Parole...

Quello che ci spaventa


 È storia vecchia e risaputa come i salti generazionali possano creare difficoltà –talora apparentemente insormontabili- nel dialogo tra le persone. Spesso la prima dolorosa esperienza la si ha in famiglia –banco di prova e luogo privilegiato- dove più di frequente si consumano,coi figli,le piccole tragedie di quest’assenza di comunicazione. E anche se più volte mi sono chiesto quale potrebbe esserne il motivo,non credo di essere mai giunto che a conclusioni appena soddisfacenti. Così ,sperando di fare chiarezza nei miei pensieri,ho pensato di scrivere a te,a te –giovane e “piccerella”-che ti sei defilata appena hai avvertito che cominciavo ad avere bisogno di te.Quando hai pensato di porre fine alla nostra “corrispondenza” ho avvertito che la mancanza delle attenzioni distratte e delle tue acerbe dolcezze,ma soprattutto la mancanza del tuo distinguo,delle tue precisazioni e della tua quasi irruenza verbale era divenuta quel vuoto che aveva preso il posto della consapevolezza che –forse- sarebbe potuto nascere un’amicizia. Ma so anche un’altra cosa:che l’amicizia –a spaventare un’anima- non è seconda a nessuno…nemmeno all’amore. Forse è per questo che ho capito…e accettato che tu te ne sia andata.Ma poiché nulla nasce e si costruisce –nemmeno un dialogo- se appena siamo spaventati,allora perché non fingere che un legame già esista? Così –mi son detto- potrò nuovamente scrivere alla mia “vecchia piccerella” amica…e non importa se non ci saranno risposte a questa mia,e a ogni altra che verrà.Ma soprattutto desideravo scriverti perché quello che ci spaventa tu lo conosci…e così so che capirai –e perdonerai- anche tutte le mie paure.