Lo zibaldone

Dopo Pechino, Praga e Berlino, urge una nuova e più oggettiva lettura della nostra storia


Il ragazzo sconosciuto di piazza Tienanmen, immortalato da un fotografo mentre si pone davanti ai carriarmati cinesi, e Jan Palach che esce di casa e va in piazza Venceslao, sulle scalinate del Museo Nazionale, nel pieno centro di Praga e si cosparge il corpo di benzina dandosi fuoco con un accendino. Carne umana che si pone davanti ai carriarmati del regime, incarnazioni moderne della leggenda di Davide e Golia.  Era il 1989, l'anno in cui il mondo, vive la caduta del comunismo e delle sue verità fino ad allora parzialmente ed accuratamente contraffatte. A breve anche in Italia cadrà il comunismo, ovvero quella parte politica che mentiva sapendo di mentire (come affermerà successivamente Craxi); cadrà il PCI ma non i suoi gerarchi che, riciclati, sono ancora oggi ai vertici dello Stato. La storia della prima metà del XX secolo fu scritta dai vincitori e, fra questi, anche dal dittatore Stalin. Con la caduta del muro di Berlino, si è aperta una falla che consente adesso una diversa revisione del nostro passato. Riscriviamo la storia, la nostra storia.