Non avrei mai pensato che sarebbe stato così.
Non volevo che lo fosse, ma in effetti non mi sono impegnata spasmodicamente per far sì che le cose andassero in modo diverso.
La sensazione è di non potersi arrabbiare col fato, di non potersela prendere col destino avverso.
La sensazione, è quella di aver traccheggiato troppo.
Di essermi continuamente perduta, ed ennesimamente ritrovata in tanti, troppi momenti.
Ora salgono le lacrime agli occhi con la facilità delle aste che si flettono al vento.
Il turbinìo è immenso, la paura è tanta, la sensazione è quella di non potercela fare.
...sarebbe bello credere, convincermi, che la vicinanza degli altri aiuta.
Così non è.
Passano gli anni e sono poche le voci in grado di tranquillizzarmi.
...e tutti quelli che oggi incrociano il mio cammino trovano una persona spaventata, colpevole, rassegnata.
Mi ripeto quotidianamente che l'autotraining in queste ore è fondamentale. Ho le giornate talmente dense, da non aver tempo di deprimermi.
Ma la sera arriva per tutti, e anche la notte: veicolo di silenzio, benché addolcita a voltte dalla voce dolce di un amico, a volte dalle dita di Rachmaninoff...
Arriva mi lascia sgomenta, nuda di fronte all'enormità.
Così mi stringo nelle coperte. Immagino un sorriso, spesso accendo la luce per rivederlo ancora ed ancora, sempre lì sopra la mia testa, da anni anni e anni...
Non mi dà forza.
Ma quiete.
...e quanto significa oggi, alle soglie di tutti questi stravolgimenti, racimolare la quiete necessaria per appisolarsi qualche ora...
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