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This must be the place di Paolo Sorrentino

Post n°1371 pubblicato il 20 Maggio 2011 da ileha
 
Tag: Movie

Si allunga e allarga all’estero, il successo di Paolo Sorrentino, . This must be the place (2011) è la sua prima prova oltreoceano, con un cast di eccellenza, tra cui spiccano (anche per l’impatto visivo del personaggio che interprete) Sean Penn e Frances Mcdormant. La sceneggiatura, scritta a quattro mani con Bruno Contarello, come lo stesso Sorrentino ha precisato, viaggia su tre binari. 1) Ironia, connessa a Cheyenne, alias Sean Penn, rockstar benestante e in pensione che conduce una vita al limite della noia fino a quando decide di mettersi alla ricerca del persecutore nazista di suo padre, rifugiatosi negli Stati Uniti. 2) Intimità, quella del rapporto mancato tra un padre e un figlio. Solo dopo la morte del padre, infatti, Cheyenne viene a conoscenza del dramma da lui vissuto come internato ad Auschwitz e dell’umiliazione inflittagli da un ufficiale SS. Cheyenne decide così di intraprendere il viaggio nel cuore dell’America, alla ricerca di vendetta o di redenzione. 3) Lo sfondo della storia, molto ‘delicato’ e ‘pericoloso’ da trattare: l’olocausto, la tragedia umana più grave del secolo scorso (secondo il pensiero del regista), ricercando una forma di pacificazione con l’orrore nazista. Ma Sorrentino tende a precisare come sia ben salda, alla base della pellicola, la positività del sentimento su cui si è lavorato: “L’idea è stata quella di fare un film semplice, lineare, su di una vicenda familiare, che ha sullo sfondo qualcosa di una complessità enorme… È una commedia stralunata, per il personaggio di Sean Penn. Un film solare, aperto, dove il protagonista non è portatore di misteri ma di gioia, e cerca di ricomporre due famiglie: la sua e quella dell’Europa”. La presenza di Penn nelle vesti di protagonista nasce proprio da Cannes 2008 (dove allora l’attore e regista americano era il Presidente di Giuria).Dopo aver visto Il divo, Sean Penn aveva manifestato il desiderio di poter lavorare con Sorrentino. L’autore napoletano ha preso per elevato stimolo quelle parole, e coniugando a tale allettante richiesta la sua curiosità ossessiva verso i nascondigli dei nazisti, ha pensato a questa storia, facendo pervenire a Penn, l’anno dopo, la sceneggiatura del film che aveva intenzione di girare. Sean Penn ha immediatamente accettato dopo averla letta, rimanendone entusiasta. Tenuto conto del talento di scrittura cinematografica che Sorrentino ha in sé, la curiosità sul tipo di trama e caratterizzazione dei personaggi e delle situazioni è altissima. La ‘coeniana’ Frances Macdormand sarà la moglie di Penn e vedremo sullo schermo anche la giovane figlia di Bono Vox (riprese iniziate in Irlanda e look di Penn-Cheyenne strizzano proprio l’occhio a Bono Vox, anche per l’età del protagonista), la 19enne Eve Hewson, che interpreterà un’appassionata di musica gothic punk, amica di Cheyenne. Anche la colonna sonora è doc. Inizialmente Sorrentino era intenzionato a utilizzare canzoni dei Talking Heads: uno dei gruppi che ha alimentato ‘ossessivamente e smisuratamente’ i suoi ascolti teenageriani, un modo (da lui stesso sostenuto), il servirsene come musica per questo film, per riconciliarsi con la propria adolescenza. David Byrne, al quale il regista si era rivolto per chiedere l’autorizzazione all’uso, a sorpresa gli ha proposto di scrivere ex novo per lui la colonna sonora. Così, dopo 8 anni da Young Adam (2003) e 24 da L’Ultimo Imperatore (1987), Byrne si è rimesso a creare per il cinema. E non sarà una colonna sonora classica… Dubbi di ‘normalità’ dal binomio Byrne-Sorrentino sono assolutamente intemibili. La fotografia è curata da Luca Bigazzi, la scenografia da Stefania Cella.

 MC

 

 

 
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