Creato da antonioi0 il 05/02/2009
CULTURA E GIUSTIZIA
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Messaggi del 03/06/2024
Post n°4215 pubblicato il 03 Giugno 2024 da antonioi0
IL RECUPERO DEI PAESI PRESEPE: IL DIBATTITO CULTURALE SUCCESSIVO AL SISMA ACCANTO AGLI INTERVENTI E I PARERI DI ESPERTI NEI SETTORI DELL’ECONOMIA, DELL’URBANISTICA, DEL RESTAURO, FORTE FU LA VOCE SIA DEGLI AMMINISTRATORI LOCALI SIA DELLE STESSE COMUNITÀ CIRCA LA VOLONTÀ FERMA DI VEDER RICOSTRUITO IL PROPRIO PAESE. FERVIDO FU IL DIBATTITO DEGLI INTELLETTUALI LOCALI SULLA NECESSITÀ DI RICOMPORRE LE COMUNITÀ DI PARTENZA NELL’AMBITO DEI VECCHI PERIMETRI URBANI380, MA ANCORA PIÙ TENACE FU LA VOLONTÀ DEGLI STESSI SUPERSTITI, ALL’INDOMANI DEL SISMA, DI RICOSTRUIRE IMMEDIATAMENTE IL PROPRIO CENTRO, RIFIUTANDOSI DA SUBITO DI ACCETTARE L’INVITO ALL’ESODO FATTO DAL COMMISSARIO STRAORDINARIO ATTRAVERSO UN ELENCO RESO PUBBLICO DAL SUO UFFICIO CHE RIPORTAVA 126 COMUNI DEFINITI DI “PIENA EMERGENZA”, I CUI CITTADINI AVREBBERO POTUTO CHIEDERE IMMEDIATO E DEFINITIVO TRASFERIMENTO IN ALTRA PROVINCIA O REGIONE. I COMUNI DELLA PROVINCIA DI AVELLINO RIPORTATI NELL’ELENCO ERANO 60. SE TUTTI I CITTADINI AVESSERO CHIESTO, COME NE AVEVANO DIRITTO, DI TRAFERIRSI, ADESSO AVREMMO UNA PROVINCIA DI RUDERI SPARSI. LE COMUNITÀ DI CONTRO NEGARONO ANCHE IL TEMPORANEO TRASFERIMENTO IN ALBERGHI DI ALTRA REGIONE, CHIEDENDO INVECE AI LORO AMMINISTRATORI ASSEMBLEE PUBBLICHE PER RIBADIRE
L’INTENZIONE DEL RECUPERO. |
Post n°4214 pubblicato il 03 Giugno 2024 da antonioi0
IL RECUPERO DEI PAESI PRESEPE: IL DIBATTITO CULTURALE SUCCESSIVO AL SISMA SIN DAI GIORNI SUCCESSIVI AL 23 NOVEMBRE PRESE PIEDE UN VIVACE DIBATTITO CHE EBBE COME TEMA LA TUTELA DEL PATRIMONIO DANNEGGIATO DAL SISMA, SIA RIGUARDO I BENI CULTURALI VINCOLATI CHE I CENTRI STORICI NELLA LORO TOTALITÀ; LA DISCUSSIONE VIDE PROTAGONISTI, SU QUOTIDIANI DELL’EPOCA COME “IL MATTINO”, “IL CORRIERE DELLA SERA” E “LAREPUBBLICA”, ESPERTI ED INTELLETTUALI CHE SI ESPRESSERO A RIGUARDO, MA ANCHE LE POPOLAZIONI STESSE E GLI AMMINISTRATORI LOCALI. IL FORTE INTERESSAMENTO DERIVÒ, CERTAMENTE E IN PRIMO LUOGO, DALL’ENORME PREZZO CHE, IN TERMINI DI VITE UMANE, IL TERRITORIO DOVETTE PAGARE, MA ANCHE DALLA SENSIBILITÀ, ORMAI DIFFUSA, RELATIVA ALLA TUTELA DI CENTRI STORICI, INSIEMI DI VALORI DIVERSI CHE FOSSERO STORICI, APPUNTO, ARCHITETTONICI E AMBIENTALI. LA VASTA AREA COLPITA ERA CARATTERIZZATA DA CENTRI DI FONDAZIONE ALMENO LONGOBARDA, MOLTISSIMI