Lo zibaldone

signa campi prato vaiano: mobilità alternativa


La stagione si presta e da tempo sento parlare della ciclabile Prato/Vaiano. Sappiamo che Prato rappresenta un paradiso per chi vuol muoversi a piedi o in bicicletta; una delle reti pedociclabili più estese di tutta l'area metropolitana, con ramificazioni che dal centro, toccano le periferie http://www.piste-ciclabili.com/ . Credo che il percorso che congiunge Prato a Vaiano, rappresenti veramente un museo naturale, il museo del Bisenzio, godibile da tutti, sia per trasferimenti di piacere che per semplici passeggiate. Ma veniamo a noi.Parto in un orario insolito per agosto: sono le 15 ed il sole è altro, tuttavia l'aria non è così umida come al solito in questa stagione. Prendo "tetano", la fida bicicletta che da oltre 30 anni sopporta il mio aumentare di peso e parto. 
Prima ciclabile, da San Piero a Ponti (rione Viareggio) a via Palagetta. Siamo nel comune di Campi e questa rappresenta l'esempio di come effettivamente devono essere costruite le piste pedociclabili, ben separate dalla carreggiata stradale. Taglio via Palagetta e proseguo sempre su ciclabile, tramite la Circonvallazione sud, in direzione di via BArberinese dove, in attesa della completa urbanizzazione, la pista si interrompe per riprendere dopo alcune centinaia di metri all'altezza dell'Esselunga e fino a via Tosca Fiesoli. Da qui la promiscuità con le auto fino a Mezzana; superato il sottopasso dell'autostrada, inizia la ciclabile che mi porterà, costeggiando il Bisenzio, a Vaiano.
Scelgo di percorrere la riva destra, tuttavia in questo così come in quasi tutto il tratto cittadino, le pedociclabili sono su entrambe le rive del Bisenzio. Dopo poche centinaia di metri, la ciclabile in riva destra diventa per breve spazio promiscua con i giardini pubblici di viale Montegrappa.
Si prosegue e siamo già in centro.
Si in centro a Prato, non ad Amsterdam, ma potrebbe sembrarlo. Qui il fiume assolve alla sua naturale funzione di parco naturale.Proseguo ed ecco una situazione che un tempo era tipica sulle sponde dell'Arno a Firenze: le strutture temporanee galleggianti, per vivere il fiume senza per questo danneggiarne le sponde, con strutture che lasciano agli enti preposti, la "sorvegliabilita" degli argini, nel pieno rispetto del T.U. delle Opere Idrauliche. Per decenni, negli anni 70 e 80, Firenze ha vissuto una fase di costruzione selvaggia sulle due sponde dell'Arno, solo parzialmente sanata dalle demolizioni di inizio millennio.
Sono in pieno centro e qui la pista dimostra la sua anzianità, richiedendo interventi di manutenzione, su di un asfalto che in alcuni punti può rappresentare un pericolo per le strette ruote delle bici.Bando alle ciance, fa caldo e proseguo oltre, fino al viale Galilei; a questo punto l'amico Ceppo di Prato, mi ha consigliato di cambiare sponda e così faccio. Infatti la ciclabile continua su entrambe le rive, tuttavia quella che conduce a Vaiano è in riva sinistra. Attraverso il ponte ed entro nel Museo: vero esempio di parco fluviale.
Pista che sembra un'autostrada, alberature lungo tutto il percorso che risulta illuminato nella sua totalità fino a Vaiano (credo si tratti di 11 Km); panchine per riposarsi e/o socializzare, rastrelliere per biciclette. Unica nota negativa..... mancano le fontane. 
Senza rendermi conto, affascinato dalla bellezza della ciclabile, sono già fuori città: la pista è sempre ampia e illuminata, a destra una distesa di olivi ed a sinistra l'immancabile Bisenzio, che in questo punto ospita delle pescaie, luogo di felicità per alcuni ragazzi in cerca di refrigerio.
Giro l'angolo, lascio alle spalle gli olivi e non ho il tempo di rendermi conto della salita che sono già a piedi. Il sole picchia, la pendenza è notevole così come i miei 120 kg; "tetano" si ribella sotto il mio peso e dopo alcune decine di metri decido di terminare il tratto più ripido a piedi.Sono in cima, questo strappo si è reso necessario per superare la ferrovia che adesso si trova fra me ed il fiume. Alcune centinaia di metri di promiscuità sulla carreggiata viaria, di una strada pochissimo transitata e poi di nuovo la ciclabile.
Avanti per ponti
e gallerie illuminate.
Quando vedo le prime case, penso di essere arrivato. Qui addirittura un ciclodromo, è il comune di Vaiano ma in località la Briglia. Chiedo ad una persona anziana quanto manca a Vaiano e lui, con fare ironico: vai vai ancora tu c'hai da pedalare! Certo, la mia figura non si accosta bene a quella del ciclita, comunque poteva essere meno ironico. Ma un pò di rispetto! Incasso e proseguo.
Non molti minuti, credevo peggio, e sono arrivato a Vaiano; delle donne mi danno la conferma che la ciclabile termina li. Sono le 17.50, ho percorso il tratto San Mauro Vaiano in meno di due ore, con numerose soste per fotografare; il ritorno sarà molto più rapido.Nel tragitto di ritorno, con la diminuzione della temperatura, la ciclabile risultava anche troppo frequentata. Numerosi i ciclisti ed i pedoni di ogni età e con ogni atteggiamento; una promiscuità non sempre ben vissuta. Ciclisti che, vestiti di tutto punto, sfrecciano come tanti Gimondi, e pedoni che per fare comunella, occupano l'intera ciclabile. In conclusione, un bel 8 ai comuni di Prato e Vaiano, un voto che poteva arrivare a 9 se solo fossero state presenti delle fontane lungo il percorso. Per la verità, vi era una fonte freschissima che tuttavia al ritorno non erogava più acqua, ed una fontanella in disuso. Per tutto il tratto cittadino di Prato, nessuna fontanella, tanto che ho usufruito di quella posta all'area di sosta per camper di viale Galilei. Per il 10 occorreva che i cestini contemplassero la differenziata. Ma questo forse è troppo.A ruota, il comune di Campi Bisenzio che dimostra sensibilità e adegua i progetti di nuova viabilità, prevedendo le piste pedociclabili protette; tuttavia nessuna panchina per riposarsi, nessuna fontana, nè cestini per rifiuti. Signa, come già in precedenza, risulta fanalino di coda, con una ridicola pista senza logica nella frazione di Sant'Angelo, opera della Provincia, e l'adeguamento della strada bianca lungo l'Arno, voluta dal Comune di Firenze, all'epoca di Cioni e, direi io, in concomitanza dell'apertura del centro commerciale delle Piagge. Nessuna fontana, nè tanto meno cestini per la raccolata differenziata, ma questa .... non c'è neppure nel parco dei Renai e quindi risulta proprio assente dal DNA degli amministratori di questo comune.Per finire, mi scuso con il geom. Castiglia e con tutti gli altri che hanno collaborato per la progettazione delle piste ciclabili di Prato, per eventuali inesattezze, con l'invito eventualmente, ad integrare l'argomento.PRECEDENTI SU QUESTO ARGOMENTO:A PIEDI DA SAN MAURO A PRATO http://blog.libero.it/SIGNA/10492703.htmlCICLABILE LE SIGNE FIRENZE  http://blog.libero.it/SIGNA/10442181.html