Lo zibaldone

A Signa l'acquapark più grande d'Italia? Le probabili "deviazioni" della LRT 78/98


Preme anticipare che l'idea del parco è pienamente condivisa dal Fronte Nazionale che vede nei Renai una risorsa ineguagliabile per il territorio signese. Le criticità stanno nell'attuazione dell'idea di parco, dove le aspettative di guadagno dell'impresa privata, rischiano di snaturare i principi di una legge che aveva al centro il recupero ambientale dell'area di cava.  L'interesse privato, rischia di ledere l'interesse collettivo qualora la pubblica amministrazione non si comporti con la diligenza del buon padre di famiglia e, nel caso dei Renai.........Sabato mattina alle ore 9, il consigliere regionale Bambagioni, il sindaco Cristianini ed il legale rappresentante della Progetto Renai srl Marzi, elencati in stretto ordine alfabetico, forse parleranno presso il Parco dei Renai, del contenuto della delibera che consentirà ulteriori 6 + 6 ed oltre anni di escavazioni e quant'altro, dove in questo quant'altro, ci stanno tutti i VERI, buoni motivi che portavano Bambagioni e "compagni" ad insistere per la famosa Bretella autostradale dal costo esorbitante e dall'apparente inutilità. Ma andiamo per gradi, urge un brevissimo riassunto modello "Bignami"Era il 1978 quando un sindaco comunista che non temiamo di definire coraggioso, si schierò contro i poteri forti e decise di bloccare le escavazioni di rena dall'area dei Renai, a salvaguardia della falda idrica. Il risultato di tale decisione, apparve pochi anni dopo quando, nel 1985 quelle acque sopperirono alla siccità che aveva messo in ginocchio Firenze.Ancora dieci anni e la legge regionale 3 novembre 1978 n. 98, autorizzava mediante il  Piano delle Attività Estrattive di Recupero delle aree escavate e riutilizzo dei residui recuperabili della Provincia (PAERP), la ripresa delle escavazioni per il massimo del 30% su quanto precedentemente scavato, ovvero fino al 1978; la finalità viene espressa dall'allora assessore Adriano Poggiali, di professione dirigente in regione toscana, che nel documento ufficiale di presentazione scrive: "..... rinaturalizzazione dell'area mediante un disegno territoriale che ricrei quelle condizioni climatiche ed ambientali che sono alla base per il successivo utilizzo del parco sia da parte dei cittadini che delle specie animali." Nello stesso documento si indicava in 2 milioni di metri cubi il volume di inerti estraibile e 14 miliardi di lire (ovvero circa 7 milioni di euro), l'ammontare complessivo del costo per le "opere di riqualificazione e di riassetto naturalistico dell'area con interventi ecocompatibili e bioecologici a cura dei privati"Quindi si scava per costruire il parco, ma presto ci renderemo conto che tale principio viene invertito.E' il 2000 quando con l'allora sindaco Bambagioni il progetto prende corpo ed i lavori iniziano; di Bambagioni la prima convenzione che stabilisce tempi e modalità di esecuzione dei lavori. La legge stabilisce che il titolare dell'autorizzazione deve versare al Comune un contributo rapportato alla quantità e qualità dei materiali estratti, nel limite massimo del 10% del valore medio di mercato della relativa categoria di materiali. Tali importi sono per legge destinati ad interventi infrastrutturali e ad opere di tutela ambientale correlati alle attività estrattive. Sempre la stessa norma, indica all'art. 16 c. 3 l'obbligo per i comuni di fornire alla provincia ed alla giunta regionale i volumi dei materiali estratti in ciascuna cava nell'anno precedente, elemento questo che se pubblicizzato con la dovuta trasparenza, fornirebbe immediatamente ai cittadini ed alle forze politiche, un'idea del valore economico dell'inerte commercializzato. Questo dato non risulta invece di facile reperibilità e noi al momento non siamo riusciti a trovarlo. Ad ogni buon conto, il tempo scorre e le scadenze indicate nella convenzione Bambagioni, non sono rispettate ma le contraddizioni si moltiplicano: da un lato l'area dei Renai, viene riconosciuta quale Sito di Interesse Comunitario (SIC) e dall'altra, si sbandiera la costruzione della bretella autostradale Stagno/Prato quale soluzione anche ai decennali problemi di viabilità che attanagliano Signa e Lastra. E' il 2009 e quando i cantieri dell'autostrada sembrano aprire, la magistratura mette gli occhi sull'opera, un project financing  dove i costruttori in un'intercettazione telefonica godono per aver imposto il prezzo voluto, senza necessità di ribassi. Nel frattempo l'opera con annessi e connessi aveva raggiunto l'esorbitante costo di 360 milioni di euro per 9 km di percorso!! La bellezza di 40 milioni al km, quasi 80 miliardi