Un giorno di tanti anni fa, la Honda assieme al CBR600 se ne usci con una motoretta strana. Quelli erano gli anni in cui la Parigi Dakar era di gran moda. Un giorno uscendo da scuola, un paio di anni prima mi capitò di veder passare tutto lo squadrone ufficiale che se ne passeggiava lungo la statale. Bene le moto da enduro si stavano arricchendo di serbatoi giganteschi e da improbabili carenature che rendevano queste moto, fino a quel momento esili, leggere e semplici anche da guardare, delle astronavi che a confronto l'Enterprise di spazio 1999 era una bazzecola. Questa strana motoretta honda, nel suo stile spesso minimale (almeno allora) aveva un bicilindrico un po' più potende dei mono, stessa cilindrata (in realtà un po' meno), 3 valvole per cilindro invece che le abituali 4, una sinuosa carena (al contrario di certi catafalchi visti altrove) e due gommine esili, che adesso neanche sui cinquantini, frenate da un dischetto anteriore e un tamburino posteriore. Molto poco appariscente, molto facile da guidare, molto versatile e molto efficace. Honda spesso con mio rammarico riusciva a fare un assieme che valeva molto di più della somma dei singoli componenti. La Transalp fu per tanti anni in cima alle classifiche di vendita italiane, almeno finché le enduro stavano in cima alla lista dei desiseri. Dopo un po di anni fu sostituita dalla 650 fabbricata in Italia, di cui, ho scoperto da poco, i fondamentalisti transalpiani della prim'ora dicono un gran male, ma che ho sempre visto andare benissimo (il motore e l'elettronica vengono comunque dal Giappone). Da pochi anni il Transalp è diventato 700 e ha cambiato radicalmente morfologia. A me sinceramente piace poco, al contrario delle vecchie. Però credo che dinamicamente sia il consueto passo in avanti.
Il VARADALP
Un giorno di tanti anni fa, la Honda assieme al CBR600 se ne usci con una motoretta strana. Quelli erano gli anni in cui la Parigi Dakar era di gran moda. Un giorno uscendo da scuola, un paio di anni prima mi capitò di veder passare tutto lo squadrone ufficiale che se ne passeggiava lungo la statale. Bene le moto da enduro si stavano arricchendo di serbatoi giganteschi e da improbabili carenature che rendevano queste moto, fino a quel momento esili, leggere e semplici anche da guardare, delle astronavi che a confronto l'Enterprise di spazio 1999 era una bazzecola. Questa strana motoretta honda, nel suo stile spesso minimale (almeno allora) aveva un bicilindrico un po' più potende dei mono, stessa cilindrata (in realtà un po' meno), 3 valvole per cilindro invece che le abituali 4, una sinuosa carena (al contrario di certi catafalchi visti altrove) e due gommine esili, che adesso neanche sui cinquantini, frenate da un dischetto anteriore e un tamburino posteriore. Molto poco appariscente, molto facile da guidare, molto versatile e molto efficace. Honda spesso con mio rammarico riusciva a fare un assieme che valeva molto di più della somma dei singoli componenti. La Transalp fu per tanti anni in cima alle classifiche di vendita italiane, almeno finché le enduro stavano in cima alla lista dei desiseri. Dopo un po di anni fu sostituita dalla 650 fabbricata in Italia, di cui, ho scoperto da poco, i fondamentalisti transalpiani della prim'ora dicono un gran male, ma che ho sempre visto andare benissimo (il motore e l'elettronica vengono comunque dal Giappone). Da pochi anni il Transalp è diventato 700 e ha cambiato radicalmente morfologia. A me sinceramente piace poco, al contrario delle vecchie. Però credo che dinamicamente sia il consueto passo in avanti.