LUNABIANCA

Siamo molto più semplici di quanto ci crediamo o ci fanno
credere.C’è spesso nei comportamenti umani un atteggiarsi di fronte
alle cose, frutto di condizionamenti.

Si mente, ma soprattutto si mente a se stessi.
Si mente per compiacere, per essere amati, osservati.
Nell’era della multimedialità, e comprenderei anche
internet, non ha importanza ciò che si è, ma ciò che gli altri vogliono da noi. Una trappola dalla
quale bisogna scappare per riprendere consapevolezza di noi stessi.

Scegliamo quindi tra ciò che vogliamo essere o ciò che
vogliamo apparire. Ma che sia frutto di una nostra scelta, assumendocene la
responsabilità .

L’attimo fuggente

Le lezioni del Professor Keating


“Carpe diem”

I lezione



Cogliere l’attimo per rendere speciale la nostra esistenza.



Fischiettando, il professor Keating entra in aula, si avvicina agli alunni, gira trai banchi e si dirige verso il fondo dell’aula, guadagnando l’uscita, poi, sporgendo la testa dentro, invita gli studenti a seguirlo fuori.



Keating: “Su, andiamo!”

Risatine ironiche da parte dei ragazzi.

Un alunno: “Dov’è andato?”

Un altro: “E chi lo sa!”

Molti: Dai, andiamo, su forza!”



Nell’atrio



Keating: “O Capitano, mio capitano!” Chi conosce questi versi? Non lo sapete? È una

Poesia di Walt Whitman, che parla di Abramo Lincon. Ecco, in questa classe

potete chiamarmi professor Keating o se siete un po’ più audaci, “O Capitano,

mio Capitano”

Ora dissiperò alcune voci anziché non inquinino i fatti. Certo, anch’io ho

frequentato Welton e sopravvivo, comunque, a quel tempo non ero la mente

eletta che avete di fronte, ero l’equivalente intellettuale di un gracile corpicino.

Andavo sulla spiaggia e tutti mi tiravano i libri di Byron in piena faccia.

Allora, vediamo, Pitts, da qualcuno bisogna cominciare, dunque, chi di voi è

Pitts? Molto bene, vuole aprire il suo libro a pagina 503?

Pitts: “O vergine cogli l’attimo che fugge?”

Keating: “Sì, proprio quella, è appropriata, no?”

Pitts. “Cogli la rosa quando è il momento,

che il tempo, lo sai, vola

e lo stesso fiore che sboccia oggi,

domani appassirà”.

Keating: “Grazie mille, Pitts.

“Cogli la rosa quando è il momento” in latino, invece, si dice “Carpe diem”. Chi

lo sa che cosa significa?”

Maeks alza il dito e risponde: “Carpe diem, cioè cogli l’attimo”.

Keating: “Molto bene, signor?”

Maeks: “Maeks”.

Keating: “Maeks, mi ricorderò il suo nome.

“Cogli l’attimo, cogli la rosa quando è il momento”.

Perché il poeta usa questi versi?

Charlie: “Perché va di fretta!”

Keating: “No, diing! Grazie per aver partecipato al nostro gioco. Perché siamo cibo per

i vermi, ragazzi! Ognuno di noi, un giorno smetterà di respirare, diventerà

freddo e morirà. Adesso, avvicinatevi tutti e guardate questi visi del passato –

e indica le foto di classe del passato esposte insieme ai trofei e alle coppe

nella vetreria dell’Accademia – Lì avete visti mille volte, ma non credo che li

abbiate mai guardati, non sono molto diversi da voi: stesso taglio di capelli,

pieni di ormoni come voi, invincibili come vi sentite voi. Il mondo è la loro

ostrica, pensano di essere destinati a grandi cose, come molti di voi, i loro

occhi, pieni di speranza, proprio come i vostri. Avranno atteso finché non è

stato troppo tardi per realizzare almeno un briciolo del loro potenziale?

Perché vedete, questi ragazzi, ora, sono concime per i fiori, ma se ascoltate

con attenzione, li sentirete bisbigliare il loro monito. Coraggio, accostatevi,

sentite?

“Carpe diem, carpe diem… cogliete l’attimo, ragazzi,

rendete straordinaria la vostra vita”.

Lo stendino in camera, fuori si prepara un forte temporale.

Passa l'aria dalla finestra che muove la biancheria stesa.

Domani, un altro giorno. Sento l'aria nei piedi. E' una piacevole sensazione.

Domani... sì domani, un altro giorno. Per qualcuno sarà ricco di emozioni. Per molti la

vita di tutti i giorni.

Domani.

Avevo detto luoghi, ma viaggiando su internet e per blog, mi rendo conto quanto bisogno c'è di essere ascoltati, di essere amati, di piacere, di essere.

Si potrebbe chiamarlo in alcuni casi egocentrismo, stare al centro dell'attenzione. Questo succede quando nella vita di tutti i giorni, nella vita reale la nostra persona, il nostro essere, soprattutto dalle persone che ci vivono accanto sfugge. A parte i casi di indifferenza assoluta, si desidera ogni giorno e questo credo valga per tutti, un gesto, una parola che ci possa far pensare: io ci sono, ti sento, mi ricordo di te.

Ma ciò che vale per se stessi spesso vale anche per gli altri.

Ci sono solisti e coristi. A volte ci sentiamo l'uno e a volte l'altro. Forse conviene aderire a ciò che ci rende più felici e sereni.

Viaggiare. Una di quelle cose che farei sempre, ma ci vuole tempo e denaro.

Ci si può adattare certo, ma si deve mangiare, pagarsi il viaggio. qualcosa da vestire...

Ammiro i giovani che osano, che prendono e vanno, magari soli. Realizzano un loro progetto.

Si può viaggiare a tutte le età, ma quando si è giovani o comunqe senza famiglia tutto è più semplice.

C'è chi viaggia con la fantasia, affascinato dai racconti di altre persone... si può fare e tutto sommato è meglio di niente.

Il viaggio che voglio fare è per luoghi, ma non solo.

Un viaggio solitario?

tutt'altro!

Passammo l'estate
su una spiaggia solitaria
e ci arrivava l'eco di un cinema all'aperto
e sulla sabbia un caldo tropicale
dal mare.
E nel pomeriggio
quando il sole ci nutriva
di tanto in tanto un grido copriva le distanze
e l'aria delle cose diventava
irreale.

Mare mare mare voglio annegare
portami lontano a naufragare
via via via da queste sponde
portami lontano sulle onde.

A wonderful summer
on a solitary beach
against the sea
"le grand hotel Sea-Gull Magique"
mentre lontano un minatore bruno
tornava.

Mare mare mare voglio annegare...