FERMARE I SATRAPI

La legge 219/81: i piani di recupero e la tutela dei centri storici


DOPO LA POLVERE, ISTITUTO POLIGRAFICO E ZECCA DELLO STATO, ROMA 1994.365 IN SANT’ANGELO DEI LOMBARDI, PROPRIO PRESSO L’ABBAZIA DEL GOLETO VENNE ORGANIZZATO DA UN GRUPPO DI ESPERTI INRESTAURO, QUALI IL PROF. MASSARELLI E LA PROF.SSA BISCEGLIE DI BRESCIA, GUIDATI DAL PROF. ROMUALDO MARANDINO, STORICOLOCALE; UN VERO E PROPRIO COMPLESSO COMPRENDENTE LABORATORI DI RESTAURO, DEPOSITI E LOCALI PER IL SOGGIORNO DEGLIOPERATORI. IL LORO LAVORO SERVÌ PER STRAPPARE ALLE DEMOLIZIONI NUMEROSI REPERTI E PEZZI D’ARTE CHE VENNERO RILEVATI,CATALOGATI ED INFINE RESTAURATI.366 L’8 GENNAIO 1981 SU COSTITUITO UN COMITATO TECNICO, DEL QUALE FURONO CHIAMATI A FAR PARTE 15 “LUMINARI”, AI QUALIAFFIDARE IL COMPITO DI DISEGNARE L’ASSETTO TERRITORIALE DELLA CAMPANIA, ALL’INDOMANI DEL TERREMOTO, E DI INDIVIDUARE LELINEE DI SVILUPPO ECONOMICO. LA GIUNTA REGIONALE CHIAMÒ A FARNE PARTE MARCELLO VITTORINI E EIRENE SBRIZIOLO COMETERRITORIALISTI, CORRADO BEGUINOT E ROBERTO CRISTIANO, COME URBANISTI, GIUSEPPE LUONGO, SOME SISMOLOGO, ARRIGO CROCE,GEOLOGO, GIOVANN PALMERIO, ECONOMISTA, ALMERICO REALFONZO, COME ECONOMISTA URBANO, MANLIO ROSSI DORIA, IN QUALITÀDI ESPERTO IN ECONOMIA AGRARIA, SIMONE SCIARELLI, ESPERTO DI ECONOMIA INDUSTRIALE, GUIDO MAZZUOLO, PER I TRASPORTI,ROBERTO DI STEFANO, PER I BENI CULTURALI E IL RESTAURO, CARLO GRECO, TECNICA DELLE COSTRUZIONI, GIUSEPPE ABBAMONTE,AMMINISTRATIVISTA, M. OREFICE PER IL COMMERCIO E L’ARTIGIANATO. IL COMPITO DEL COMITATO DOVEVA ESSERE UN FORMA DIASSISTENZA E CONSULENZA PER TUTTE LE INIZIATIVE DI COMPETENZA REGIONALE AI FINI DELLO SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE E PER LARICOSTRUZIONE DELLE AREE TERREMOTATE. UN CENTRO-MOTORE DELLE ATTIVITÀ DI PIANIFICAZIONE E DI OGNI INTERVENTO DI GROSSORESPIRO SUL TERRITORIO.367 F. SCANDONE, POCO TEMPO PER I MONUMENTI, IN «IL MATTINO», 20 GEN 1981.  LA LEGGE 219/81: I PIANI DI RECUPERO E LA TUTELA DEI CENTRI STORICI  LA LEGGE 219/81CONTEMPORANEAMENTE AI DIBATTITI SULL’EVENTUALITÀ DI RICOSTRUIRE I PAESI “DOVE ERANO E COME ERANO” ODI TRASFERIRE A VALLE LE COMUNITÀ NELL’OTTICA DELLE “NEW TOWNS”, ATTUATE DI RECENTE NELLA“RICOSTRUZIONE” DELLA CITTÀ DELL’AQUILA DOPO IL SISMA DEL 2009, DIVERSI FURONO I DISEGNI DI LEGGEPREDISPOSTI DAI LEGISLATORI SULLA RICOSTRUZIONE DELLE ZONE