SCOMPASSANDO

TEMPESTA DI FUOCO 6A. DRESDA, IL CAPOLAVORO!


 Parlando di Tokio ho volutamente saltato quella che forse è stata la più grande tempesta di fuoco della seconda guerra mondiale, anche se i numeri in merito sono contrastanti.Forse perché è stata la prima di cui ho letto, forse perché quella che mi ha colpito di più, forse proprio perché MAI ne ho sentito parlare, né sui libri di storia, né sui documentari (dell'istituto luce), né su altre fonti. Colpa mia, per carità.Il bombardamento di Tokio e la sua bella tempesta di fuoco doveva essere contemporanea alla conferenza di Yalta del 4-12 febbraio 1945, in cui Russi, Inglesi e Statunitensi, si accordarono sugli esiti della guerra, sulla spartizione delle zone occupate e sugli assets politici del dopo resa di Germania e Giappone. I Russi dovevano sapere di cosa erano capaci gli Angloamericani. Il concetto fu poi ribadito dai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, qualche mese più tardi. Perché il concetto fosse bene chiaro, e per ribadire quanto detto a Yalta solo 2 giorni prima, si decise di Bombardare una città tedesca nella futura Germania dell'Est. Coi Sovietici ormai alle porte, nella notte tra il 13 e il 14 febbraio si scatenò l'inferno su Dresda. La città che all'epoca contava circa 650mila abitanti, più sembra, oltre 500 mila profughi dalle vicine città già conquistate dai Russi, fu colpita da tre ondate di bombardieri. Le prime due Inglesi e la terza Americana.Qui tutto è descritto molto bene e c'è anche un riepilogo di quanto detto nei post precedenti:http://cronologia.leonardo.it/storia/a1945n.htmQui un altro bel punto di vista:http://it.wikipedia.org/wiki/Bombardamento_di_DresdaFino a quel giorno Dresda era stata solo sfiorata dalla guerra perché non vi erano insediamenti militari rilevanti, non vi erano industrie belliche, non c'erano insediamenti industriali di particolare dimensione. Era una città d'arte, affollata di civili e di profughi, poco guarnita di difese antiaeree. Però aveva due caratteristiche che la condannarono sull'altare della guerra reale. Era molto facilmente infiammabile in quanto quasi tutti gli edifici del centro erano realizzati in legno, e si trovava molto ad est, nel pieno del territorio che sarebbe stato sotto l'influenza russa.Quello che accadde quella notte è stato ampiamente descritto dallo scrittore americano Vonnegut che si trovava prigioniero di guerra nei dintorni della città e si salvò rifugiandosi in un mattatoio. Da qui il titolo MATTATOIO N.5Egli stesso per raccontare una storia così tremenda impiegò oltre 20 anni a scriverlo (fu pubblicato nel 1969) e lo fece sotto forma di romanzo, come a stemperare una realtà troppo dura da accettare.Tra l'altro il sottotitolo è LA CROCIATA DEI BAMBINI e fa riferimento ad un altro episodio tremendo della nostra storia.Anche qui c'è una bella descrizione e i commenti aggiungono aspetti interessantihttp://www.maristaurru.com/index.php/Articoli/Dresda-Tempesta-di-fuoco-un-massacro-disumano.htmlQui per un paio di filmati molto suggestive per capire bene la crudezza di quel che successe: Tra i 350mila e il mezzo milione di morti. Poi ci sarebbero da contare i feriti, quelli sotto shock, i parenti rimasti in vita, ma ugualmente morti nello spirito, assieme agli arsi vivi, gli amici. Le case con "un'assenza apparecchiata per cena", come cantava De Andrè.L'equivalente di una città come Bologna, Firenze, Venezia. Un enorme incendio per un mare di dolore.E tutto questo pensato e realizzato dall'uomo.