DEI QUALI QUASI TOTALMENTE DISTRUTTI E PER I QUALI EMERSE, FIN DALL’INIZIO, LA PREOCCUPAZIONE PER LA PERDITA DELLE IMPORTANTI TESTIMONIANZE ARTISTICHE, STORICHE E ARCHITETTONICHE, MESSE IN PERICOLO NON SOLO DALLA PRECARIETÀ IN CUI VENNERO A TROVARSI SUBITO DOPO IL SISMA MA ANCHE DAL LAVORO DELLE RUSPE, RESOSI NECESSARIO PRIMA PER LA RICERCA DEI SUPERSTITI E DEI CADAVERI, POI PER NECESSITÀ DI ELIMINARE IL PERICOLO DI NUOVI CROLLI, DOVUTI ALLA FATISCENZA DEGLI EDIFICI. IN MOLTI CASI TALI RIMOZIONI PROVOCARONO LA PERDITA DI ELEMENTI DI GRANDE VALORE, COME IL PREZIOSISSIMO PORTALE DI DOMENICO ANTONIO VACCARO, UN TEMPO APPARTENENTE AL COMPLESSO DEL GOLETO, TRAFERITO IN UN SECONDO MOMENTO, A CAUSA DI RESTAURI ALL’ABBAZIA, NELLA CHIESA DI SAN ROCCO A SANT’ANGELO DEI LOMBARDI, ANDATA DISTRUTTA DAL SISMA E IN SEGUITO SPAZZATA VIA DALLE RUSPE362. SU QUESTO ARGOMENTO, LO STESSO CESARE DE SETA SI ESPRESSE IN UN ARTICOLO DEL 12 DICEMBRE 1980, FACENDO APPELLO ALLO STATO E ALLE AMMINISTRAZIONI LOCALI AFFINCHÉ CESSASSE L’USO INDISCRIMINATO DELLE DEMOLIZIONI, REDDITIZIO, SECONDO IL DE SETA, NON SOLO PER GLI STESSI “IMPRENDITORI DELLE MACERIE”, CHE AGGIUDICANDOSI GLI APPALTI, NELLA TRAGEDIA GUADAGNARONO LA PROPRIA FORTUNA, MA ANCHE PER GLI STESSI PROPRIETARI, I QUALI AVREBBERO POTUTO RECUPERARE UNA “RENDITA FONDIARIA CHE IL MIRAGGIO DELLA RICOSTRUZIONE FA RISPLENDERE”363. NEI PRIMI GIORNI SEGUITI AL SISMA LA PREOCCUPAZIONE FU, QUINDI, QUELLA DI SALVARE CIÒ CHE SI POTEVA DALLA ULTERIORE DISTRUZIONE MESSA IN CAMPO DALLE DEMOLIZIONI COGENTI DI MOLTI EDIFICI PERICOLANTI. SI MOSSE IN TAL SENSO LA SOPRINTENDENZA CON GRUPPI DI VOLONTARI CHE GIUNSERO NELLE ZONE TERREMOTARE PER SCAVARE E SALVARE OGNI TIPO DI BENE, DA TELE E STATUE ALL’INTERNO DI CHIESE DANNEGGIATE FINO AI PORTALI DELLE STESSE CHIESE E DI PALAZZI GIÀ RAGGIUNTI DALLA SENTENZA DI DEMOLIZIONE. L’ATTENZIONE FU GRANDE, TANTO CHE IN POCO TEMPO FURONO ESEGUITI NUMEROSI RILIEVI DI EDIFICI VINCOLATI364, SALVATI PEZZI D’ARTE, ALLESTITE MOSTRE, APERTI NUOVI MUSEI E CREATI LABORATORI PER IL RESTAURO COME QUELLO DEL GOLETO365 E QUELLO DEL COMPLESSO DI SAN FRANCESCO A FOLLONI NEL COMUNE DI MONTELLA CHE, ANCORA OGGI, SVOLGE LA SUA FUNZIONE SIA DI RESTAURO DI OPERE D’ARTE CHE DI FORMAZIONE DI ESPERTI IN MATERIA. NELLO STESSO TEMPO, EBBERO INIZIO IL DIBATTITO SULLA RICOSTRUZIONE E, VARATE LE PRIME ORDINANZE, LA FORTE CRITICA DA PARTE DI INTELLETTUALI ED ESPERTI. ACCESA FU LA POLEMICA DEL