Lo zibaldone

15 Aprile 1944: a Firenze viene assassinato Giovanni Gentile, riformatore della scuola italiana.


 
Giovanni Gentile, fu insieme a Benedetto Croce uno dei maggiori esponenti del neoidealismo  filosofico, un importante protagonista della cultura italiana nella prima metà del XX secolo. Fu ucciso il 15 aprile 1944, all'età di 69 anni, disarmato ed inerme dopo aver rifiutato la scorta. L'omicidio avvenne sulla soglia della sua residenza di Firenze, la Villa di Montalto al Salviatino, da un gruppo partigiano fiorentino aderente ai Gap di ispirazione comunista. Il commando gappista composto da Bruno Fanciullacci, Giuseppe Martini ed altri in funzione di "pali", si appostò alle 13,30 circa nei pressi della villa al al Salviatino e, appena il filosofo giunse in auto, gli si avvicinarono tenendo sotto braccio dei libri per nascondere le armi e farsi così credere studenti. Il filosofo abbassò il vetro per prestare ascolto, ma fu subito raggiunto dai colpi delle rivoltelle.
Benito Mussolini così commentò: « Il solito benpensante potrebbe chiederci come mai nell'Italia invasa succedano simili episodi. È facile rispondere: anche ai fascisti costerebbe poco prezzolare dei sicari per uccidere Sforza o il carabiniere che presta servizio lungo la linea ferroviaria Bari-Brindisi o il Commissario per la Sicilia Musetto, padre di un eroico marinaio, ma non è nostro costume armare la mano degli italiani per uccidere alle spalle vigliaccamente altri italiani. Noi non ci sentiamo nemici fino a tale punto dei napoletani e dei baresi che fanno il loro dovere per assicurare un po' di ordine, pur di alleviare col lavoro le già molte sofferenze del popolo italiano. Noi non siamo anti-italiani. Perché ormai non è più questione di fascismo: Giovanni Gentile non è stato ucciso soltanto perché era fascista, egli è stato assassinato perché italiano e il suo assassino non è un patriota italiano »
Il 10 gennaio 2000 l'attuale senatore Achille Totaro che all'epoca era consigliere comunale di Alleanza Nazionale a Firenze  durante una seduta del consiglio comunale, commentando l'uccisione di Giovanni Gentile, dichiarò "Bruno Fanciullacci fu un assassino. Ha ammazzato un filosofo di 70 anni. Gentile venne colpito mentre era indifeso. Non fu un'azione di guerra ma l' opera di un vigliacco. Un assassino vigliacco". L'ANPI e la sorella di Fanciullacci denunciarono Totaro per diffamazione  e gli altri consiglieri comunali che avevano firmato un appello in sostegno. Tutti gli imputati furono processati ed assolti infatti secondo il giudice Giacomo Rocchi le opinioni espresse da Totaro "sono sì aspre, ma adeguate alla gravità del fatto"Fanciullacci nel luglio del 1944 era stato insignito della medaglia d'oro.Gentile fu ministro della pubblica istruzione e nel 1923 mise in atto la sua RIFORMA SCOLASTICA che, salvo le variazioni apportate nel 1969 e gli interventi imperfetti degli ultimi anni, risulta ad oggi in vigore.Dal punto di vista strutturale Gentile individua l'organizzazione della scuola secondo un ordinamento gerarchico e centralistico. Nella visione fascista che voleva l'alfabetizzazione di tutti gli italiani, l'obbligo scolastico fu innalzato a 14 anni e fu istituita la scuola elementare da sei ai dieci anni. L'allievo che terminava la scuola elementare aveva la possibilità di scegliere tra i licei classico e scientifico oppure gli istituti tecnici. Giovanni Gentile rappresenta ancora oggi l'esempio del fare del ventennio fascista, piaccia o no.