SEMPLICE.E.ANGEL

La notte è lunga


Per chi dorme in strada e non è stata una sua scelta, prendere sonno non è facile: i luoghi dove i senza dimora si riparano per la notte, oltre ad essere mancanti di qualsiasi comodità, sono anche molto rumorosi. Dopo aver bevuto il sonno diviene così profondo da non sentire più né il freddo, né la posizione scomoda, né la confusione intorno. Il nemico più grande di chi vive per strada è la solitudine: intere giornate trascorse in giro per la città in mezzo a centinaia di persone, ma soli. Nella solitudine il peso dei ricordi, la preoccupazione per il presente e per il futuro diventano più pesanti: l'unico modo per fuggire è stordirsi sperando di dimenticare. Al freddo o al caldo, alla fame ed alla solitudine spesso si aggiunge la vergogna per la propria condizione. 
   Spesso sono persone non più giovanissime che hanno attraversato un momento di crisi nella loro vita, forse superabile se avessero avuto il sostegno necessario e che è invece diventato l'inizio di un itinerario graduale, ma irreversibile di esclusione dalla società. Per chi vivere?  In queste persone non si spegne il desiderio della vita "normale", ma il loro stato attuale è tale da farlo apparire un sogno irrealizzabile. La loro esistenza spesso oscilla tra il desiderio di cambiare vita e la paura di non riuscire a ricominciare da capo. Il più delle volte non è il desiderio di smettere che manca, ma le motivazioni per le quali farlo.