DIRETTORE DELLA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN RESTAURO DEI MONUMENTI DELL’UNIVERSITÀ DI NAPOLI, ROBERTO DI STEFANO366, CONTRO L’ORDINANZA N.80/81 DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO DI GOVERNO, ZAMBERLETTI. TALE ORDINANZA, EMANATA IL 6 GENNAIO, IN MERITO ALLE DEMOLIZIONI, PRESCRIVEVA, A SEGUITO DI UNA SEMPLICE DICHIARAZIONE DI PERICOLO E QUINDI UNA RICHIESTA DI DEMOLIZIONE, TRE SOLI GIORNI ENTRO I QUALI LE SOPRINTENDENZE AVREBBERO POTUTO NEGARE IL NULLA OSTA A PROCEDERE, POTENDO DICHIARARSI SOLO ED ESCLUSIVAMENTE NEI RIGUARDI DI EDIFICI VINCOLATI DALLE LEGGI DI TUTELA DEL 1939, CONSENTENDO AL RICHIEDENTE DI PROCEDERE ALLA DEMOLIZIONE DEL FABBRICATO, IN CASO DI SILENZIO-ASSENSO DA PARTE DELLA SOPRINTENDENZA. IL DI STEFANO GIUDICÒ “INADEGUATI E INSUFFICIENTI I PROVVEDIMENTI CONTENUTI NELL’ULTIMA ORDINANZA”367. ALLA CRITICA DEL DIRETTORE DELLA SCUOLA DI RESTAURO SEGUÌ UN APPELLO DEL SOPRINTENDENTE AI BENI ARCHITETTONICI, ALDO GRILLO, IL QUALE IN UNA MISSIVA INDIRIZZATA AL COMMISSARIO STRAORDINARIO DI GOVERNO CHIESE “CHE VENGANO MODIFICATE LE NORME DELL’ORDINANZA N.80 DEL 6.1.81 SULLE DEMOLIZIONI, PER IL PERICOLO CHE IN CASI DI IMPOSSIBILITÀ A RISPONDERE AL RICHIESTO NULLA OSTA, SI PERDANO IRRIMEDIABILMENTE VALIDE TESTIMONIANZE DEL NOSTRO PATRIMONIO DI BENI CULTURALI. TRE GIORNI NELLA STAGIONE INVERNALE POSSONO ESSERE POCHI CON MIGLIAIA E MIGLIAIA DI RICHIESTE, CON LE STRADE BLOCCATE DALLA NEVE E SOLO TRE AUTO A DISPOSIZIONE. SI RITIENE CHE PIÙ DI UN PRETESO PSEUDO-EFFICIENTISMO VALGA LA SENSIBILITÀ PER I VALORI DELLA CULTURA E PERTANTO SI CHIEDE DI PROTRARRE IMMEDIATAMENTE IL TERMINE DI TRE GIORNI A DIECI GIORNI”368. IL PERICOLO DELLA PERDITA DI IMPORTANTI TESTIMONIANZE ERA EVIDENTE: ERANO ECCESSIVAMENTE STRETTI I TEMPI DATI ALLE SOPRINTENDENZE PER RISPONDERE ALLE RICHIESTE DI DEMOLIZIONE, ANCHE PERCHÉ, GLI STESSI TECNICI, CONTEMPORANEAMENTE, ANCORA PROCEDEVANO AI RILIEVI E ALL’ACCERTAMENTO DEI DANNI. IL DI STEFANO RILEVA POI UN ALTRO ASPETTO, FRUTTO DELLA RIFLESSIONE SULLE PRESCRIZIONI DELL’ORDINANZA: IL VETO ALLA DEMOLIZIONE, CHE LA SOPRINTENDENZA POTEVA ESPRIMERE, RIGUARDAVA UNICAMENTE GLI EDIFICI VINCOLATI, MENTRE RIMANEVA COMPLETAMENTE ALLA MERCÉ DI AMMINISTRATORI O PROPRIETARI POCO AVVEDUTI TUTTO IL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E URBANISTICO NON PROTETTO, PER IL QUALE SI AUTORIZZAVA LEGALMENTE LA DISTRUZIONE, DIMENTICANDO CHE I “BENI CULTURALI NON