Creato da ileha il 01/07/2008
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Messaggi di Maggio 2011

 

Prefab Sprout - Cars And Girls

Post n°1373 pubblicato il 24 Maggio 2011 da ileha
 
Tag: Andante

 
 
 

A due passi

Post n°1372 pubblicato il 24 Maggio 2011 da ileha
 
Tag: Lieux
Foto di ileha

Il laghetto di Origlio

Una volta hanno chiesto a Giorgio Morandi (1890-1964) come mai non si muovesse mai da Bologna; era un coppia appena stata alle Maldive, i due non riuscivano a capire come mai un grande pittore come lui non avesse voglia di viaggiare, scoprire nuovi paesi lontani. Rispose solo: «Avete mai osservato bene le gocce di rugiada sotto le foglie delle rose?».Questa nuova rubrica ha come scopo quello di occuparsi di svelare qualche goccia di rugiada a due passi da casa. Riportare alla luce dei luoghi speciali dietro l’angolo. La nostra prima goccia è un grande stagno, conosciuto anche come laghetto d’Origlio. Andare in un posto a piedi con un obiettivo ben preciso, benché ci sia stato mille volte, presume sempre un senso di pellegrinaggio. Ecco così che m’incammino per andare al lago come si dice semplicemente da queste parti. In una giornata d’aprile come questa, senza vento contrario, in stan smith e con passo deciso, da casa ci vogliono sedici minuti circa prima di avvistarne, passando per il bel nucleo di Origlio, il primo polpastrello scintillante tra i canneti. La leggenda vuole che un giorno tanto tempo fa, un mendicante bussò alle porte degli abitanti di Origlio chiedendo qualcosa da mangiare: una dopo l’altra tutte le porte gli vennero sbattute in faccia. Tranne una, quella di una casa in fondo al villaggio dove viveva una povera donna e suoi tre figli.Gli diede ospitalità, anche se sul fuoco aveva messo dei sassolini per far credere ai figli affamati che ci fossero delle castagne per cena. Il mendicante disse alla donna di rovesciare in tavolo la pentola ed ecco delle castagne sul serio.Quando il mendicante se ne andò, disse alla donna che durante la notte sarebbe arrivata una tempesta; di non uscire se non il mattino dopo e di guardare nel granaio.Durante quella notte infatti venne giù un finimondo che allagò tutto il villaggio, tranne la casa della povera donna che trovò nel granaio sacchi di castagne, farina, patate, e due mucche con i loro vitellini. Ma se usiamo l’immaginazione per l’origine geologica del laghetto, dobbiamo fare un salto temporale di tredicimila anni per vedere la creazione di una culla morenica attraverso il ritiro del ghiacciaio dell’Adda, poi man mano riempita d’acqua. Il laghetto d’Origlio è un’autentica perla ambientale, inserita nell’Inventario federale delle torbiere,ma fino agli anni Ottanta è stato un posto balneare.Mi ricordo che c’era una liana appesa a un albero per tuffarsi e una marea di gente. Poi nel 1985 il divieto di balneazione e diventa un’oasi di pace,ma qualcuno c’è ancora, d’estate verso sera, che fa il bagno silenziosamente; dicono rilassi: è l’acqua piena di torba. Fa bene,ma bisogna avere almeno una trentina di birchermüesli alle spalle per apprezzarne le proprietà benefiche; il Guerin ad esempio,memoria storica del lago, improvvisamente l’estate scorsa mi ha detto che lui il bagno non lo fa mai,magari una o due volte, se ha piovuto molto. Si diceva che avevano vietato di fare il bagno anche perché era pericoloso, c’erano dei mulinelli che ti portavano sotto. Questa storia dei mulinelli la raccontava sempre anche la zia Ilda, diceva che tanti sono annegati; perfino d’inverno, con il ghiaccio che si rompeva e si richiudeva subito sopra. Infatti oltre al vecchio paese sommerso, sul fondo si racconta di cadaveri sui ciao come relitti tra le carpe a specchi, addirittura una porsche, intravista in un ottovolante sul ghiaccio un gennaio di fine anni Settanta.Ma a parte il suo lato oscuro, al lago d’Origlio di solito, in ogni stagione a qualsiasi ora, non gli manca mai niente per essere come direttamente dentro un haiku. Altro che Maldive. Un grande momento del lago d’Origlio comunque è il periodo delle ninfee,ma oggi è ancora presto e ci sono attorno al lago solo ammirevoli superfici di anemoni. Mentre rifIessa,si vede qualche cima ancora un po’ innevata e a guardare su verso la chiesetta di San Giorgio nel bosco che va fino a San Zeno, ecco qualche spruzzo bianco che indica la presenza dei ciliegi selvatici. Da notare lì una delle due case proprio vicino al lago, con le linee e i materiali tipici dell’architetto Franco Ponti. Il lago d’Origlio è soprattutto un biotopo polivalente: passeggiate d’amore, da soli, in modo norvegese, jogging, il cane, leggere un libro, un paio di birre sul pratone, classico giro del lago di per sé, per i bambini le piccole barche a vela, qualche fanatico adulto con il mini motoscafo,sedersi su un panchina così per sport, pesca paziente al luccio.Adesso infatti,a quest’ ora, il Gianmario laggiù sta curando il suo luccio, dall’altra parte due persone fanno tai chi, una signora porta in giro il suo beagle, un’anitra scivola via impassibile.

