Creato da CLAUDIO.MICHELAZZI il 02/06/2011

SCIENZE UMANE

IL BLOG DELLE SCIENZE UMANE

 

 

CURRICULUM VITAE PROF. CLAUDIO MICHELAZZI

Post n°1 pubblicato il 02 Giugno 2011 da CLAUDIO.MICHELAZZI

 

Prof. CLAUDIO MICHELAZZI

 

Luogo di nascita: Pieve di Cadore (Bl)

Residenza: Piazza Venezia 9 – 32044 – Tai di Cadore (BL)

Data di nascita: 1976

Recapiti telefonici: 349 8351636 - 0435 460461

Mail: claudiomichelazzi@gmail.com

 

STUDI:

Si diploma come Dirigente di Comunità presso l’Istituto Tecnico per le Attività Sociali. (ITAS)

Si laurea in discipline artistiche presso l'Istituto di Alta Formazione Artistica -Conservatorio di Stato di Udine nel 2001.

Frequenta corsi di recitazione, dizione ed impostazione della voce, tecniche del movimento, improvvisazione teatrale, presso l'Accademia d'Arte Drammatica di Udine.

Nel 2004 segue a Roma il laboratorio " La musica ed il movimento", presso la Comunità Teatrale Italiana.

Nel 2008 partecipa al Master di psicologia e pedagogia “il bambino in difficoltà” tenuto dal Prof. B. Acouturier.

Nel 2010 frequenta il Master per educatore didattico museale ed operatore per la valorizzazione del patrimonio culturale (Progetto Transmuseum Interreg IV Italia-Austria – Comunità Europea).

Nel 2010 si iscrive al corso di laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche presso la Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Trieste.

 

ESPERIENZE PROFESSIONALI:

Molteplici sono le esperienze professionali in ambito teatrale e musicale.

E' Docente di discipline artistiche e di tecniche organizzative, di animazione e di gestione dei gruppi presso l'Istituto Scolastico Superiore "LEONARDO DA VINCI" di Belluno

 

LE SCIENZE UMANE APPLICATE ALLA PRASSI DI LABORATORIO DELLE DISCIPLINE ARTISTICHE (MUSICA,TEATRO,ANIMAZIONE E GESTIONE DEI GRUPPI):

Numerosi sono gli interventi educativi tenuti dal Prof. Claudio Michelazzi in scuole di ogni ordine e grado.

Utilizzando la prassi artistica e laboratoriale, con varie fasce d'età, abbiamo potuto constatare quanto i percorsi dinamici e creativi, analizzati ed allestiti in forma sperimentale, possano sviluppare l'approfondimento e l'applicazione delle ipotesi e delle teorie dei Paradigmi delle Scienze Umane (Psicologia, Sociologia, Antropologia) nell'attesa di nuovi sviluppi scientifici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

IL TEATRO COME SCIENZA UMANA

Post n°2 pubblicato il 02 Giugno 2011 da CLAUDIO.MICHELAZZI

 

Eccoci a descrivere, nella teoria e nella prassi il magico mondo del teatro, dal senso del suo esistere e dalla sua storia alle sue interessantissime connessioni con la psicologia e la pedagogia.

Da diversi anni mi occupo di teatro e musica, sia come professionista, sia come insegnante, ed ho potuto notare come, praticando queste arti, singolarmente ed in gruppo, si possano affinare le competenze relative alla socializzazione, alla comunicazione e al cambiamento, praticare la creatività personale e la disponibilità verso il gruppo, lavorare sul sé e sulla propria autostima e divertirsi grazie al grande gioco del teatro.

Per quanto riguarda la connessione con la psicologia dello sviluppo e dell’arco di vita, ho potuto notare, grazie all’esperienza con svariate fasce d’età (bambini, adolescenti, adulti, anziani) come la prassi laboratoriale e teatrale sia indicata per abituare al cambiamento e all’adattamento rispetto alle dinamiche socio-ambientali e socio-culturali, a uno sviluppo aperto, accettante e sicuro della personalità, ad affinare le proprie abilità cognitive ( soprattutto quelle relative alla socialità) e ad una gestione fluida dei ruoli e dei loro cambiamenti nel corso della vita.

In merito al collegamento con la Pedagogia o educazione alla teatralità,  mi  sono avvicinato a tutti quei pedagogisti, soprattutto quelli delle Scuole Nuove e dell’Attivismo Pedagogico, che teorizzavano una scuola aperta, propensa alla concezione dell’apprendimento come attività del “Fare” e del praticare, del gioco come attività formativa.

 










 

 
 
 

TEATRO E PSICOLOGIA: UN INCONTRO NECESSARIO

Post n°5 pubblicato il 02 Giugno 2011 da CLAUDIO.MICHELAZZI
Foto di CLAUDIO.MICHELAZZI

 

  Teatro e psicologia: scienze umane

Queste due discipline sono molto più vicine di quanto i rispettivi professanti siano disposti ad ammettere. La Psicologia come ambito di studio si occupa dell’integrità dell’esperienza umana nelle sue dimensioni: mentale, corporea, relazionale. Il Teatro come ambito di studio si occupa dell’esperienza umana nella sua totalità di espressioni: mentali, linguistiche, corporee, relazionali, storiche. Il teatro quindi non è (solamente) un “luogo” dove si va per distrarsi, ma una “attività di ricerca”, di studio, di conoscenza. Da sempre il teatro è stato una forma di conoscenza:  La poesia, l'epica, il teatro svilupparono mezzi per la rappresentazione di particolarità individuali e di leggi sociali molto tempo prima che se ne occupassero la psicologia scientifica e la sociologia, e ancor oggi sono molto più avanti nel cogliere e rappresentare la tensione fra soggetto e oggetto. Il teatro infatti può essere visto come un “dispositivo conoscitivo” molto articolato, mediante il quale si realizza una forma di conoscenza psicologica dell’uomo. Quindi pur avendo metodi diversi e diversi obiettivi, la Psicologia e il Teatro possono essere considerati ambedue forme di conoscenza del mondo umano. Ma possono anche essere visti, nella loro dimensione applicativa, come forme di comunicazione, modi di entrare in relazione, strumenti per inter-venire (situarsi tra) e provocare cambiamento, in una situazione, in una persona, in un gruppo. La Psicologia come campo di intervento si occupa del cambiamento: favorire cambiamenti di diversa natura (educativo, formativo, psicoterapeutico, …). Il Teatro come pratica sociale si occupa del cambiamento: favorire cambiamenti nell’attore e/o nello spettatore a diversi livelli (educativo, emotivo, conoscitivo, relazionale…). Conoscenza, comunicazione e cambiamento vanno visti come momenti di un unico processo. Nel teatro la comunicazione, l’espressione tende a coincidere con una trasformazione dell’uomo (attore/spettatore), su diversi piani. Questa coincidenza tra conoscenza, comunicazione e trasformazione apre al ritorno ad una “arte umana”: l’arte non più dissociata dalla personalità e dalla vita dell’artista. Le operazioni artistiche (processi e prodotti) convergono nel punto di irradiazione dell’interezza della persona. Ecco allora che il binomio teatro-psicologia non è più imbarazzante ma necessario. Ambedue sono strumento di conoscenza della realtà umana e strumento di cambiamento, di trasformazione dell’uomo. E difatti l’incontro si è più volte realizzato da quando la Psicologia è nata come disciplina.



 
 
 

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