SONO CONCETTI ASTRATTI, NÉ PRIVILEGI INTELLETTUALI, MA REALTÀ CONCRETE FATTE ANCHE DI PIETRE”369. INIZIA COSÌ UNA RIFLESSIONE CHE SI PROTRARRÀ PER LUNGO TEMPO E IN LUOGHI DIVERSI SULL’OPPORTUNITÀ DI SALVAGUARDARE QUEL PATRIMONIO DI TESTIMONIANZE CULTURALI CHE SONO I CENTRI STORICI CON I LORO EDIFICI, SENZA DUBBIO PIÙ ESPOSTI ALL’INCURIA E ALLE SPECULAZIONI. IL RECUPERO DELL’ANTICO ABITATO FU OGGETTO DI TUTTI I DIBATTITI E I CONVEGNI CHE SI TENNERO SUBITO DOPO IL TERREMOTO, IN QUELL’ARCO DI TEMPO CHE ANDÒ DAL 23 NOVEMBRE 1980 ALL’EMANAZIONE DELLA LEGGE PER LA RICOSTRUZIONE, NEL MAGGIO ’81. ALCUNI DEI CONVEGNI E DEI DIBATTITI, AL FINE DI DARE SPUNTI TECNICI E CULTURALI AI LEGISLATORI IMPEGNATI NELLA SCRITTURA DELLA LEGGE DI RICOSTRUZIONE370, SI CONCENTRARONO SULLA POSSIBILITÀ DI RICOSTRUIRE I PAESI-PRESEPE UNITAMENTE ALL’UTILITÀ CHE QUESTA RICOSTRUZIONE AVREBBE AVUTO NELL’AZIONE DI AVVIAMENTO O RI-AVVIAMENTO DI UNO SVILUPPO ECONOMICO DELLE ZONE TERREMOTATE. DIVERSI FURONO GLI INTERVENTI CHE EBBERO COME TEMA L’ABBANDONO DEI CENTRI ABITATI, RILEVANDO COME IL TERREMOTO NON AVESSE SOLO COLPITO FISICAMENTE UN TERRITORIO, MA AVESSE SCOPERTO LA CRISI DEL “SISTEMA DEI PRESEPI”, DI PICCOLI PAESI, UN TEMPO COSTRUITI SULLE ALTURE PER LA NECESSITÀ DI DIFENDERSI DA MALARIA E BRIGANTAGGIO MA CHE ADESSO, AVENDO PERDUTO LA LORO FUNZIONE “DIFENSIVA”, AVEVANO NECESSITÀ DI RICOSTRUIRSI IN SENSO “MODERNO” PER DARE OPPORTUNITÀ DI VITA MIGLIORE ALLE COMUNITÀ CHE LÌ VIVEVANO371. MOLTI DEI PAESI, UBICATI SU ALTURE, AVEVANO GIÀ INIZIATO LA LORO “DISCESA A VALLE” NEGLI ANNI PRECEDENTI IL SISMA, DOVUTA ALLA NECESSITÀ DI UN AVVICINAMENTO ALLE INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO. PER QUESTI MOTIVI LO SPOSTAMENTO A VALLE DELL’INTERO PAESE NON VENIVA VISTO SEMPRE COME UNO SRADICAMENTO MA PIUTTOSTO COME UN’ACCONDISCENDENZA AL NATURALE SVILUPPO DI UNA COMUNITÀ372. QUESTO ERA CIÒ CHE ACCADEVA A CONZA DELLA CAMPANIA, NELL’EPICENTRO DEL SISMA, NEGLI ANNI PRECEDENTI L’’80, MA IN MOLTI ALTRI PAESI, ALL’INTERNO DEI RISPETTIVI CENTRI STORICI, NELLO STESSO PERIODO, SI ANDAVANO AVVIANDO ATTIVITÀ NUOVE E FECONDE CHE MERITAVANO D’ESSERE RECUPERATE373. NON FU QUINDI DI FACILE RISOLUZIONE IL QUESITO RIGUARDANTE LA RICOSTRUZIONE IN SITO O IL TRASFERIMENTO A VALLE DEI PAESI TERREMOTATI, CHE FU POI IL TEMA CENTRALE DELLA “MEMORIA” DEGLI STUDIOSI DEL CENTRO DI PORTICI, DEDICATA AI PROBLEMI DELL’AREA PIÙ DISASTRATA, DIRETTI DAL PROFESSOR ROSSI DORIA. NEL