Nella circolare del gabinetto del Ministro della guerra, datata 30 maggio 1945, n. 112644/I.1, si afferma che «per disposizione del quartier generale forze armate (AFHQ) coloro che appartennero a formazioni militari pseudo repubblica fascista sono da considerarsi prigionieri di guerra delle forze armate alleate». La successiva sentenza del 26 aprile 1954 n. 747 del Tribunale supremo militare, riconosce ai soldati della Repubblica Sociale Italiana (RSI) la qualifica di militari combattenti.Nonostante quindi che lo Stato Italiano riconosca loro ufficialmente lo status di militari, nessuna commemorazione ufficiale viene attribuita a quei figli che pure diedero la vita per una Patria che ritenevano meritevole di un futuro migliore. Un folto gruppo di persone domenica mattina con compostezza e silenzio assoluto, non ha voluto dimenticare questi figli d'Italia e li ha commemorati presso il sacrario di Trespiano a Firenze.
L'Italia che non dimentica i suoi martiri
Nella circolare del gabinetto del Ministro della guerra, datata 30 maggio 1945, n. 112644/I.1, si afferma che «per disposizione del quartier generale forze armate (AFHQ) coloro che appartennero a formazioni militari pseudo repubblica fascista sono da considerarsi prigionieri di guerra delle forze armate alleate». La successiva sentenza del 26 aprile 1954 n. 747 del Tribunale supremo militare, riconosce ai soldati della Repubblica Sociale Italiana (RSI) la qualifica di militari combattenti.Nonostante quindi che lo Stato Italiano riconosca loro ufficialmente lo status di militari, nessuna commemorazione ufficiale viene attribuita a quei figli che pure diedero la vita per una Patria che ritenevano meritevole di un futuro migliore. Un folto gruppo di persone domenica mattina con compostezza e silenzio assoluto, non ha voluto dimenticare questi figli d'Italia e li ha commemorati presso il sacrario di Trespiano a Firenze.