Lo zibaldone

PISTA CICLABILE FIRENZE- LE SIGNE e POLITICA DELLA MOBILITA' DI SIGNA


E' martedì 19 luglio, ho come turno di lavoro 14-20 e quindi tutta la mattina libera. A casa sono solo ed il lavoro non manca; devo decidermi a finire i lavori in camera, spazzare fuori, spolverare dentro..... troppa roba, la giornata non è male e si presta ad un bel giro in bici; per il resto c'è tempo!Sono quasi le dieci, quando ho sbrigato le faccende indifferibili; mi vesto come fossi un professionista e salgo a bordo della vecchia City Bike che quotidianamente soffre del mio continuo aumento di peso. Ero una novantina quando trentanni fà, la comprai da Mario, postino in pensione con la passione della bicicletta. Da allora i raggi hanno dovuto sopportare sempre maggiori sollecitazioni, ma ancora reggono.Zainetto e via si parte, ho tre ore a disposizione per arrivare sul posto di lavoro con largo anticipo. Domenica scorsa, mentre mi trovavo con amici in Piazza Cavallotti a Signa, una signora in bicicletta chiese indicazioni per la pista ciclabile che da Lastra porta a Firenze; la cosa mi ha incuriosito e decido di scorrere lungo i Renai per poi attraversare il ponte ed infilarmi nel parco fluviale di Lastra a Signa, con la speranza di trovare questa ciclabile per Firenze. In quel momento, non penso di documentare il "giro" e quindi per il tragitto dei Renai, pubblico foto dello scorso inverno. La situazione non è cambiata più di tanto e quel poco chiaramente in peggio.
La foto qui sopra, ritrae un momento chiaramente invernale, eppure pedoni e ciclisti di ogni età non mancano. 
Purtroppo, vi è l'abitudine dei conduttori dei nostri amici a quattro zampe, di non utilizzare il guinzaglio. E' così che cani di qualsiasi taglia gironzolano liberi, sia sulla sponda dell'Arno che, ancor di più su quella del Bisenzio. Che dire, è evidente che si tratta di animali abituati a convivere con l'uomo, tuttavia la promiscuità con le biciclette ed il non raro ringhiare vicino alle caviglie dei podisti, rappresentano argomenti di discussione fra gli avventori. Occorre considerare che l'amministrazione comunale, non ha previsto per l'intera area dei Renai, zone dedicate alla sgambatura degli animali e dire che la legge ed il buon senso rivendicano il loro diritto a momenti di libertà, così come ne vietano  il girovagare liberi da guinzaglio in area pubblica. Per contro, non di rado si notano ciclisti che, improvvisati Gimondi, transitano a folle velocità fra pedoni e gli stessi animali.   
Invariata, è la condizione della ciclabile che corre parallela alla strada che congiunge il ponte sul Bisenzio a Signa, con l'Arno. Si noti che la pedociclabile, si interrompe all'altezza del Lotto 1, per poi riprendere al Lotto 2. In questo tratto, pedoni e velocipedi, devono transitare (e chissà per quale motivo), sulla strada, in promiscuità con i numerosi autocarri che in barba alle disposizioni della Regione Toscana, continuano a trasportare gli inerti estratti dal lotto 3. La carreggiata, risulta inoltre ridotta, per la presenza degli stalli di sosta posti sul lato opposto e, da questa primavera a pagamento. Non esite nessun corridoio per i pedoni e forti dubbi vi sono sulle misure della stessa carreggiata a doppio senso di circolazione. Ma questo è un'altro discorso di cui tratteremo in futuro. Di certo che scarsa sensibilità per i pedoni, è già stata dimostrata dall'attuale amministrazione, come meglio indicato nel post precedente http://blog.libero.it/SIGNA/10415664.html
Ma non perdiamoci in chiacchere, attraverso  il ponte sul Bisenzio e percorro la via Arte della Paglia. Un'altro piccolo inciso ...... il ponte sul Bisenzio, che congiunge via Arte della Paglia con i Renai, sarebbe stato oggetto di accordi passati con le ferrovie, che, in cambio del disagio arrecato per la nuova linea, avrebbero dovuto costruirne un'altro nuovo. La collettività di Signa sta aspettando, così come aspettiamo ancora il ponte Bailey che avrebbe dovuto costruire più a monte la società che estrae gli inerti dai Renai. Ci siamo rassegnati, ormai sappiamo che le convenzioni stipulate con il Comune di Signa, sono come i contratti dei calciatori, il problema è che i calciatori i soldi gli incassano, mentre nel bilancio del comune non troviamo nè i ponti, nè il controvalore in denaro ........ ma chi se ne frega, sono soldi pubblici! Dicevo, abbiamo lasciato i Renai ed entriamo nel centro abitato, Via Roma, la strada più inquinata della provincia di Firenze. Abbiamo tolto la centralina che misurava l'inquinamento da polveri sottili, le famigerate PM10, così l'area ci sembrerà più respirabile. E' in programma di posizionarla altrove, fra i comuni di Signa e Campi, ai Colli, nella speranza che grazie al processo di partecipazione popolare che è nato dalla sottoscrizione di 650 cittadini, si riesca a delineare una viabilità che riconduca l'INTERA VIA ROMA A SENSO UNICO DI MARCIA. (vedi post n. 6  http://blog.libero.it/SIGNA/10418538.html  ).  Attraverso il ponte sull'Arno e mi infilo in via di Sotto con direzione stadio di Lastra. Scavalco il fosso, passo sotto l'ipotetica bretellina che da Stagno dovrebbe portare alla rampa sul ponte dell'Arno (da non confondere con la Bretella) e sono nel parco fluviale di Lastra a Signa. 
