÀ A RISPONDERE AL RICHIESTO NULLA OSTA, SI PERDANOIRRIMEDIABILMENTE VALIDE TESTIMONIANZE DEL NOSTRO PATRIMONIO DI BENI CULTURALI. TRE GIORNI NELLASTAGIONE INVERNALE POSSONO ESSERE POCHI CON MIGLIAIA E MIGLIAIA DI RICHIESTE, CON LE STRADE BLOCCATEDALLA NEVE E SOLO TRE AUTO A DISPOSIZIONE. SI RITIENE CHE PIÙ DI UN PRETESO PSEUDO-EFFICIENTISMO VALGA LA SENSIBILITÀ PER I VALORI DELLA CULTURA E PERTANTO SI CHIEDE DI PROTRARRE IMMEDIATAMENTE IL TERMINE DITRE GIORNI A DIECI GIORNI”368.IL PERICOLO DELLA PERDITA DI IMPORTANTI TESTIMONIANZE ERA EVIDENTE: ERANO ECCESSIVAMENTE STRETTI ITEMPI DATI ALLE SOPRINTENDENZE PER RISPONDERE ALLE RICHIESTE DI DEMOLIZIONE, ANCHE PERCHÉ, GLI STESSITECNICI, CONTEMPORANEAMENTE, ANCORA PROCEDEVANO AI RILIEVI E ALL’ACCERTAMENTO DEI DANNI.IL DI STEFANO RILEVA POI UN ALTRO ASPETTO, FRUTTO DELLA RIFLESSIONE SULLE PRESCRIZIONI DELL’ORDINANZA: ILVETO ALLA DEMOLIZIONE, CHE LA SOPRINTENDENZA POTEVA ESPRIMERE, RIGUARDAVA UNICAMENTE GLI EDIFICIVINCOLATI, MENTRE RIMANEVA COMPLETAMENTE ALLA MERCÉ DI AMMINISTRATORI O PROPRIETARI POCO AVVEDUTITUTTO IL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E URBANISTICO NON PROTETTO, PER IL QUALE SI AUTORIZZAVA LEGALMENTE LADISTRUZIONE, DIMENTICANDO CHE I “BENI CULTURALI NON SONO CONCETTI ASTRATTI, NÉ PRIVILEGI INTELLETTUALI,MA REALTÀ CONCRETE FATTE ANCHE DI PIETRE”369.INIZIA COSÌ UNA RIFLESSIONE CHE SI PROTRARRÀ PER LUNGO TEMPO E IN LUOGHI DIVERSI SULL’OPPORTUNITÀ DISALVAGUARDARE QUEL PATRIMONIO DI TESTIMONIANZE CULTURALI CHE SONO I CENTRI STORICI CON I LORO EDIFICI,SENZA DUBBIO PIÙ ESPOSTI ALL’INCURIA E ALLE SPECULAZIONI.IL RECUPERO DELL’ANTICO ABITATO FU OGGETTO DI TUTTI I DIBATTITI E I CONVEGNI CHE SI TENNERO SUBITO DOPO ILTERREMOTO, IN QUELL’ARCO DI TEMPO CHE ANDÒ DAL 23 NOVEMBRE 1980 ALL’EMANAZIONE DELLA LEGGE PER LARICOSTRUZIONE, NEL MAGGIO ’81. ALCUNI DEI CONVEGNI E DEI DIBATTITI, AL FINE DI DARE SPUNTI TECNICI ECULTURALI AI LEGISLATORI IMPEGNATI NELLA SCRITTURA DELLA LEGGE DI RICOSTRUZIONE370, SI CONCENTRARONO SULLAPOSSIBILITÀ DI RICOSTRUIRE I PAESI-PRESEPE UNITAMENTE ALL’UTILITÀ CHE QUESTA RICOSTRUZIONE AVREBBE AVUTONELL’AZIONE DI AVVIAMENTO O RI-AVVIAMENTO DI UNO SVILUPPO ECONOMICO DELLE ZONE TERREMOTATE.DIVERSI FURONO GLI INTERVENTI CHE EBBERO COME TEMA L’ABBANDONO DEI CENTRI ABITATI, RILEVANDO COME ILTERREMOTO NON AVESSE SOLO COLPITO FISICAMENTE UN TERRITORIO, MA AVESSE SCOPERTO LA CRISI DEL “SISTEMADEI PRESEPI”, DI PICCOLI PAESI, UN TEMPO COSTRUITI SULLE ALTURE PER LA NECESSITÀ DI DIFENDERSI DA MALARIAE BRIGANTAGGIO MA CHE ADESSO, AVENDO PERDUTO LA LORO FUNZIONE “DIFENSIVA”, AVEVANO NECESSITÀ DIRICOSTRUIRSI IN SENSO “MODERNO” PER DARE OPPORTUNITÀ DI VITA MIGLIORE ALLE COMUNITÀ CHE LÌVIVEVANO371.MOLTI DEI PAESI, UBICATI SU ALTURE, AVEVANO GIÀ INIZIATO LA LORO “DISCESA A VALLE” NEGLI ANNI PRECEDENTIIL SISMA, DOVUTA ALLA NECESSITÀ DI UN AVVICINAMENTO ALLE INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO. PER QUESTI MOTIVILO SPOSTAMENTO A VALLE DELL’INTERO PAESE NON VENIVA VISTO SEMPRE COME UNO SRADICAMENTO MA PIUTTOSTO COME UN’ACCONDISCENDENZA AL NATURALE SVILUPPO DI UNA COMUNITÀ372. QUESTO ERA CIÒ CHEACCADEVA A CONZA DELLA CAMPANIA, NELL’EPICENTRO DEL SISMA, NEGLI ANNI PRECEDENTI L’’80, MA IN MOLTIALTRI PAESI, ALL’INTERNO DEI RISPETTIVI CENTRI STORICI, NELLO STESSO PERIODO, SI ANDAVANO AVVIANDO ATTIVITÀNUOVE E FECONDE CHE MERITAVANO D’ESSERE RECUPERATE373.NON FU QUINDI DI FACILE RISOLUZIONE IL QUESITO RIGUARDANTE LA RICOSTRUZIONE IN SITO O IL TRASFERIMENTO AVALLE DEI PAESI TERREMOTATI, CHE FU POI IL TEMA CENTRALE DELLA “MEMORIA” DEGLI STUDIOSI DEL CENTRO DIPORTICI, DEDICATA AI PROBLEMI DELL’AREA PIÙ DISASTRATA, DIRETTI DAL PROFESSOR ROSSI DORIA.NEL CONVEGNO, TENUTOSI A SEGUITO DELLA STESURA DI UN DOCUMENTO DI IDEE, REDATTO PROPRIO SOTTO LAGUIDA DI MANLIO ROSSI DORIA, SI SOTTOLINEÒ QUANTO INDISPENSABILE FOSSE PENSARE ALLA RICOSTRUZIONEACCOMPAGNATA DA UN PROGRAMMA DI SVILUPPO CHE POTESSE SOTTRARRE QUESTE ZONE ALLA LORO SECOLAREARRETRATEZZA374. VALUTANDO LA NECESSITÀ CHE LA LEGGE TENESSE SEPARATE, SIA IN TERMINI DI RISARCIMENTOECONOMICO CHE IN TERMINI DI INTERVENTO PROGETTUALE, LE ZONE DELL’EPICENTRO DA QUELLE DELLA FASCIAINTERMEDIA E DELL’AREA METROPOLITANA, SI SOTTOLINEÒ COME NEL “CRATERE” DEL SISMA FOSSE NECESSARIO UNOSTUDIO APPROFONDITO DELLO STATO DI FATTO, CHE RIVELAVA COMUNITÀ CERTAMENTE ARRETRATE MA NELLE QUALI SIERA GIÀ INNESCATA DA QUALCHE ANNO LA SCINTILLA DI UNO SVILUPPO IN CAMPO AGRICOLO E DI PICCOLAINDUSTRIA DOVUTO ALLE RIMESSE DEGLI EMIGRATI CHE AVEVANO ABBANDONATO LE PROPRIE TERRE NEGLI ANNI‘50-‘60 MA CHE AVEVANO MANTENUTO CON LA TERRA D’ORIGINE UN FORTE E VITALE LEGAME, ANCHEECONOMICO375. ERA NECESSARIO, QUINDI, ASSECONDARE QUESTO TIPO DI SVILUPPO, CHIARAMENTE ATTRAVERSOPROGETTI RAZIONALI E STRUTTURATI OLTRE CHE PIÙ IMPONENTI DAL PUNTO DI VISTO ECONOMICO. IN QUESTOQUADRO GLI STUDIOSI NON RAVVISARONO LA NECESSITÀ DI RICOSTRUIRE I PAESI IN ALTRO SITO, MA PIUTTOSTOL’OPPORTUNITÀ DI PROGETTI CHE EVITASSERO ALLE POPOLAZIONI DI SPEZZARE IL LEGAME CON LA PROPRIASTORIA376, AFFERMANDO IL DIVIETO DI “METTERE PIETRA SU PIETRA SENZA AVERE AVUTO IL PREVIO BENESTAREDELLA SCIENZA CIRCA LA STABILITÀ DEL LUOGO E CIRCA LE NORME IL CUI RISPETTO ASSICURA L’AVVENIRE377”. PER“BENESTARE DELLA SCIENZA” SI INTENDEVA NON SOLO L’ANALISI DETTAGLIATA GEOFISICA E GEOLOGICA DELTERRITORIO E GLI STANDARD URBANISTICI, MA ANCHE L’ESATTA VALUTAZIONE DEI DANNI E L’INDAGINE ACCURATADELLE CONDIZIONI DEL PATRIMONIO STORICO-CULTURALE, EVITANDO TANTO DI COSTRUIRE SU TERRENI INSTABILIQUANTO DI DISTRUGGERE CIÒ CHE POTEVA ESSERE RESTAURATO378, E SOPRATTUTTO RIMETTENDO NELLE MANI DELLA POPOLAZIONE E DEGLI AMMINISTRATORI LOCALI IL POTERE DI DECIDERE DEL PROPRIO FUTURO, PUR COADIUVATI DALLO STATO E DAGLI ENTI SUPERIORI379.