Creato da: piccodgl il 29/04/2006
AFFERMANDO LA MARGINALITA' DELLA META; A PATTO CHE SI PERCORRA ONESTAMENTE LA STRADA.

 

 

Post N° 280

Post n°280 pubblicato il 19 Giugno 2008 da piccodgl
 

Ci siamo incantate a guardare la Luna stagliarsi sopra il campanile.
E' stata una serata tiepida, soffusa.


Fra qualche ora salirai su un bus che ti porterà lontano da qui.
Mi sembra di vederti dormicchiare sul sedile, musica alle orecchie, forse un bel voto in tasca a Diritto Pubblico Comparato. Forse.

"Mon Amour".
E' bello sentirmi chiamare amore, dopo tanto tempo. Come se desse il ritmo a questa nostra musica.
Non sono triste per la tua partenza, non potrei nemmeno sforzandomi. Hai bisogno della tua casa, della tua famiglia, del tuo paesino arroccato sul cucuzzolo dove non c'è niente parte un vecchio castello che nessuno visita mai.

Mi sono girata nel letto per circa due ore prima di smettere di sentire i cani ululare dall'altra parte del recinto. Quegli stupidi cani che abbaiano solo di notte.
Già il sonno tardava a venire.
Immaginavo la tua stanza. Lo specchio, i libri sparpagliati sul tavolo. La luce del comodino che si spegne solo a pugni.
...e la televisione che riprende colore quando spegni la lampada.
Il lampadario orribile. Jim Morrison, Iggy Pop, Jimi Hendrix, Caparezza, Che Guevara, Falcone e Borsellino, Umbria Jazz 2007, Metallica.

Immaginavo le tue braccia. Gli "espropri proletari" e i treni che sistematicamente m'hai fatto perdere a forza di espropriare le mie scarpe. I nostri baci sotto il palco della Rino Gaetano Band, e la pioggia. Il tuo ombrello. La pasta con la panna e il dado.
Il risotto che pareva una minestra. La carta igienica rosa e profumata (!!), i tuoi "via tutto", Antonella nell'armadio, e mille altre stupidate che fanno così bene al cuore.

Voltandomi indietro scorgo due persone che stanno costruendo. Fermarsi un momento, perché magari uno è stanco, non potrà fare così male.
Paziente non lo sono mai stata.
Ma stavolta imparerò per te, e in definitiva anche per me, ad assaporare questa lontananza come l'Overture di un'era nuova.

...perché cambio io, ma cambieremo noi. E quando lo stesso bus ti riporterà qui -e spero che accada presto- molto sarà mutato.
Non c'era regalo migliore che potessi farti.
Buon viaggio. "Mon amour"


 
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Post N° 279

Post n°279 pubblicato il 13 Giugno 2008 da piccodgl
 


"E’ un motivo per alzarmi al mattino, è un motivo per dimagrire, per
entrare nel vestito rosso. E’ un motivo per sorridere e pensare che il
domani sarà bello.
Sono contenta di poter pensare al vestito rosso,
alla televisione, a te, a tuo padre… Adesso quando sto fuori al sole io
sorrido."

-Requiem for a Dream, Darren Aronofsky, USA 2000-



...e passare ore a pensare: c'è, nelle profondità di ognuno di noi, un vestito rosso?


 
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Post N° 278

Post n°278 pubblicato il 09 Giugno 2008 da piccodgl
 

In questo modo devono sentirsi quei grandi uomini che scoprono la cura, l'estratto, la combinazione.
Quei dottori delle scienze e della ragione, che nell' attimo antecedente l'ingresso del loro nome nella Storia, aggiustando il tiro; sintetizzano quella che potrebb'essere la scoperta del secolo.
Roba da Guinnes, roba da manuali di storia.

Una sensazione quasi mistica: credo che si sentano dei medium.
Tramiti, non so come spiegarlo, tra un'intuizione geniale e l'universo delle cose che si toccano. Fra ciò che empiricamente c'è -una sofferenza, un male, un dolore ma anche banalmente la realtà; già di per sé dolorosamente tangibile- e ciò che invece non ha forma, ma solo sostanza.

Proprio questo sentire m'incuriosisce e mi appare familiare; beninteso rimanga che nessuna mirabolante scoperta è stata posta in essere dalle quattro rotelle che mi girano in testa.
...eppure...
Trapassata da un' Intuizione di sola sostanza, infinitamente densa eppure tanto leggera da portare con me -tanto da adagiarsi sulla punta del mio naso...
Così mi sento nel rotolare degli eventi. Di questi inattesi eventi.

