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L’IDEOLOGIA

Post n°3 pubblicato il 17 Aprile 2008 da JoeNovembre

 

Vorrei parlare d’IDEOLOGIA, perché spesso se ne parla non conoscendo bene neppure cosa essa sia e le radici storiche in cui si è sviluppata… Spesso, difatti, le idee sono offuscate dall’ideologia e perdono così ogni tratto di spontaneità e libertà… Nel trattare qualsiasi argomento politico credo che occorra rimanere sempre fedeli alle proprie idee, alla propria obiettività, alla propria capacità di discernimento, libera da ogni schiavitù che deriva dall’ideologia esasperata… Si, proprio così… l’esasperazione dell’ideologia porta alla degenerazione di un corretto spirito politico ed alla schiavitù mentale. Cos’è l’ideologia? Non è altro che l’istituzionalizzazione a livello politico-partitico di un comune “modo di sentire”. Ciò purtroppo, di fatto, si riduce spesso ad una situazione in cui si hanno dei leaders politici che suggeriscono agli “ideologizzati” cosa devono pensare a proposito di un argomento particolare… Più si crede in un’ideologia, più le si dona l’anima, più si diviene schiavi di quelle idee, più si diventa estremisti politici… Un ragazzo (lui sa a cosa mi riferisco) mi ha chiesto perché mai un’ideologia estremista debba essere necessariamente considerata negativa. Ebbene, l’“estremismo”, è il modo più intenso di sentire un’ideologia, la sua esasperazione… si diventa totalmente servi di quei “dettami”… Di conseguenza, nel momento in cui non si concepisce più nessun’altra idea diversa dalla propria, nel punto in cui per degli ideali politici si giungerebbe persino a dare la vita (fanatismo?), non si accetta più il confronto, il dialogo, il compromesso, arrivando quindi allo scontro. L’ideologia estremista, pertanto, ha in sé, e non può essere altrimenti, i germi della violenza, dello scontro, della repressione della libertà del “politicamente diverso”, della negazione della Democrazia. Non è un caso che le due maggiori ed antitetiche ideologie del XX° sec. (Comunismo e Nazifascismo), fossero entrambe finite, assolutizzando i loro dettami, con il reprimere in maniera totalitaria la libertà individuale. Non è una coincidenza che il Comunismo più attuale (non quello staliniano, ma quello di cui si proclamano “adepti” i celeberrimi No-global che sfasciano le vetrine dei negozi) e l’estrema destra Neo-fascista (non i Fasci di Combattimento o le SS, ma le teste pelate e non pelate che ululano come bestie nei confronti dei calciatori Neri negli stadi e massacrano barboni ed extracomunitari nel buio della notte delle grandi città) siano entrambi dei movimenti politici violenti (e lo dimostrano i fatti). Con questo non intendo affermare che dovremmo essere tutti di “centro”, moderati politicamente, oppure, ciò che è peggio, qualunquisti, “privi di midollo”, senza il coraggio di prendere mai una posizione netta… Vorrei solo far capire a tutti questi ragazzi, che si avvicinano per la prima volta alla politica, che quest’ultima non deve esprimere necessariamente una servile appartenenza partitica, una schiavitù ideologica, che significa catalogazione ed omologazione delle idee. Nel momento in cui lasciamo ai leaders politici ed al prevalente modo di sentire del proprio partito decidere per noi stessi, uniformandoci, influenzati indirettamente, a quelle linee politiche senza neppure porsi delle domande, cessiamo di far vivere le nostre idee alimentando ogni volta la forza del fanatismo ideologico. Il mio, non è un dissenso per l’appartenenza partitica o ideologica: è giusto che ognuno difenda i propri valori etico-sociali ed i propri interessi economico-sociali schierandosi a destra o a sinistra, a seconda delle idee che si vogliono portare avanti. Quello che trovo patetico e svilente per l’intelligenza umana è, invece, la sudditanza all’ideologia, la faziosità, l’accostare continuamente l’altra parte politica ai suoi luoghi comuni negativi per screditarla, perché questo è un atteggiamento “da cavallo con i para-occhi”, che nelle sue degenerazioni conduce all’intolleranza ed al fanatismo, alle espressioni umane cioè più basse e bieche. Concludo, quindi, affermando che per esprimere delle idee davvero libere, bisognerebbe avere la forza dell’autonomia ed onestà di pensiero e dell’obiettività, anche quando si è schierati, senza pendere ogni qualvolta dalle labbra del proprio leader politico di appartenenza.

 

 

 
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