Lo zibaldone

Cinesi a Signa: tre laboratori su quattro erano sconosciuti al comune


Questo è quanto emerge dall'articolo pubblicato ieri su La Nazione e già anche nei giorni scorsi su Repubblica, in relazione agli accertamenti  che hanno visto l'impegno di un esercito di addetti fra carabinieri, vigili del fuoco, polizia municipale, personale Asl e ispettori della direzione territoriale del lavoro.Che dire: sono emerse le ben prevedibili condizioni igieniche precarie nelle quali persone di tutte le età si erano adattate a vivere, senza escludere i bambini, prime vittime di una condizione di vita che annulla anni di lotte sociali. In due capannoni gestiti da cittadini cinesi, in via Pistoiese a Signa tutti e 51 i lavoratori trovati sul posto sono risultati impiegati al nero o assunti in modo irregolare, caratteristiche queste che si scontrano con il contenuto della Bossi-Fini, oltre che sulle norme amministrative sul lavoro che dubitiamo siano rispettate anche in futuro. Ed à proprio al futuro che guardiamo: si tratta di un'operazione "giornalistica" o di un maggior impegno in quello che dovrebbe essere il lavoro quotidiano che evidentemente, per motivi a noi sconosciuti, era venuto meno ad oggi? Com'è possibile che su un territorio ben circoscritto come quello di Signa, ben 115 ditte su 150 fossero ignote all'amministrazione comunale? Perchè nei confronti delle ditte cinesi, il comune di Signa non ha indagato ed usato la stessa solerzia utilizzata per i cittadini italiani per la riscossione di Tosap, Tari, Tasi, Imu, Irpeff e quant'altro? 115 ditte sconosciute al Comune, sono 115 ditte che non pagano tasse, ovvero stranieri che sfruttano il territorio e l'inefficenza della nostra pubblica amministrazione, investendo poi i profitti delle attività illegali nel loro paese di origine.Ci auguriamo che in futuro sia mappato il territorio e si procede a periodici controlli negli ambienti occupati da cinesi, cosè come avviene con quelli degli italiani.