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UN PAESE ARRETRATO!

Post n°2 pubblicato il 13 Febbraio 2008 da JoeNovembre

Il nostro è un paese arretrato sotto molti punti di vista, soprattutto per quanto concerne la mentalità ed il senso civico, ma anche per quel che riguarda le istituzioni. Quello uscito dalla carta costituzionale del 1948 era all'epoca, senza dubbio, un sistema istituzionale moderno, all'altezza dei tempi, anche se figlio delle paure esistenti per un possibile ritorno all'autoritarismo (paure che inevitabilmente hanno portato ad un meccanismo in cui l'esecutivo doveva avere "le mani legate” dalle camere).  Ora, tuttavia, le nostre Istituzioni ed il nostro sistema-Stato appaiono quanto mai obsolete. Avremmo bisogno almeno di 17 GRANDI RIFORME per portare il Paese al livello degli altri grandi Stati europei ed occidentali. Sarebbero necessarie le seguenti RIFORME:

  • LEGGE ELETTORALE PER LA RIDUZIONE DELLA FRAMMENTAZIONE PARTITICA: Con voto di preferenze espresso e che permetta l'elezione di parlamentari appartenenti ad un massimo di 4 o 5 partiti;

  • RIFORMA DELLE CAMERE: Soppressione della funzione legislativa a livello nazionale di una delle 2 Camere e del doppio voto legislativo;

  • RIFORMA DEI PARLAMENTARI: In carica per un massimo di 2 legislature (oppure per un massimo di 10 anni); contributi minimi per la pensione da parlamentare 10 anni; non eleggibilità per pregiudicati;

  • RIFORMA ISTITUZIONALE: elezione popolare del presidente della Repubblica che è anche capo del Governo e dell'esecutivo; egli non può sciogliere le Camere né essere destituito dal Parlamento (sistema Presidenziale o quasi - Presidenziale);

  • RIFORMA FISCALE: detraibilità di una percentuale dell'IVA (ad esempio il 5%)anche per le persone fisiche (in questo modo si abbatterebbe quasi totalmente l'evasione fiscale); auspicabile anche un taglio delle tasse sulle “Accise” dei Carburanti: siamo l’unico paese al mondo in cui si pagano le “tasse sulle tasse” (spesso si paga una percentuale di tassa anche sull’IVA, che è essa stessa una tassa!).

  • RIFORMA PER LE LIBERALIZZAZIONI ANTI-CASTA: Abolizione di ogni tipo di vincolo e totale liberalizzazione per i mestieri e le professioni (notai, avvocati, farmacie, tassisti, tabacchi, benzinai, ecc...);

  • RIFORMA DELLE TELECOMUNICAZIONI: privatizzazione di 2 reti RAI (una rimarrebbe pubblica per l'informazione istituzionale ma senza il pagamento del canone); nessun privato (o stretto parente) che possa essere possessore di più di 2 reti analogiche nazionali: in questo modo si eliminerebbe il duopolio e si svilupperebbe il pluralismo, e, con una maggiore concorrenza, anche la qualità dei prodotti televisivi; sarebbe risolto anche il conflitto d’interessi tra Potere politico e monopolio delle comunicazioni;

  • RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: privatizzazione di tutte le aziende pubbliche (tranne sanità ed istruzione); principio della maggiore efficienza attuato tramite: la possibilità di licenziare dalla pubblica amministrazione i dipendenti gerarchicamente subordinati che non sono sufficientemente efficienti; una percentuale (0,5%?) sugli utili delle aziende pubbliche riservato ai dirigenti ed ai loro subordinati che chiudano il bilancio in attivo a fronte di un servizio fornito apprezzabile;

  • RIFORMA DEL LAVORO: Grazie alle grosse entrate per lo Stato derivanti dall'abbattimento dell' evasione fiscale apportato dalla Riforma sull'Iva si abbassino del 20% le aliquote previste per l'Irpef e l'irpeg (in questo modo si darebbe respiro soprattutto alle imprese ed ai salari dei lavoratori dipendenti); per incentivare l'occupazione e l'abbattimento del lavoro sommerso si riduca, inoltre, di un ulteriore 20% l'aliquota prevista per le aziende che nell'anno precedente abbiano incrementato il loro personale di almeno il 20%;

  • RIFORMA DELLA GIUSTIZIA: certezza della pena; per le sentenze passate in giudicato dopo il 3° grado di giudizio la pena del condannato non può essere ridotta in alcun modo di oltre il 20% della sua durata prevista (per i reati di mafia esclusa alcuna possibilità di riduzione della pena); previsione della responsabilità civile, intesa come pecuniaria, (oltre a quella professionale) per i giudici: per ogni caso comprovato di errore nell'emissione di una sentenza (soprattutto penale) essi devono vedersi trattenere il 50% del loro stipendio annuo;

  • RIFORMA CONTRO LA CRIMINALITA' ORGANIZZATA: cambiamento della “mentalità mafiosa italiana" con il principio del buon esempio fornito da chi detiene incarichi politico-amministrativi; qualunque politico o amministratore pubblico, dunque, che venisse sorpreso ad incassare una tangente, ad effettuare favoritismi o abusi di potere (anche semplicemente nella insana e consueta pratica delle "raccomandazioni" per i concorsi pubblici), si vedrebbe radiato a vita da qualsiasi incarico politico-amministrativo; istituzione di un ente Anti-Racket, che fornisca a chi ritiene di aver ricevuto una richiesta estorsiva una vigilanza di due agenti 24 ore su 24 presso l'azienda e l'abitazione per la durata di un anno (il richiedente dovrebbe in tal caso corrispondere solo il 20% dei costi di tale vigilanza). Legalizzazione delle droghe e della prostituzione ("chi vuol buttarsi nel pozzo con le proprie mani è libero di farlo"). In tal modo si taglierebbe alle "Mafie" ogni fonte di guadagno.