 

Oliver Scharpf

 
 
 

This must be the place di Paolo Sorrentino

Post n°1371 pubblicato il 20 Maggio 2011 da ileha
 
Tag: Movie

Si allunga e allarga all’estero, il successo di Paolo Sorrentino, . This must be the place (2011) è la sua prima prova oltreoceano, con un cast di eccellenza, tra cui spiccano (anche per l’impatto visivo del personaggio che interprete) Sean Penn e Frances Mcdormant. La sceneggiatura, scritta a quattro mani con Bruno Contarello, come lo stesso Sorrentino ha precisato, viaggia su tre binari. 1) Ironia, connessa a Cheyenne, alias Sean Penn, rockstar benestante e in pensione che conduce una vita al limite della noia fino a quando decide di mettersi alla ricerca del persecutore nazista di suo padre, rifugiatosi negli Stati Uniti. 2) Intimità, quella del rapporto mancato tra un padre e un figlio. Solo dopo la morte del padre, infatti, Cheyenne viene a conoscenza del dramma da lui vissuto come internato ad Auschwitz e dell’umiliazione inflittagli da un ufficiale SS. Cheyenne decide così di intraprendere il viaggio nel cuore dell’America, alla ricerca di vendetta o di redenzione. 3) Lo sfondo della storia, molto ‘delicato’ e ‘pericoloso’ da trattare: l’olocausto, la tragedia umana più grave del secolo scorso (secondo il pensiero del regista), ricercando una forma di pacificazione con l’orrore nazista. Ma Sorrentino tende a precisare come sia ben salda, alla base della pellicola, la positività del sentimento su cui si è lavorato: “L’idea è stata quella di fare un film semplice, lineare, su di una vicenda familiare, che ha sullo sfondo qualcosa di una complessità enorme… È una commedia stralunata, per il personaggio di Sean Penn. Un film solare, aperto, dove il protagonista non è portatore di misteri ma di gioia, e cerca di ricomporre due famiglie: la sua e quella dell’Europa”. La presenza di Penn nelle vesti di protagonista nasce proprio da Cannes 2008 (dove allora l’attore e regista americano era il Presidente di Giuria).Dopo aver visto Il divo, Sean Penn aveva manifestato il desiderio di poter lavorare con Sorrentino. L’autore napoletano ha preso per elevato stimolo quelle parole, e coniugando a tale allettante richiesta la sua curiosità ossessiva verso i nascondigli dei nazisti, ha pensato a questa storia, facendo pervenire a Penn, l’anno dopo, la sceneggiatura del film che aveva intenzione di girare. Sean Penn ha immediatamente accettato dopo averla letta, rimanendone entusiasta. Tenuto conto del talento di scrittura cinematografica che Sorrentino ha in sé, la curiosità sul tipo di trama e caratterizzazione dei personaggi e delle situazioni è altissima. La ‘coeniana’ Frances Macdormand sarà la moglie di Penn e vedremo sullo schermo anche la giovane figlia di Bono Vox (riprese iniziate in Irlanda e look di Penn-Cheyenne strizzano proprio l’occhio a Bono Vox, anche per l’età del protagonista), la 19enne Eve Hewson, che interpreterà un’appassionata di musica gothic punk, amica di Cheyenne. Anche la colonna sonora è doc. Inizialmente Sorrentino era intenzionato a utilizzare canzoni dei Talking Heads: uno dei gruppi che ha alimentato ‘ossessivamente e smisuratamente’ i suoi ascolti teenageriani, un modo (da lui stesso sostenuto), il servirsene come musica per questo film, per riconciliarsi con la propria adolescenza. David Byrne, al quale il regista si era rivolto per chiedere l’autorizzazione all’uso, a sorpresa gli ha proposto di scrivere ex novo per lui la colonna sonora. Così, dopo 8 anni da Young Adam (2003) e 24 da L’Ultimo Imperatore (1987), Byrne si è rimesso a creare per il cinema. E non sarà una colonna sonora classica… Dubbi di ‘normalità’ dal binomio Byrne-Sorrentino sono assolutamente intemibili. La fotografia è curata da Luca Bigazzi, la scenografia da Stefania Cella.