Come se m'avesse inondata un bagliore, facendosi sempre più vicino ma mai tanto da far male agli occhi.
E in attesa di farmi investire, recuperando tutte le forze allargavo le braccia: incredibilmente la luce mi ha attraversata -mi trapassa- ed ha portato me con Lei.
Proprio io, che volevo farle da schermo.




Non ho scoperto nulla, però mi sento importante.
Sì, così importante da finire su un libro di storia. In fondo la storia la scriviamo tutti, ognuno la sua, e retoricamente sono i nostri manoscritti intrecciati a fare quella dell'umanità.
Sono il tramite di un Sentimento. E non è roba da poco.





 
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Post n°277 pubblicato il 07 Giugno 2008 da piccodgl
 
Chissà

Lo pensai una mattina d'inverno, dopo aver aperto gli occhi e constatato che fuori pioveva.

Snocciolava una pioggerella leggera e costante, di quelle che non scrosciano ma sussurrano un fruscio -affatto fastidioso- mentre posano sul bosco già umido.

Pioveva, fuori, e nella stanza -dentro- risuonava Ingrid Michaelson.
E ancora più dentro alla stanza, dentro di me, sgocciolava la tristezza.
Piangevo anch'io con quella pioggia anche se -anche perché?- avevo appena ridestato la mente da un sogno, tutto sommato, delicatamente malinconico.

Mi chiedevo, fra l'altro, quando sarebbe arrivato il cambio di tempo.
In ogni Sonata cen' è uno. Di solito un Adagio, poi un Allegro e variazioni sul tema.
Il mio Allegro pareva tanto lontano, in quei momenti.
Mi domandavo stropicciando gli occhi quanto distava la felicità da quella stanza, da quel sentire freddo, da quel mio non-muovermi. Dalla panchina alla Montesca, dal parcheggio di Sant'Erminio. Da lui, quel lui non diventato noi, quel noi fortissimamente voluto, quel voluto che muta in abbandono. Abbandono di lui, e di nuovo freddo, senza la sua giacca rossa........




Chissà quando guarderò di nuovo questa pioggia senza che mi si annodi lo stomaco, senza che mi si sciolga lo sguardo dietro le lacrime.

Quel giorno è oggi.

 
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Post N° 276

Post n°276 pubblicato il 05 Giugno 2008 da piccodgl
 


Prendere sonno la notte sta diventando un'impresa titanica.
Penso.
Mi sento la febbre, ma non ce l'ho, è il mio cervello che gira da impazzire e mi scalda il capo.
Ho tante, troppe faccende di cui occuparmi.

Fra venti giorni entro nella mia vita nuova; e come mio solito non lo faccio bussando con i polpastrelli leggeri ma sbattendo la porta sonoramente dietro di me.
Prendere o lasciare, come mi sento ripetere spesso da qualche tempo; io sono così.
Il leitmotiv di questi pensieri è Caparezza, coi suoi deliri, con i suoi assoli e la sua vocetta stridula.

La vita vecchia mi sta ostracizzando.
Lo sta facendo mantenendo civili i rapporti, meno civili i toni della discussione... ma lo sta indubbiamente facendo.
Sapevo che sarebbe stato così. Indugiare oltre significava mostrarsi più ipocriti che mai.
Ciò contribuisce a rafforzare in me l'esigenza di fare fagotto; ma l'incertezza sul futuro si fa più pesante quando si cambia la lente con cui si esamina l'oggetto.
Prima sono vaghe elucubrazioni sul futuro, dopo diventano tangibili problemi da risolvere.

Potrò continuare i miei studi o dovrò arrendermi alla fine dell'era "universitaria"?
Troverò un lavoro che mi faccia guadagnare due spicci?
Sarò felice nella nuova casa, nella nuova città, nella nuova vita?
Saprò crescere in quelle cose alle quali non ho mai dato l'importanza che ora rivestono?
...e qui al N°34 come evolverà la situazione?
Fratello 1 darà i suoi esami con impegno? ...gli mancherò almeno 1/3 di quanto lui mancherà a me?
Fratello 2 quanto ci metterà a superare in altezza Genitore 1 -dato che la battaglia con Genitore 2 è già perduta? Quanti saranno i momenti in cui non sorrideremo insieme?
...e Genitore 2 smetterà mai di infognarsi nel terrore che io sia costantemente trascinata dai venti del Mondo tanto da non saper prendere una mia direzione?
Oppure smetterà di pensarlo, smetterà di pensarci, smetterà di pensarmi?
Riuscirò a vedere qualche volta l'unica amica che mi è rimasta in questo buco di città schifosa, o perderò anche lei?




 
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