Creato da pappacorni il 28/05/2010

IF YOU LISTEN...

in silenzio... per tenerti ancora la mano mentre dormi...

 

 

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Post n°131 pubblicato il 15 Gennaio 2012 da pappacorni

 

Il ricordo

ha il profumo dell'egoismo

che asserve il bisogno di  un'astinenza.

Commenti al Post:
pseudoanonimato
pseudoanonimato il 15/01/12 alle 17:26 via WEB
è vero! a volte assale la crisi d'astineza da passato. il problema è che non ci sono pusher di passato! occore soltanto cambiare sostanza da cui un giorno di avvertirà nuovamente la dolorosa astinenza. ci sono però cose che non tornano e non possono essere sostituite. probabilmente è egoismo...o solo nostalgia... rammarico che la propria vita sia stata divorata da scelte avventate...anche se la disperazione è lontana, la nostalgia rimane. Fortunatamente la natura mi ha dotato di scarsa memoria! hahaha :)
 
 
pappacorni
pappacorni il 15/01/12 alle 18:24 via WEB
I dolori si ha necessità di viverli fino in fondo affinchè diventino futuro senza crisi di astinenza. Cambiare una sostanza con l'altra, se non si è incamerato un dolore, è un'arma a doppio taglio che produce soltanto una consapevolezza maggiore di un'astinenza che cresce nel confronto forzato... ci sono persone che non si dimenticano neanche nell'accettazione della mancanza perchè ci appartengono come sangue, come vita... no io la mia memoria ce l'ho tutta e non ci rinuncerei per niente al mondo, perchè, se anche è sofferenza, so che mi appartiene perchè l'ho vissuta con tutta me stessa, perchè mi ha lasciato tanto in più di un semplice ricordo che sfuma nella memoria del tempo. Il rammarico delle scelte avventate prima o poi ci sfiora tutti ma si può accettare solo se si riesce a perdonarsi o perdonare, a differenza dei casi, ma non si dimentica...
 
pseudoanonimato
pseudoanonimato il 18/01/12 alle 16:26 via WEB
sai shan, hai sampre parole così calibrate ed opportune che è difficile darti torto. anche se la mia visione del passato e del vissuto è diversa. sento spesso la sensazione di essere stato risucchiato dagli eventi, dalle pulsioni, dalle vanaglorie, da scelte di altri, dal rifiuto delle stesse, da inganni che tiravo a me stesso, dagli inganni che altri tiravano a se stessi...non è un passato di fiera cosapevolezza, il mio.anche se nel momento in cui era presente, pensavo lo fosse. così il mio passato dipinge una personalità nella quale non mi riconosco, non perchè la aborro ma semplicemente perchè non riesco ad afferrarne il senso, il filo coduttore. sto diventando molto più fatalista, questo mi aiuta a delegare all'imponderabile parte della responsabilità che altrimenti mi schiaccerebbe. Caso con la C maiuscola o minuscola? non lo so.sono troppe le cose che non conosco per riuscire a fare un bilancio. il passato senza un bilancio dello stesso è solo vissuto, non è esperienza. infatti il mio passato è solo vissuto e non esperienza. se mi trovassi nuovamente a fare le scelte che ho fatto nella mia vita non conoscendone il risultato finale,così come accadeva in quel presente, rifarei probabilmente le stesse cose.ero allora destinato, mosso da un ingranaggio dal quale non si sfugge? anche in questo caso il passato mi interessa poco, non è realmente ne idealmente mio...
 
