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QUALCUNO ERA COMUNISTA..
Qualcuno era comunista perché si sentiva solo.
poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
Qualcuno era comunista perché aveva bisogno
di una spinta verso qualcosa di nuovo.
Perché sentiva la necessità di una morale diversa.
Perché forse era solo una forza, un volo,
un sogno era solo uno slancio, un desiderio
di cambiare le cose, di cambiare la vita.
Sì, qualcuno era comunista perché,
con accanto questo slancio,
ognuno era come… più di sé stesso.
Era come… due persone in una.
Da una parte la personale fatica quotidiana
e dall'altra il senso di appartenenza a
una razza che voleva spiccare il volo
per cambiare veramente la vita.
No. Forse anche allora molti avevano aperto
le ali senza essere capaci di volare…
come dei gabbiani ipotetici.
E ora? Anche ora ci si sente come in due.
Da una parte l'uomo inserito che
attraversa ossequiosamente
lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana
e dall'altra il gabbiano senza più neanche
l'intenzione del volo perché
ormai il sogno si è rattrappito.
Due miserie in un corpo solo.
HO VISTO ANCHE DEGLI ZINGARI FELICI
...ho visto degli zingari felici...
ubriacarsi di luna,
di vendetta e di ...guerra...
...i poeti amano l'odore delle armi,
odiano la fine della giornata...
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La storia è quella di un giornalista turco, recluso nel carcere di Nuoro. Si chiama Avni Er ed è una persona impegnata contro il mancato rispetto dei diritti umani nella "democratica" Turchia che si appresta ad entrare nell'altrettanto democratica "Unione Europea".
Ingresso fortemente caldeggato dagli Stati Uniti per consolidare il loro controllo sul Medio Oriente e sul gasdotto, ed appianare alcune divergenze con la Turchia stessa.
Tra il totale disenteresse dei nostri media, Avni Er, dopo un processo che nei due gradi svoltisi fino ad ora ha ignorato le più elementari garanzie, è stato condannato in Italia a ben sette anni di galera per appartenenza ad associazione con finalità di terrorismo (art. 270 bis comma 1 c.p.). Inutile dire che i Magistrati che hanno emesso la condanna hanno ritenuto superflua ogni indagine e valutazione, sia pur sommaria, sulla democraticità o meno della Turchia e del suo regime oligarchico - militare.
Ecco la sua lettera:
Cari compagni,
il 19 giugno del 1986 nelle carceri del Perù sono stati massacrati 300 prigionieri politici.
Questa è la data in cui noi prigionieri politici ci sentiamo colpiti da questo massacro.
I massacri che sono successi nelle carceri peruviane, tedesche, spagnole, inglesi, turche ecc. non erano i primi e non saranno neanche gli ultimi…
Perché i sovrani considerano gli oppositori, i rivoluzionari, gente che lotta contro l’ingiustizia e che lotta per l’indipendenza, la democrazia e i diritti umani, come il nemico…
Cercano di eliminarli o di isolarli dal resto del mondo. Sotto la parola magica “lotta al terrorismo” tutti i diritti umani vengono cancellati.
Questa parola magica consegna agli imperialisti e ai loro collaboratori il diritto di torturare, di isolare e di massacrare. Per cui i prigionieri politici sono sempre nel mirino.
I massacri e gli isolamenti dei prigionieri nelle diverse carceri (tedesche, peruviane, turche, inglesi, spagnole, ecc.) sono le strategie che fanno parte dell’attacco generale dei sovrani contro i popoli oppressi.
Vengono costruite sempre nuove carceri di isolamento tipo Stammheim, F-type, Guantanamo, Mesa ecc.
I problemi dei prigionieri diventano giorno dopo giorno sempre di più simili in qualsiasi parte del mondo. Perché il metodo dell’isolamento che applicano i sovrani nei confronti dei prigionieri nelle diverse carceri sono uguali. Per cui il problema delle carceri non può essere affrontato come una questione locale, bensì come un problema internazionale.
Cercano di creare una società unica, che obbedisca ai loro ordini, una società che non ha le idee, senza pensiero.
Quindi iniziano questa “opera” con i prigionieri politici. Perché i prigionieri politici sono il popolo, sono i proletari, che hanno lottato e lottano per una prospettiva di superamento dell’attuale società.
Cari compagni oggi abbiamo bisogno dell’unità tra gli oppressi, le vittime del capitalismo e del concetto di globalizzazione imperialista.
Oggi abbiamo più bisogno della vostra solidarietà, della solidarietà dei nostri amici, parenti e compagni.
La vostra solidarietà che ci rende più forti, così noi sappiamo che non siamo mai soli.
Viva la solidarietà internazionale!
Contro l’isolamento, le torture e i massacri compiuti nelle carceri in ogni angolo del mondo.
Viva la resistenza dei compagni nelle carceri peruviane, turche, spagnole, francesi, italiane, tedesche, in tutto il mondo.
La solidarietà è un’arma!
A pugno chiuso
Avni Er
Nuoro, 12/06/2009
lasolidarietaeunarma@libero.it
http://www.autprol.org/
|
Nostra patria il mondo intero,nostra legge la libertà.
Libera cultura in liberi spazi!Anarchia è vita.
Voi ridete di me perché sono diverso,
io rido di voi perché siete tutti uguali.
Oggi cerco un’ora di furibonda anarchia e,
per quell’ora darei tutti i miei sogni,
tutti i miei amori, tutta la mia vita.
Anarchico è colui che dopo una lunga,
affannosa e disperata ricerca ha trovato
sè stesso e si è posto, sdegnoso e superbo
“sui margini della società” negando
a qualsiasi il diritto di giudicarlo.
Ogni popolo, come ogni persona è quello che è,
e per questo ha un diritto ad essere se stesso.
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EL CHE
Dicono che noi
rivoluzionari siamo romantici.
Si è vero lo siamo in modo diverso,
siamo quelli disposti a dare la vita
per quello in cui crediamo.
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