SCOMPASSANDO

Domenica 31 Ottobre 4a motostrapazzata 2010 (in casa nostra)


Stamattina, nonostante il cielo minaccioso, alle 8.30 un folto gruppo di moto era presente in piazza. Non sapremo mai chi c'era perché il diavolo c'ha messo lo zampino e la lista completa dei partecipanti a quest'ora, visto il vento, sarà arrivata in Toscana 
Tutti ottimisti, vista la temperatura mite (per fine ottobre) e tutte le previsioni concordi a mettere la pioggia solo tardo pomeriggio e sera.Infatti facciamo in tempo a partire, traversare Orciano, Mondavio e San Lorenzo che sulla strada per Sassoferrato cadono le prime gocce che consigliano una breve sosta per decidere se proseguire o meno e per la doverosa vestizione antipioggia (che i meno ottimisti si erano portati dietro fidandosi un po' meno di me delle previsioni TUTTE CONCORDI).
Ovviamente i Dragoni non si fanno intimorire da una NUVOLA PASSEGGERA e decidono di proseguire per l'itinerario previsto inizialmente (beccandosi una 50ina di km sotto l'acqua!). Da Sassoferrato si procede dunque per la bellissima gola che porta a Scheggia (se c'è il sole è anche più bella però). Rabbocco lo striminzito serbatoio dell'Aprilia e si procede concordi verso Cantiano, poi da lì percorriamo l'angusta via che passando per Palcano attraversa Moria e sbocca sulla Strada Cagli-Pergola nei pressi di Pianello. Sosta ristoratrice al bar di Pianello ove qualcuno decide di prendere la strada di casa, non sapendo dei rischi che questo comportava ( 
 scherzo ) e di quel che si perdeva sul Monte Nerone, la cui scalata da li sotto non sembrava invece promettere niente di buono!Mentre siamo ancora al bar giunge la telefonata di Marco e Clizia cui purtroppo l'asfalto viscido di una curva a destra ha giocato un brutto tiro, mettendo a dura prova la resistenza dell'abbigliamento e di manubrio, specchio e borse del TDM.Per fortuna niente di grave: danni fisici quasi nulli, alla moto niente che non si possa riparare con qualche banconota verde e un po' di madonne, idem per abbigliamento, mentre il morale di Marco avrà bisogno di un po' di permanenza in clinica 
Aggregati gli amici con il gruppo dei rientranti a casa per pranzo, i (pochi) superstiti si cimentano con la scalata al Nerone passando (ovviamente), per la strada più stretta ed impervia: per Cerreto, con una piccola divagazione per Peia, per cercare un arco naturale di roccia, che non si riusciva a trovare. Salendo, anche se aveva smesso di piovere ci siamo trovati immersi in due elementi naturali: la nebbia costituita da basse nuvole dense
e da tanta cacca sparpagliata qua e là dagli abitanti del luogo (le mucche), che cercavamo con ogni mezzo di dribblare, con alterni successi. Purtroppo causa umidità la macchinetta fotografica ha deciso di non memorizzare le foto di mucche, cavalli, pietre commemorative del giro d'Italia dell'anno scorso, e dragoni umidi e intirizziti.Giunti in cima, immersi nella nebbia più fitta
arriva puntuale la telefonata della presidentessa che ci richiama all'ordine imponendoci di dare un taglio alle nostre divagazioni e di guadagnare immantinente la strada per il desio.Lottando contro forti raffiche di vento scendiamo verso Piobbico per la stradina stretta e sconnessa sbucando nella strada che collega Piobbico con Rocca Leonella e Secchiano. 
Ormai il vento ha spazzato le nubi e anche il fondo stradale è quasi completamente ascitutto e possiamo goderci un po' di chilometri di guida divertente e spigliata. A Secchiano compattiamo il gruppo e in rigorosa fila indiana percorriamo i pochi km che ci separano dal Poggio e dalla sua fantastica carbonara (anche la tagliata però non è da buttare via! 
 ).Il resto è storia nota (poi se qualcuno vuole approfondire... ). Io dico solo che ho previsioni di fine digestione per mercoledi pomeriggio prossimo e tornare a casa è stato un impegno mica da ridere.Tra l'altro credo che Mauro in superstrada si sia addormentato visto che ho cercato di salutarlo in tutti i modi, lampeggiando, mettendo frecce e sbracciandomi, ma lui ha proseguito imperterrito alla stessa andatura (88 km/h), verso casa senza accennare alcunché e se non si è svegliato o finito la benzina sta ancora andando chissà verso dove
 Alla fine, come sempre, e nonostante le traversie metereologiche o disgraziate, è stato un bel giro divertente e simpatico coronato da una mangiata gustosa e epicamente abbondante!