 
pappacorni
pappacorni il 18/01/12 alle 22:03 via WEB
Non concordo con ciò che dici... "il mio passato è solo vissuto e non esperienza"... ogni vissuto lascia qualcosa di sè nel bene o nel male... e il male può divenire bene se solo si cerca di comprendere il significato intrinseco a ciò che ci punisce oggi come coscienza, come capacità di riconoscere il perchè di un'assenza nostra all'evolversi degli eventi che subiamo o infliggiamo pur vivendoli... il porsi nella condizione di dover condividere una responsabilità personale col "Caso" credo che sia già un inizio di coscienza che ci pone davanti a risposte da ricercare... chiudere i conti con sè stessi e con la vita è sempre difficile ma il non riconoscersi in un passato vissuto è come dire "Ho deciso sbagliando ma me ne lavo le mani perchè non ero io"... io non conosco il contesto cui appartiene la tua storia ma credo che i conti debbano tornare sempre e debbano uscire sempre in pari da ambedue le parti affinchè diventino esperienza... la negazione di ciò è stato e resterà sempre un non vissuto, che ripeterà gli stessi errori, se non ne trai qualcosa. Gli ingranaggi... sono ovunque, muovono il mondo, l'umanità, e allora? Dobbiamo attendere che ci schiaccino solo per caso o possiamo fare in modo che si muovano con un tempo che ci appartiene?
 
pseudoanonimato
pseudoanonimato il 19/01/12 alle 04:00 via WEB
no, shan, non me ne lavo le mani...è questo il problema. o meglio, gli effetti di certi errori di valutazione, dell'interpretazione di certe pulsioni e la loro conseguenza ce li portiamo finchè campiamo.ogni istante il presente ce lo ricorda."Se solo avessi agito diversamente, se solo!...ma le scelte,felici o infelici, sono frutto di una molteplicità di fattori così straordinaria che il solo attribuirne la responsabilità alla propria volontà è quantomeno riduttivo. a meno che si voglia essere giustizialisti, che verso se stessi significa inquivocabilmente essere penalisti...ma a questo ci pensa già lo stato...quindi il buon vecchio cilicio monacale potrebbe fare al caso mio...:) capisco l'idealità di quello che cerci di comunicarmi, davvero. ma fatico a collocare la mia esperienza, seppur molto limitata, all'interno di una logica positivista. la mia vita per ora è solo vissuto, doloroso. forse un giorno, quando la burrasca comincerà a placarsi, o quando l'animale sarà morente e rimarrà solo l'uomo, forse allora potrò tirare qualche somma e giustificare il dolore con la coperta dell'esperienza...
 
 
pappacorni
pappacorni il 19/01/12 alle 05:18 via WEB
In pvt ti avevo anticipato che la mia risposta potesse essere frutto di una erronea interpretazione delle tue parole... e infatti mi rendo conto che il concetto del "me ne lavo le mani" l'ho espresso in maniera pedestre e scoordinata perchè voleva avere un altro senso che non ho saputo comunicare nel giusto modo... non volevo intendere "me ne frego", usando un termine piuttosto inflazionato, ma volevo evidenziare il senso di questa profonda ferita, che distingue il tuo vissuto, che non riesce a rimarginare e che condiziona inevitabilmente anche il presente con la conseguenza logica di tutti quei "SE" che si trascina dietro... logico che gli errori commessi non passino mai in secondo piano per tutta la vita, come trovo logico che la colpa, se così vogliamo chiamarla, non può essere attribuibile a un singolo, ma a una molteplicità di fattori concomitanti che ne hanno favorito l'essere... anche se non può essere una giustificazione credo però che sia un buon punto di partenza per cominciare a raggiungere un compromesso che ci permetta di vivere un presente accettabile anche se non privo di colpa... l'andare avanti con una "coscienza cosciente" dei propri limiti e delle nuove possibilità... comprendo, con tutti i limiti della mia non esperienza, la difficoltà di un pensiero positivista allo stato attuale delle cose, e mi accorgo che in fondo il mio pensiero non si discostava troppo dal tuo, solo che tu l'hai reso infinitamente meno contorto... posso aggiungere solo "Coraggio!"... ma mentre lo dico mi rendo conto che quello non ti manca certo! :)))) Ti abbraccio con un sorriso che spero sia d'incoraggiamento!
 
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