TERREMOTATE. GIÀ NEL GENNAIO DEL 1981, APOCO PIÙ DI UN MESE DAL SISMA, INIZIAVA LA STESURA DI UNA LEGGE CHE NELLA CONVINZIONE DI LEGISLATORI EPOLITICI AVREBBE DOVUTO NON SOLO RICOSTRUIRE FISICAMENTE TRE REGIONI DEL MERIDIONE MA INNESCARE UNMECCANISMO DI SVILUPPO CHE AVREBBE, FINALMENTE, TRATTO IL SUD DAL DEGRADO IN CUI VERSAVA. UNTERREMOTO CHE, PUR ESSENDO STATO UNA TRAGEDIA, AVREBBE POTUTO RAPPRESENTARE UN MOMENTO DI RIVALSA EDI CRESCITA PER IL MERIDIONE.DAI DIBATTITI E DAI CONVEGNI EMERSERO ISTANZE PER LE QUALI SI CHIESE AI LEGISLATORI RISPOSTA E, INPARTICOLAR MODO, UNA LEGGE:- CHE METTESSE ASSIEME RICOSTRUZIONE E SVILUPPO;- CHE RISOLVESSE IL DEGRADO DELL’ENTROTERRA;- CHE PUR PROPONENDO UN PROGRAMMA DI SVILUPPO PER TUTTO IL TERRITORIO COLPITO DAL SISMARIUSCISSE AD AVERE PROGETTI DIVERSI PER OGNI FASCIA, DISTINTA SIA PER DANNO SUBITO CHE PERCARATTERISTICHE INTRINSECHE DELL’AREA, DOVENDO RIVELARSI, QUESTO, SIA NELLA QUALITÀ DEL PROGETTOCHE NELLA QUANTITÀ DI RISORSE STANZIATE;- CHE PERMETTESSE DI POTER TUTELARE E RECUPERARE, OVE FOSSE POSSIBILE, IL PATRIMONIO STORICO,ARCHITETTONICO E AMBIENTALE;- CHE DESSE AUTONOMIA ALLE AMMINISTRAZIONI LOCALI, CON UN SOBRIO CONTROLLO REGIONALE E/OSTATALE CHE NON PRETENDESSE DI CALARE DALL’ALTO LE SCELTE;- CHE AVESSE UN APPARATO BUROCRATICO SNELLO, IN MODO DA VELOCIZZARE LA RICOSTRUZIONE SIA FISICACHE ECONOMICA.IL TESTO GOVERNATIVO, LA CUI SCRITTURA INIZIÒ GIÀ NEL GENNAIO DEL 1981, FU UNA PROPOSTA APERTA ALCONTRIBUTO DI TUTTE LE FORZA POLITICHE; LUNGAMENTE DISCUSSO, EBBE DIVERSE STESURE E FU APPROVATO SOLONEL MAGGIO DEL 1981, DOPO TRE MESI DALLA PRESENTAZIONE AL SENATO381.LA LEGGE N.219, DEL 14 MAGGIO 1981, IN PRIMO LUOGO, CONVERTIVA IL DECRETO DEL 19 MARZO 1981 E POI,CON OTTO TITOLI DI 84 ARTICOLI, DEFINIVA LE MODALITÀ CON CUI SI SAREBBE AVVIATA LA RICOSTRUZIONE ECONOMICA E FISICA DELLE ZONE COLPITE DAL TERREMOTO. UNA LEGGE NON PERFETTA, A DETTA DI TUTTE LE FORZEPOLITICHE, MA NECESSARIA, NELL’IMMEDIATO, PER AVVIARE IL PROCESSO DI RINASCITA.LE INIZIALI VALUTAZIONI DEL TESTO DI LEGGE NON FURONO DEL TUTTO NEGATIVE; VI SI RICONOSCEVANO SEGNALIPOSITIVI DI DISCONTINUITÀ DALLE LEGGI DI EMERGENZA USUALMENTE APPRONTATE IN MOMENTI SIMILI; VI FU LAVOLONTÀ, PRIMA DI TUTTO, DI ISTITUIRE UN FONDO UNICO, FINANZIARIO, ED UNA APPOSITA CONTABILITÀ PER OGNIINTERVENTO DI RICOSTRUZIONE E RIPARAZIONE: ERA