BABELE
.Quante volta mi sono chiesta a cosa fosse servito il mio piccolo vocabolario! Per me le parole erano come scodelle che riempivo delle immagini che popolavano la mente… ogni parola rappresentava un concentrato del mio vissuto e cibo da servire per apparecchiare la mensa della mia curiosità, da condividere con interlocutori, per fare festa.Molti sono stati i convivi, ma non appena terminato l’antipasto spesso si saltava direttamente alla frutta. Condimenti diversi, gusti diversi, vissuti diversi non facevano percepire lo stesso sapore. Così, infilate una dopo l’altra, queste parole diventavano una macedonia per certuni, un fritto misto per altriNella migliore delle ipotesi, ad essere fortunati, un bel tiramisù..