delle vecchie lire al km, roba da far arrossire di invidia anche il più navigato boss mafioso. Eppure, i nostri politici di spicco, di maggioranza ed opposizione, si trovano uniti nell'insistere all'interno del consiglio regionale, affinché l'opera si facesse. Nel frattempo, le escavazioni nei Renai proseguono, contrariamente alle iniziali imposizioni della regione che reclamava la messa in sicurezza della piana fiorentina mediante i lavori della cassa di espansione. Il contenzioso Comune che vuole continuare e metter mano al lotto 3 dei Renai e la Regione che contrariamente reclama la cassa di espansione con fondi già parzialmente versati a ciò dallo Stato, non può durare a lungo ed allora, il comune di Signa si accolla l'onere di progettazione dell'opera. L'operazione ha successo e per sei anni si continua a scavare e la regione insiste inutilmente per la cassa di espansione; è il 2011 quando, con il nuovo insediamento del consiglio regionale, viene trovato un accordo a tarallucci e vino e consensualmente si riconosce che il comune di Signa non ha la capacità (o volontà) di progettare l'opera e quindi viene commissariato. Nel frattempo, ovvero nel 2007,  con D.C.R.T. n. 27 era stato approvato il nuovo Piano Regionale delle Attività Estrattive di Recupero delle aree escavate che autorizza come il precedente, l'attività' di escavazione finalizzata al recupero funzionale e di messa in sicurezza del sito di cava prevedendo la possibilità di commercializzare una quantità di materiale non superiore al 30% di quanto già estratto nella cava al momento della cessazione dell'attività estrattiva.  Entro tale limite i comuni individuano le effettive quantità massime di materiale da escavare e da commercializzare in funzione delle necessità del corretto recupero del sito; questa volta la durata complessiva degli interventi di recupero viene portata a sei anni. E come non sfruttare l'occasione per protrarre per 6+6+... anni i termini di estrazione? Viene così partorita una nuova convenzione che consente il protrarsi dei lavori e..... tanto altro!E' l'8 aprile 2013 quando il consiglio comunale approva la delibera n 14 con la solita compattezza del gruppo PD presente al completo.  Bene, una delle tante direte voi, cosa c'è di particolare?  Andiamo a leggerla.La delibera parte con un preambolo che è tutto un programma e dove si legge: "la società Progetto Renai s.r.l. ha richiesto formalmente a più riprese al Comune di Signa, il risarcimento dei danni per presunti ritardi nel rilascio dei titoli autorizzativi da parte dell'Amministrazione procedente, per un importo pari ad € 7.219.031,60"  Il preambolo viene quindi seguito da numerose pagine di fregnacce che si concludono con la proposta di approvazione del documento e dei suoi allegati, contenitori di tante sorprese. Comunque già un dato balza agli occhi: la società proprietaria dei terreni (Progetto Renai srl) e che incassa i proventi degli scavi, denuncia danni per un valore complessivo superiore a quello dell'intera area, individuato a suo tempo in 11 miliardi di lire dal citato Poggiali . Come dire: conveniva espropriarla! Ma lasciamo perdere questi calcoli che lasciano il tempo che trovano, se non fossero ahimè oggetto di approvazione anche dei sindaci revisori. Andiamo all'allegata convenzione dove con stupore leggiamo che il Comune di Signa, riconosce alla Progetto Renai, 500.000 euro per una forma di compenso per opere eseguite dalla suddetta società in anticipo sul preventivato, con relativo sbilancio finanziario. Tali "anticipazioni"  sono quindi indicate dal comune quale credito della Società e la somma, "detratta dalle opere residue di risistemazione ambientale nell'ambito dei lotti 2, 3 e del lotto di adeguamento finale nel limite massimo ridotta così a soli Euro 304.809,28 dei previsti 804.809,00 (art. 5 lett. E della convenzione allegata alla delibera  CC n 14/2014).Quindi, la Progetto Renai srl reclama un danno di oltre 7 milioni di euro per presunte responsabilità della pubblica amministrazione in genere (si guardi bene, tutti da provare ed eventualmente solo in parte del comune) ed il Comune di Signa che paga cifre esorbitanti per contenziosi giudiziari con i cittadini, questa volta trova una sorta di riconoscimento relativamente ad opere fatte in anticipo sul concordato, di fatto alleggerendo da buon Pantalone, gli oneri a carico della società di 500.000 euro.Verrebbe da chiedersi: e il previsto ponte Bailey e le relative opere di congiungimento con via Amendola, la cui costruzione è pubblicizzata da oltre un decennio sulle rive del Bisenzio? Che dire, la tempistica vale per le opere fatte ma non  per quelle da fare!!!