COSÌ SPERABILE AVERE CONTEZZA QUASI ESATTADELL’ANDAMENTO DELLA SPESA; IN SECONDO LUOGO, DI ORGANIZZARE IN MODO “ORDINARIO” LA PIANIFICAZIONEURBANISTICA COMUNALE E REGIONALE: I PIANI URBANISTICI E I PROGRAMMI DI INTERVENTO NON FURONO PENSATICOME STRUMENTI ANOMALI, STUDIATI AD HOC PER IL MOMENTO, MA RIENTRAVANO NELL’ORDINARIETÀ DEGLIULTIMI AGGIORNAMENTI URBANISTICI PUR TENENDO PRESENTE L’EMERGENZA IN ATTO, SÌ DA EVITARE, DA UNA PARTEGLI INCONVENIENTI E LE LUNGAGGINI DELLA PIANIFICAZIONE “A CASCATA” (DAL REGIONALE, A QUELLO COMUNALE,A QUELLI ESECUTIVI), E DALL’ALTRA LA CONFUSIONE CONSEGUENTE A STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE ECCEZIONALI ECON INCERTA EFFICACIA GIURIDICA, COME I PIANI DI RICOSTRUZIONE, INSERITI DEL D.D.L. GOVERNATIVO. VI È DAAGGIUNGERE CHE LA POSSIBILITÀ DATA DALLA ORDINARIETÀ DEGLI STRUMENTI URBANISTICI CONSENTIVA, DOVENDOATTUARE I PROGRAMMI IN PROGETTAZIONI PLURIENNALI, UN PROCESSO DI PIANIFICAZIONE-ATTUAZIONE-VERIFICAGESTIONECHE DA UN LATO AVREBBE PORTATO AD UN CONTROLLO DELLA SPESA PIÙ SEMPLICE E DALL’ALTROCORREZIONI IN CORSO D’OPERA PER IL MIGLIORAMENTO DEGLI STESSI STRUMENTI SIA A LIVELLO PURAMENTEPROGETTUALE CHE ECONOMICO-FINANZIARIO382. A QUESTO SI UNISCE LA NOVITÀ PIÙ IMPORTANTE, OSSIAL’IMPOSIZIONE DI UNA PIANIFICAZIONE URBANISTICA TOTALE CHE, PARTENDO DA QUELLA PIÙ AMPIA REGIONALE,SETTORIALIZZATA RISPETTO AD AREE DIFFERENTI (DALLE AREE SUB-REGIONALE DEL “CRATERE E DALLA CONURBAZIONENAPOLETANA, FINO ALLE AREE DENSAMENTE POPOLATE DELLA COSTA SALERNITANA E A QUELLE DELLE ZONE INTERNE),GIUNGE FINO A QUELLA PIÙ IMPORTANTE, FORSE, RELATIVA AGLI AMBITI COMUNALI, LA MAGGIOR PARTE DEIQUALI,SPROVVISTI TOTALMENTE DI STRUMENTI ORGANIZZATIVI DEL TERRITORIO, RIENTRAVANO NEL GRUPPO DEICOMUNI DISASTRATI, PER I QUALI FU OBBLIGATORIA LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA. E INFINE, IL TENTATIVO DIDARE ALL’AGGREGAZIONE DEI COMUNI, ALLE COMUNITÀ MONTANE, ALLE UNITÀ SANITARIE LOCALI E AI COMUNISTESSI, IL POTERE DI GESTIRE IN AUTONOMIA E DI ORGANIZZARE SERVIZI IN MODO COMPRENSORIALE, IL CHERENDEVA LA LEGGE UN OTTIMO STRUMENTO PER FARE DA VOLANO NON SOLO AD UNA MIGLIORE ORGANIZZAZIONETERRITORIALE MA ANCHE AD UN TENTATIVO DI SVILUPPO ECONOMICO, PERSEGUENDO IL RAFFORZAMENTO DELLARESPONSABILITÀ TECNICA ED AMMINISTRATIVA DELLE REGIONI, DEI COMUNI E DELLE LORO EVENTUALI ASSOCIAZIONI383.