Mi ricordo quando domavo il transpallet a furia di corda.
Scappavo dalle grida del babbo e non lo sapevo, ma rincorrevo l'infanzia.
Mi ricordo quando non c'erano nemmeno le pareti.
Il tonfo delle macchine da stampa, delle presse, delle fustelle. Lo usavo a metronomo per le sonatine di Mozart.
Ora mi volto, questo capannone č diecimila volte pių grande di ieri mattina.
Ora abbiamo solo le pareti.
Scalavo senza protezioni le montagne di bancali, toccavo le vasistas piene di cacate di piccioni, e per me quelle erano le porte del Paradiso.
Mi hai chiesto di mettere in ordine le pratiche in sala campioni: "Se qualcosa ti piace, mettilo da parte. Il resto, al macero".
La mia grafia delle elementari sulla costa dei faldoni: "Babbo guarda qui, facevo i disegnini, ma non mi sgridavi?! "
"Non me lo ricordo questo. Ricordo che facevi sparire tutti i pantoni".
Voltandomi il senso di vuoto č diecimila volte pių grande di ieri mattina.