  • RIFORMA DELLE PENSIONI: dopo aver "dissanguato" le casse dell'INPS per 50 anni con un meccanismo che prevedeva l'entrata in pensione per molti (soprattutto nel settore pubblico e nelle forze armate) a 40 o 45 anni d'età, sarebbe il caso d'innalzare l'età pensionabile a 65 anni d'età (o 40 anni di contributi), senza dare troppa retta ai sindacati che, a volte, sembrano solo una palla al piede per la modernizzazione del paese (naturalmente, per i lavori usuranti ci si fermerebbe ai 60 anni d'età); si badi come questo meccanismo di fatto lo stia già imponendo la realtà: sarà impossibile per chiunque raggiungere i 40 anni di contributi a meno di 65 anni d'età quando con tempi attuali mediamente non s'inizia a lavorare prima dei 25 o 30 anni!! 

  • RIFORMA DEL SISTEMA BANCARIO: La gente è ormai stanca di questo sistema bancario che specula e lucra in maniera indiscriminata sui risparmi dei cittadini; si avrebbe bisogno di una riforma che vieti d'imporre un tasso d'interesse a credito per le banche superiore del 5% rispetto a quello a debito (in breve, il tasso dei mutui dovrebbe essere al massimo superiore del 5% rispetto a quello degli interessi che maturano i cittadini con i loro risparmi); ora, invece, la forbice supera il 10% e questo è quanto mai inammissibile! Sarebbe auspicabile, inoltre,  se non necessaria, una totale detassazione degli interessi maturati sui risparmi dai cittadini.

  • RIFORMA DEL TURISMO: un paese come il nostro dovrebbe diventare la "California d'Europa", il luogo di vacanza, villeggiatura e svago per l'intera Europa... Ci sarebbe bisogno di un'importante riforma che permetta ai privati, che decidono d'investire in strutture turistiche, di usufruire di particolari aiuti statali (un 20% della spesa potrebbe essere sostenuto dalla Stato...); inoltre, si dovrebbe smettere di dare tanta importanza a questa moda "ecologista" che obbliga a conservare talvolta dei "mucchi di pietre vecchie" o dei terreni rocciosi impedendo di costruire qualsiasi struttura turistica, che darebbe respiro all’occupazione ed allo sviluppo, soprattutto nel Sud-Italia.

  • RIFORMA DELL'IMMIGRAZIONE: L’italia non dev’essere né una porta chiusa in faccia a nessuno né una porta spalancata per raccogliere i delinquenti di tutto il mondo! Allo stesso modo, dovremmo smetterla di pretendere “la botte piena e la moglie ubriaca”, di voler cioè tenere lontani gli immigrati dal nostro paese, quando poi non si trova nessuno che voglia eseguire lavori di manovalanza: essi sono ormai una forza-lavoro indispensabile per il nostro paese! Tuttavia, l’immigrazione andrebbe regolamentata e collegata con l’occupazione: sarebbe opportuno, forse, censire tramite un documento e le impronte digitali tutti gli immigrati che arrivano sul territorio, lasciandoli liberi per 3 mesi di trovarsi un lavoro; con un’occupazione stabile essi potrebbero soggiornare liberamente nel nostro paese, mentre qualora non riuscissero in quell’arco di tempo a trovare un’occupazione o vengano trovati senza lavoro per un periodo continuativo della stessa durata, si vedrebbero costretti ad essere rimpatriati (naturalmente, una volta censito, un immigrato è facilmente controllabile e rintracciabile allo stesso modo di qualsiasi cittadino italiano).

  • RIFORMA DELLA FAMIGLIA: Non occorre alcuna legge per riconoscere i diritti delle coppie di fatto eterosessuali; una regolamentazione in tal senso esiste già e si chiama Matrimonio… Al contrario, sarebbe auspicabile una forma di riconoscimento legale di reciproci diritti e doveri per le coppie omosessuali che alla tradizionale regolamentazione del matrimonio non possono accedere (si noti come si tratterebbe solo di regolamentare un po’ meglio un contratto tra due parti che esprimono reciprocamente delle libere volontà); indipendentemente da interpretazioni etiche, un discorso diverso sarebbe quello per l’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali: in questo caso la legittimità del contratto sarebbe viziata dalla presenza di una “terza parte” che vedrebbe, quindi, decisa la propria volontà (con diritti e libertà che ne conseguono) dalle altre due parti.

  • RIFORMA ETICA: Per quanto concerne tutte le tematiche che trovano spazio nell’etica e nella coscienza individuale e per le quali non vi è un’unica verità scientificamente provata ed accettata unanimemente, la legge e, quindi, lo Stato, non dovrebbe porre dei vincoli, dei “paletti” o delle linee direttive… Nelle tematiche di coscienza individuale, quindi, come l’aborto, l’eutanasia, l’embrione in provetta, ecc… il cittadino dovrebbe essere lasciato libero di scegliere come meglio crede, in funzione della sua etica e/o coscienza personale, senza che lo Stato (o meglio un gruppo di parlamentari di maggioranza, che magari possono anche rappresentare qualche tipo di lobby) imponga e stabilisca in questi ambiti quale sia la verità e la “cosa giusta” da fare.

 
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