Non sono molto pratico di questo genere di strutture, ma credo che quando gli alberi saranno tali da regalare la giusta ombra, questo possa diventare l'alternativa alle colline che circondano Lastra. Il parco si estende fra orti e zone umide; all'ingresso ha un grande prato, attrezzato con tavoli e barbecue; il camminamento pedociclabile è in autobloccanti rossi; numerose sono le fontane e le panchine; non mancano inoltre rastrelliere per le biciclette e punti sosta per i cavalli che hanno un loro percorso parallelo. Niente di eccezionale, ma ritengo funzionale e ben fatto.
Mi rendo conto che sono diversi gli accessi al parco e diversi anche gli accessi all'argine dell'Arno, da dove provo a dirigermi verso Firenze. Scelgo l'accesso più centrale, anche se al momento meno praticabile, per una frana del terreno.
Giunti sull'argine, è possibile proseguire in direzione Firenze, solo sollevando la bici per superare prima tre scalini e poi un tubo; l'alternativa è scendere in alveo dove vi sono alcuni alloggi di recente ristrutturazione, per risalire su a monte. 
Il primo percorso è per così dire .... naturale, ovvero su terra battuta e determinato dal transito di velocipedi e pedoni; nessuna opera dell'uomo ha determinato condizioni migliori, se non il semplice sfalcio dell'erba.
Fatte alcune centinaia di metri, la sommità dell'argine cambia ed un cartello con pannello accessorio, ci avverte che inizia una vera e propria pista ciclabile, parte in cemento e parte in ghiaia. Siamo all'inizio dell'area interessata dal depuratore. Eccola mi illudo, è la pista che diceva quella donna domenica, la nuova pista che porta a Firenze!
Macchè, dopo un discreto percorrere simile ad un'autostrada, la pista termina, tuttavia è possibile continuare ancora sulla sommità dell'argine, fino alla via di Ugnano dove la strada è sbarrata da un'usuale tettoia attrezzata a soggiorno estivo. Guardo oltre e vedo che sarebbe possibile procedere solo per un centinaio di metri, poi l'erba si fa troppo fitta; sotto scorre la strada che porta al nuovo campo sportivo di Ugnano e che ivii termina. Addio Arno, fiume che un tempo legava e che adesso divide; la Costa, Il Ponte a Signa, Il Porto di Mezzo, tracce indelebili di remota ricchezza, centro di attività produttive e commercili.  Mi porto nell'abitato di Ugnano e di Mantignano; credo di essermi perso più di una volta prima di arrivare alla Greve, a via del Ponticino che supero con non poca fatica, scendendo poi verso il Poderaccio e da li guadagnare nuovamente la riva sinistra del nostro fiume. Mi trovo alla passerella dell'Indiano, è presto e decido di passare il ponte ed entrare alle Cascine dove cerco di dissetarmi alla fontanella che guarda l'Indiano e la confluenza del Mugnone con l'Arno. Faccio il percorso sterrato che taglia in senso longitudinale il parco, fino a giungere al piazzale delle Cascine; è martedì, giorno di mercato e non è facile neppure in bicicletta districarsi fra le persone fino al ponte della tramvia che scavalco, portandomi nuovamente in riva sinistra. 
Qui una nuova pista pedociclabile, inaugurata pochi giorni fa, ma già purtroppo ricca di escrementi di animali; sfrutto in pieno la pista ciclabile in cemento che corre parallela al lungarno dei Pioppi fino alla via dell'Argingrosso, da dove proseguo sulla terrabattuta fino all'Indiano per ripetere il giro che mi porterà al Ponte alla Vittoria. E' l'una, è tempo di una bella doccia per presentarsi pronto alle 14. Al termine una piccola riflessione. Esiste la possibilità anche in riva sinistra, di effettura il percorso fra Le Signe e Firenze; tuttavia i percorsi ciclabili denotano che ancora le nostre amministrazioni non hanno la cultura della mobilità alternativa. Si procede a macchia di leopardo ma più che altro, a caso e per "facciata". I nostri amministratori dovranno prendere atto della ricchezza che possono fornire al sistema viario ciclabile, gli argini dei fiumi e dei fossi; una ramificazione che si estende lungo tutta la piana. Come possiamo pensare, e parlo di Signa, a migliorare la qualità dell'aria, se non si creano alternative alla tradizionale autovettura? Signa non ha un solo metro di pista ciclabile; solo ai margini e grazie alla Provincia ed al comune di Firenze, si sono create piste ciclabili sull'Arno e sulla Pistoiese a Sant'Angelo. In quest'ultimo caso, in maniera convulsa e illogica. La nuova viabilità di via Arte della Paglia, non prevede ne prevederà la pista ciclabile; la riasfaltatura di via dei Colli, ha pensato di dedicare con una striscia rossa, un percorso ai soli pedoni; nessun intervento è previsto in tal senso lungo i fossi e tanto meno, lungo la via Arginestrada, dove una pista ciclabile del tipo di quella presente all'altezza del depuratore di Colombano e raffigurata in foto, consentirebbe di recarsi da San Mauro a Signa e viceversa, in totale sicurezza anche in orario serale, grazie alla già presente illuminazione pubblica. E' chiedere troppo? Come si pensa di abbassare il tasso d'inquinamento, precludendo il transito ai veicoli a motore, senza creare i presupposti per una mobilità alternativa? Da quando questa amministrazione si è insediata, sono diminuite le corse del trasporto pubblico TPS e delle ferrovie; qual'è la logica? Restiamo in attesa di risposta.