CONVEGNO, TENUTOSI A SEGUITO DELLA STESURA DI UN DOCUMENTO DI IDEE, REDATTO PROPRIO SOTTO LA GUIDA DI MANLIO ROSSI DORIA, SI SOTTOLINEÒ QUANTO INDISPENSABILE FOSSE PENSARE ALLA RICOSTRUZIONE ACCOMPAGNATA DA UN PROGRAMMA DI SVILUPPO CHE POTESSE SOTTRARRE QUESTE ZONE ALLA LORO SECOLARE ARRETRATEZZA374. VALUTANDO LA NECESSITÀ CHE LA LEGGE TENESSE SEPARATE, SIA IN TERMINI DI RISARCIMENTO ECONOMICO CHE IN TERMINI DI INTERVENTO PROGETTUALE, LE ZONE DELL’EPICENTRO DA QUELLE DELLA FASCIA INTERMEDIA E DELL’AREA METROPOLITANA, SI SOTTOLINEÒ COME NEL “CRATERE” DEL SISMA FOSSE NECESSARIO UNO STUDIO APPROFONDITO DELLO STATO DI FATTO, CHE RIVELAVA COMUNITÀ CERTAMENTE ARRETRATE MA NELLE QUALI SI ERA GIÀ INNESCATA DA QUALCHE ANNO LA SCINTILLA DI UNO SVILUPPO IN CAMPO AGRICOLO E DI PICCOLA INDUSTRIA DOVUTO ALLE RIMESSE DEGLI EMIGRATI CHE AVEVANO ABBANDONATO LE PROPRIE TERRE NEGLI ANNI ‘50-‘60 MA CHE AVEVANO MANTENUTO CON LA TERRA D’ORIGINE UN FORTE E VITALE LEGAME, ANCHE ECONOMICO375. ERA NECESSARIO, QUINDI, ASSECONDARE QUESTO TIPO DI SVILUPPO, CHIARAMENTE ATTRAVERSO PROGETTI RAZIONALI E STRUTTURATI OLTRE CHE PIÙ IMPONENTI DAL PUNTO DI VISTO ECONOMICO. IN QUESTO QUADRO GLI STUDIOSI NON RAVVISARONO LA NECESSITÀ DI RICOSTRUIRE I PAESI IN ALTRO SITO, MA PIUTTOSTO L’OPPORTUNITÀ DI PROGETTI CHE EVITASSERO ALLE POPOLAZIONI DI SPEZZARE IL LEGAME CON LA PROPRIA STORIA376, AFFERMANDO IL DIVIETO DI “METTERE PIETRA SU PIETRA SENZA AVERE AVUTO IL PREVIO BENESTARE DELLA SCIENZA CIRCA LA STABILITÀ DEL LUOGO E CIRCA LE NORME IL CUI RISPETTO ASSICURA L’AVVENIRE377”. PER “BENESTARE DELLA SCIENZA” SI INTENDEVA NON SOLO L’ANALISI DETTAGLIATA GEOFISICA E GEOLOGICA DEL TERRITORIO E GLI STANDARD URBANISTICI, MA ANCHE L’ESATTA VALUTAZIONE DEI DANNI E L’INDAGINE ACCURATA DELLE CONDIZIONI DEL PATRIMONIO STORICO-CULTURALE, EVITANDO TANTO DI COSTRUIRE SU TERRENI INSTABILI QUANTO DI DISTRUGGERE CIÒ CHE POTEVA ESSERE RESTAURATO378, E SOPRATTUTTO RIMETTENDO NELLE MANI DELLA POPOLAZIONE E DEGLI AMMINISTRATORI LOCALI IL POTERE DI DECIDERE DEL PROPRIO FUTURO, PUR COADIUVATI
DALLO STATO E DAGLI ENTI SUPERIORI379. |
Post n°4213 pubblicato il 03 Giugno 2024 da antonioi0
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Inviato da: cassetta2
il 01/09/2022 alle 18:29
Inviato da: What weather today
il 06/04/2022 alle 14:56
Inviato da: cp2471967
il 19/07/2021 alle 15:10
Inviato da: tempestadamore_1967
il 20/01/2021 alle 09:56
Inviato da: saltur
il 01/07/2020 alle 23:44