LUNABIANCA

ORAZIO CARPE DIEM


L’attimo fuggente Le lezioni del Professor Keating “Carpe diem” I lezione Cogliere l’attimo per rendere speciale la nostra esistenza. Fischiettando, il professor Keating entra in aula, si avvicina agli alunni, gira trai banchi e si dirige verso il fondo dell’aula, guadagnando l’uscita, poi, sporgendo la testa dentro, invita gli studenti a seguirlo fuori. Keating: “Su, andiamo!” Risatine ironiche da parte dei ragazzi. Un alunno: “Dov’è andato?” Un altro: “E chi lo sa!” Molti: Dai, andiamo, su forza!” Nell’atrio Keating: “O Capitano, mio capitano!” Chi conosce questi versi? Non lo sapete? È una Poesia di Walt Whitman, che parla di Abramo Lincon. Ecco, in questa classe potete chiamarmi professor Keating o se siete un po’ più audaci, “O Capitano, mio Capitano” Ora dissiperò alcune voci anziché non inquinino i fatti. Certo, anch’io ho frequentato Welton e sopravvivo, comunque, a quel tempo non ero la mente eletta che avete di fronte, ero l’equivalente intellettuale di un gracile corpicino. Andavo sulla spiaggia e tutti mi tiravano i libri di Byron in piena faccia. Allora, vediamo, Pitts, da qualcuno bisogna cominciare, dunque, chi di voi è Pitts? Molto bene, vuole aprire il suo libro a pagina 503? Pitts: “O vergine cogli l’attimo che fugge?” Keating: “Sì, proprio quella, è appropriata, no?” Pitts. “Cogli la rosa quando è il momento, che il tempo, lo sai, vola e lo stesso fiore che sboccia oggi, domani appassirà”. Keating: “Grazie mille, Pitts. “Cogli la rosa quando è il momento” in latino, invece, si dice “Carpe diem”. Chi lo sa che cosa significa?” Maeks alza il dito e risponde: “Carpe diem, cioè cogli l’attimo”. Keating: “Molto bene, signor?” Maeks: “Maeks”. Keating: “Maeks, mi ricorderò il suo nome. “Cogli l’attimo, cogli la rosa quando è il momento”. Perché il poeta usa questi versi? Charlie: “Perché va di fretta!” Keating: “No, diing! Grazie per aver partecipato al nostro gioco. Perché siamo cibo per i vermi, ragazzi! Ognuno di noi, un giorno smetterà di respirare, diventerà freddo e morirà. Adesso, avvicinatevi tutti e guardate questi visi del passato – e indica le foto di classe del passato esposte insieme ai trofei e alle coppe nella vetreria dell’Accademia – Lì avete visti mille volte, ma non credo che li abbiate mai guardati, non sono molto diversi da voi: stesso taglio di capelli, pieni di ormoni come voi, invincibili come vi sentite voi. Il mondo è la loro ostrica, pensano di essere destinati a grandi cose, come molti di voi, i loro occhi, pieni di speranza, proprio come i vostri. Avranno atteso finché non è stato troppo tardi per realizzare almeno un briciolo del loro potenziale? Perché vedete, questi ragazzi, ora, sono concime per i fiori, ma se ascoltate con attenzione, li sentirete bisbigliare il loro monito. Coraggio, accostatevi, sentite? “Carpe diem, carpe diem… cogliete l’attimo, ragazzi, rendete straordinaria la vostra vita”.