Ad ogni buon conto, non preoccupatevi, il ponte si farà e bello! Ed eccoci all'art. 9 della convenzione: "Il Comune di Signa, per parte sua, si obbliga in contestualità alla cessione definitiva ed integrale delle aree, che deve intervenire entro e non oltre il termine di scadenza per la ultimazione dei lavori del lotto di adeguamento finale, al rilascio di una concessione trentennale alla Progetto Renai S.r.l., avente ad oggetto le aree ricomprese nella porzione centrale e contigua al previsto ponte Bailey del Parco dei Renai, previste in sicurezza idraulica in base a quanto disposto dall'art. 6 delle NTA di Piano vigenti: (omissis segue elenco particelle....) pari a circa 130.000 metri quadri, salve le ulteriori verifiche anche catastali che verranno effettuate." Ecco quindi svelato il mistero del perché tanta voglia di bretella autostradale! Altro che viabilità fra le Signe, l'autostrada con il suo svincolo previsto a San Mauro, era la facile via di accesso a questi 130.000 metri quadrati di terreno che, non è azzardato pensare, saranno attrezzati dalla Progetto Renai srl ad acquapark ed anche di notevole dimensioni, se solo si pensa che quello famosissimo di Riccione, verte su 90.000 mq.  La concessione trentennale, prevede infatti l'utilizzo commerciale dell'area a carattere oneroso al momento non indicato; ciò che viene indicato è che solamente dal quinto anno la Progetto Renai Srl pagherà al 100% il canone.  E' evidente che la creazione su un'area così vasta di un acquapark o attività simile, risulterebbe in contrasto con la previsione del bacino remiero e quindi ecco anche spiegato il vero motivo che da anni impedisce il rientro della società Canottieri le Signe nelle acque dei Renai. Per quanto riguarda invece flora e fauna, lasciamo alle associazioni LIPU e WWF che gestiscono l'area protetta in frangia a quella dei citati 130.000 mq, giudicare in merito, con la speranza che abbiano lo stesso ardore usato in situazioni molto meno impattanti.La convenzione all'art. 12 ribadisce inoltre che Comune concederà in concessione alla società "Isola dei Renai" le aree e le opere cedutele dalla Società Progetto Renai s.r.l. ed a questo proposito, occorre ricordare che la Isola dei Renai S.p.A è società a capitale pubblico e privato, dove la Progetto Renai srl ha il 49% del capitale, mentre il comune di Signa il 34, 52%.Per finire, altro elemento che balza agli occhi è la nuova fidejussione fissata in € 1.342.809,28 prevedendo un valore delle aree dei lotti 2. 3 e finale di 0,82 €/mq, veramente una misera quotazione visto quanto è previsto sull'area!Ricapitolando:- Il principio della legge che ha consentito la ripresa della escavazioni è stato totalmente disatteso e rovesciato, tanto che il fine ultimo non è la sistemazione dell'area per fini naturalistici e di sicurezza, ma per evidenti scopi commerciali;- La società Progetto Renai srl denuncia un presunto danno economico di oltre 7.000.000 di euro dovuti ai ritardi nel rilascio delle autorizzazioni, ovvero quanto l'ammontare complessivo del costo per le opere di riqualificazione e di riassetto naturalistico dell'area, denotando quindi il netto sbilancio fra il valore assegnato nell'indicazione della fidejussione (0,82 €/mq) e quello effettivo sull'area assoggettata agli scavi;-        Il comune di Signa "scomputa" 500.000 euro dagli oneri che la Progetto Renai srl avrebbe dovuto impiegare per le opere di risistemazione ambientale, senza oltretutto che siano indicate le opere specifiche su cui attuare il taglio che è ben del 70% sul totale previsto.-  Il comune di Signa, nell'assegnare in concessione gratuita i lotti 0, 1, 2, 3 ovvero tutti quelli esclusi dal prevedibile acquapark, alla società Isola dei Renai, di fatto assegna in uso gratuito il 49% del parco dei Renai alla Progetto Renai srl.Per quanto sopra, il Fronte Nazionale condanna nella forma e nel contenuto la condotta del comune di Signa che con troppa "disinvoltura" e sicuramente senza il criterio del "buon padre di famiglia", gestisce la cosa pubblica, operando in maniera palesemente sommersa, con disegni progettuali che pur altamente impattanti, non vivono la minima partecipazione popolare e si riducono a decisioni  prese fra un numero limitato di amministratori ed imprenditori.Il Fronte Nazionale si auspica quindi la formazione di una commissione consiliare dedicata esclusivamente all'area dei Renai ed invita le forze politiche presenti in consiglio comunale, ad adoperarsi in tal senso o alternativamente, a richiedere un percorso partecipativo che porti alla definizione del progetto complessivo dell'area dei Renai, anche quella esterna al parco.