Creato da donnaisabella il 21/09/2007

SBILANCIA_MENTI

Pesando e Pensando - Aggiungi una siepe ed il nulla diventa infinito - Togli la siepe e diventerà un inferno

 

 

Cantico del re Salomone

Post n°247 pubblicato il 07 Agosto 2010 da donnaisabella

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Tutto è puro per quelli che sono puri; ma per i contaminati e gli increduli niente è puro; anzi, sia la loro mente sia coscienza sono impure. Tito 1:15

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Come sei bella amica mia, come sei bella!
I tuoi occhi, dietro il tuo velo,
somigliano a quelli delle colombe;
i tuoi capelli sono come un gregge di capre,
sospese ai fianchi del monte di Galaad.
I tuoi denti sono come un branco di pecore tosate
che tornano dal lavatoio;
tutte hanno dei gemelli,
non ce n'è una che sia sterile.
Le tue labbra somigliano a un filo scarlatto,
la tua bocca è graziosa;
le tue gote, dietro il tuo velo,
sono come un pezzo di melagrana.
Il tuo collo è come la torre di Davide,
costruita per essere un'armeria;
mille scudi vi sono appesi,
tutti gli scudi dei valorosi.
Le tue mammelle sono due gemelli di gazzella
che pascolano tra i gigli.
Prima che spiri la brezza del giorno
e che le ombre fuggano,
io andrò al monte della mirra
e al colle dell'incenso.
Tu sei tutta bella, amica mia,
e non c'è nessun difetto in te.
Vieni con me dal Libano, o mia sposa;
vieni con me dal Libano!
Guarda dalla cima dell'Amana,
dalla cima del Sanir e dell'Ermon,
dalle spelonche dei leoni,
dai monti dei leopardi.
Tu mi hai rapito il cuore, o mia sorella, o sposa mia!
Tu mi hai rapito il cuore con uno solo dei tuoi sguardi,
con uno solo dei monili del tuo collo.
Quanto sono dolci le tue carezze, o mia sorella, o sposa mia!
Come le tue carezze sono migliori del vino,
come l'odore dei tuoi profumi è più soave di tutti gli aromi!
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Ritorno a Itaca

Post n°246 pubblicato il 03 Agosto 2010 da donnaisabella

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Fu un lungo viaggio, aggrappato a una zattera,
disdratato su una riva, naufrago,
ferito dal sale lancinante del mare
con i compagni che cadevano, uno a uno,
chi divorato dal ciclope chi affogato,
chi morto insepolto e ancora vagante.
Ricordo i falsi sogni e gli incanti
e l’isola dei mangiatori di loto,
il fiore che toglie memoria di te e del mondo,
oh, come avrei voluto pascermi e obliare
l’oceano e il ritorno impossibile,
svaporare in rugiada, svanire per sempre…
Ma ho saputo resistere e vivere nel suo nome,
lei, povera piccola isola bianca nell’arcipelago,
nella bonaccia mi tenne in vita, Itaca.
E ascolta, amico, tutti celebrano
le mie imprese contro i ciclopi, e i prodigi
e gli incanti di Circe e di Calipso,
e come fuggii a quelle voci ammalianti,
o gli esseri favolosi incontrati nel viaggio
e l’isola dei Feaci dove regnava il sorriso
e le navi scivolavano nell’acqua senza spinta,
ma il prodigio, il prodigio fu un altro.
E fu semplice resistere alle Sirene,
farmi legare all’albero, vincere
le voci dell’abisso e la chiamata dal nulla,
mentre sul ponte piangevo la mia vita mortale
e con le labbra bevevo le mie lacrime
e a poco a poco il canto svanì, sconfitto,
e mi apparve, sulla spuma del mare,
soffiata dalla dea pietosa che mi protegge,
il volto di Penelope, e la riva di Itaca.
Ascoltami, amico, fu quello il prodigio,
resistere al nulla, credere al ritorno.

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Roberto Mussapi

dal Ciclo di Itaca

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Per i tuoi occhi...

Post n°245 pubblicato il 15 Luglio 2010 da donnaisabella

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Gli dissi: mai
vidi nulla come i tuoi occhi,
mai vidi
nulla come i tuoi occhi.
E solamente vedevo il fuoco
e non il nero
in fondo allo loro oscurità.

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Clara Janés
Arcángel de sombra

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Se avessi un mare...

Post n°244 pubblicato il 20 Maggio 2010 da donnaisabella

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   Ah, se avessi un mare! Vorrei gli fiorissero le onde, una dopo l'altra, come leggeri, ma sicuri, rami di pruno. Forse, in un giorno agitato e selvatico, gli evocherei mostri e ordinerei di strappargli con grandi artigli quel suo mantello verdeazzurro. Oppure guarderei, distaccata e curiosa, le profondità degli abissi per confrontarle con quelle alte come montagne...

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Post n°243 pubblicato il 30 Aprile 2010 da donnaisabella

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Qualche volta, piano piano, quando la notte
si raccoglie sulle nostre fronti e si riempie
di silenzio,
e non c’è più posto per le parole,
e a poco a poco si raddensa una dolcezza
intorno
come una perla intorno al singolo grano
di sabbia,
una lettera alla volta pronunciamo
un nome amato
per comporre la sua figura; allora
la notte diventa cielo
nella nostra bocca, e il nome amato
un pane caldo, spezzato.

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Pierluigi Cappello

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