DOVE OSANO LE PECORE

Post N° 266


Non c'è stato un momento in cui l'ho capito. Però c'è stato un momento in cui hai slacciato il fiocco di seta nera da dietro alla mia nuca ed ha delicatamente appeso al chiodo la maschera di cartapesta colorata di rosso e di bianco.Magari già la prima notte. Faceva un freddo.Enumerare quelle minuscole attenzioni che mi hai sempre riservato non servirebbe a giustificare il senso di impotenza che ho provato, quasi istantaneamente, di fronte alla tua presenza.Alla tua persona.Disarmante pensare a quanto ho potuto sorridere la notte che ci ha presentati fianco a fianco. Impotente io, come ho detto, nel resocontare alle cinque del mattino davanti alla città che stava addormentandosi allora che TU STAVI GIA' NEI MIEI PENSIERI.Scoprire giorno dopo giorno (qualche volta settimana dopo settimana) che provavamo le medesime sensazioni mi ha catapultata indietro nel tempo.Prima volta che accade; perché a 23 anni non puoi pensare di avere così tanti "dietro" da contrapporre ai "davanti" del quotidiano che vivi.Quando ti vedevi poco, non stavi sempre assieme, e cominciava a gontare l'emozione già qualche ora prima dell'incontro.Incontri prima casuali, poi casualmente costanti, poi costantemente cercati.Quando ti facevi gli squillini a distanza di ventiquattro ore precise precise e aspettavi qualche minuto (sempre meno di dieci; ma più di cinque) per ricambiarne uno.Quando chiedersi cosa fai, dove sei, ti diverti era tutt'un modo per sentirsi accanto; e la timidezza di un Qualcosa che nasce non lasciava troppa iniziativa alle altre spavalderie.Tutto risplende nella sua patina adolescenziale come anni addietro.
E adesso senza maschera ho mollato gli ormeggi: è ora di andare.Incontro a qualsiasi tempesta, pur di non smettere di sentire quello che sento.Ho trovato un braccio caldo appoggiato sul mio fianco sinistro.Una mano intrecciata alla mia con la stretta decisamente impegnativa.Ho trovato un bacio di una dolcezza disarmante. Sentito, voluto, atteso. Non un bacio rubato; un bacio legittimamente preteso."Poi d'improvviso mi sciolse le manie le mie braccia divennero aliquando mi chiese "conosci l'estate?"io per un giorno, per un momento, corsi a vedere il colore del Vento".