 MC

 

 

 
 
 

Moby - Mistake

Post n°1370 pubblicato il 18 Maggio 2011 da ileha
 
Tag: Inside

 
 
 

Words

Post n°1369 pubblicato il 18 Maggio 2011 da ileha
 
Tag: Mots
Foto di ileha

"Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola.

A volte ne scrivo una e la guardo fino a quando non comincia a splendere".

ED

 
 
 

Anaïs Delva - L'amour et son contraire

Post n°1368 pubblicato il 15 Maggio 2011 da ileha
 

 
 
 

Caveau

Post n°1367 pubblicato il 15 Maggio 2011 da ileha
 
Foto di ileha

..."Tu sei la mia cassaforte"...

 

 
 
 

Pink Martini - Donde Estas Yolanda

Post n°1366 pubblicato il 08 Maggio 2011 da ileha
 

 
 
 

Branzino o orata al forno "Chez Moi", con verdure tricolori

Post n°1365 pubblicato il 08 Maggio 2011 da ileha
 
Tag: Eté
Foto di ileha

Mi raccomando che il pesce sia freschissimo, congelato non avrebbe la stessa consistenza ne’ il medesimo gusto.

Dunque, un pesce a testa per commensale, intero ma eviscerato.

Posizionare nel pancino un filo d’olio d’oliva extravergine, una foglia di salvia, una di basilico poi una fetta di limone ed un pizzico di dragoncello essicato.

Chiudere infilando semplicemente uno stuzzicadenti da un lato al’altro.

Adagiare i pesci sulla carta da forno, sulla griglia del forno posizionata al centro.

Spolverare i pesci con una piccola macinata di herbes de provence, e lasciar cuocere per 35 minuti a 180 gradi se il forno è temoventilano altrimenti in quello normale a 190-200 gradi.

A parte fate cuocere, al vapore, le patate novelle con la buccia, le carote di piccolo formato e un piccolo pak-choi a testa (chinese cabbage).

Servite il pesce intero, ogni commensale provvederà a sfilettarselo, aggiungendo poi un filo d’olio extravergine a crudo sui filetti, e salarlo con fleur de sel.

In un piatto a parte servite le patate tagliate per il lungo, le carote a tocchetti come pure  il piccolo pak-choi, condire le verdure, eventualmente, sempre con fleur de sel, olio e poche gocce di aceto balsamico.

Voilà c’est tout.

Bon appétit.

 

 

"Chez moi" significa "Come a casa mia", ovvero la ricetta è mia.

 

Ile

 
 
 

Flash & the Pan - Walking in the Rain

Post n°1364 pubblicato il 06 Maggio 2011 da ileha
 

 
 
 

Camouflage

Post n°1363 pubblicato il 06 Maggio 2011 da ileha
 
Tag: Mood
Foto di ileha

I'm battleship.

 
 
 

FAR - WAYNE Mc GREGOR | RANDOM DANCE

Post n°1362 pubblicato il 03 Maggio 2011 da ileha
 
Tag: Etude

Arriva finalmente anche in Italia (con una tappa in Svizzera) uno dei coreografi più innovativi al mondo: Wayne McGregor, che recentemente ha fatto ballare persino Thom Yorke nel nuovo video dei Radiohead "Lotus Flower"!(#1323 del 23.2.11). Qui un estratto del suo spettacolo FAR, ed ecco tutte le date dove potrete vederlo:

26/03/2011 -- Teatro Valli, Reggio Emilia. Info: www.iteatri.re.it
29/03/2011 - Teatro Sociale, Trento. Info: www.centrosantachiara.it
02/04/2011 - Teatro Ponchielli, Cremona. Info: www.teatroponchielli.it
12/05/2011 -- Teatro Verdi, Padova Info www.arteven.it
14/05/2011 -- Cinema Teatro, Chiasso. Info: www.chiassocultura.ch

ENTITY:
11/06/2011 -- Ravenna Festival, Ravenna. Info: www.ravennafestival.org

 
 
 

Cerrone - Supernature

Post n°1361 pubblicato il 01 Maggio 2011 da ileha
 
Tag: Dance

 
 
 

Colors

Post n°1360 pubblicato il 01 Maggio 2011 da ileha
 
Tag: Mood
Foto di ileha

Un pezzo di cielo mi ha preso il cuore,

quell'azzurro infinito.

I.

 

 
 
 
 
 

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