Lo zibaldone

Fuori porta: Abetone e dintorni


Mattina, non troppo presto, diciamo verso le nove: si parte da Sammoro via Mezzana di Prato, alla volta dell'Abetone, seguendo a ritroso la strada che fu di Annibale qualche annetto fa. Io, la Rosy, Ceppo e la Ceppa, su du motorini.
Anche a non volerlo, si passa da San Marcello Pistoiese ed allora, come non fare una sosta al ponte sospeso sul torrente Lima. Costruito nel 1920 per ovvie ragioni di comunicazione, è stato completamente rifatto nel 2004 e rappresenta adesso una meta turistica. E' lungo 227 metri senza sostegni intermedi e quindi bello dondolante. Largo poco più di un metro, diventa zona di "struscio" se tu hai la fortuna d'incrociare una bella sposa o la sforturna di trovare uno come me di 120 kg! 
Il primo passaggio dall'Abetone è senza soste e si prosegue dritti verso Fiumalbo. Siamo già in provincia di Modena. Il paese sorge alla confluenza di due torrenti, il rio San Francesco e il Rio dell'Acquicciola e forse il nome deriva proprio dalla presenza dei suddetti corsi d'acqua. In occasione della festa del santo patrono, il 23 agosto, il paese viene disseminato di lumini che fanno da sfondo alla processione. Come tutti i paesi del comprensorio, il turismo è fiorente ed in occasione della nostra visita era in atto anche un mercato. 
 
 
Non mancano certo gli angoli pittoreschi, dove fare una foto ricordo fra il divertente ed il romantico.
Bando alle ciance, si riparte e via indietro verso l'albergo ristoranze LA CARINZIA, fra Fiumalbo e l'Abetone. Che dire, quando ti trovi davanti un tavolone con una miriade di antipasti, non puoi che fare un paio di viaggetti per non farti perdere l'assaggio. 
Dopo gli antipasti, il tris di primi e per secondino, il cervo in umido con polenta, verdure gligliate e patate arrosto.
E' ovvio che non poteva mancare il dolcino per tre, il caffè e l'ammazza caffè per due, il tutto di qualità onesta, l'enorme sala e la tipologia di menù e di servizio mi ricordavano i matrimoni degli anni '70 e '80, in un rapporto di qualità/prezzo, imbattibile (18 eurini a testa!!!!).Bene, si riaparte a pancia piena, in questo tour di stampo giapponese che ha in previsione un salto al Lago Santo. Siamo ai piedi del ripido versante nord-orientale del Monte Giovo, nel parco del Frignano e il Lago Santo, con un perimetro di 1, 5 chilometri e una profondità di circa 20 metri, è il più grande del parco ed  ha origini glaciali, come molti altri della zona. Alimentato da freddissime sorgenti sottorranee, è circondato sulla sponda orientale da una faggeta. Il posto è bello e raggiungibile in auto o moto e dopo un paio di centinaia di metri di strada sterrata da fare a piedi. Stupirà vedere i cartelli che indicano il comune di Barga della provincia di Lucca. Siamo infatti in Emilia Romagna, ma questo lembo di territorio è stato per secoli conteso fra le cittadine di Barga e Pievepelago, con il comune toscano che è infine riuscito ad aggiudicarselo. 
 
Sosta di un paio di orette al lago e poi ripartenza con caffè all'Abetone che, se gode del maggior periodo di afflusso turistico nei mesi invernali, anche in estate non si vuol far mancare niente ed ecco quindi che alla neve si sostituiscono piste gonfiabili ed altri giochi più adatti alla stagione.
 
Il rientro, non può non prevedere una sosta a Cutigliano, altro paese che ha nel turismo la sua risorsa principale. Anche in questo caso non mancano gli angoli suggestivi e caratteristici in un centro storico completamente ristrutturato. 
Quello che caratterizza Cutigliano è tuttavia la particolare facciata del palazzo pretorio o dei capitani di montagna.
Con Cutigliano termina il nostro giro fuoriporta con gli scooter che ci hanno condotto su e giù per le belle strade appenniniche della Val di Luce. Circa duecento i chilomentri percorsi nella giornata, ben intervallati dalle numerose soste; il sole ci ha accompagnato per tutta la giornata, che ci ha risparmiato dai temporali molto frequenti in questa stagione. A tal proposito ricordate che .... "Quando la bestia starnuta, il tempo muta"