Lo zibaldone

Viabilità a Signa ed il costo dei fallimenti del PD


Pubblicato oggi su LA NAZIONE, un articolo a firma di Lisa Ciardi che, per ovvie e comprensibili ragioni di spazio, risulta sintetizzare il comunicato stampa del Fronte Nazionale, ma dal quale emerge a chiare note il tema trattato: i fallimenti di chi ha amministrato Signa negli ultimi decenni, non hanno un costo solamente quantificabile in disagi ed inquinamento, ma presentano anche un costo economico diretto e indiretto, fallimenti che si autodenunciano con promesse ufficiali, scritte e protocollate ma come al solito disattese, come di seguito più compiutamente descritto.
Se volessimo determinare l'effettivo costo dell'incapacità delle amministrazioni che si sono succedute a Signa dal dopoguerra nel risolvere il problema della viabilità, dovremmo partire dal 1948, quando fu inaugurato l'attuale ponte sull'Arno, in previsione di una nuova strada che passasse fra lo stadio e l'attuale via Don Minzoni. Già all'epoca il buon governo era bandito al crocevia fra Arno e Bisenzio, e si decise che per la collettività erano più utili dei palazzi rispetto ad una strada. Certe scelte urbanistiche, lasciano cicatrici indelebili e Signa ha più esempi di questo tipo. Da allora un insieme di progetti con conseguenti perdite di tempo e di denaro pubblico con le amministrazioni di Signa soccombere in ogni grado di giudizio, dal TAR al Consiglio di Stato nei vari ricorsi presentati. La ricerca di una soluzione si è fatta più frenetica negli ultimi dieci anni e viene riassunta nella determinazione n. 116 del 2 dicembre 2014. Sono gli anni dell'epoca Bambagioni, l'attuale consigliere regionale del PD che a Signa amministra con una giunta monocolore. Anni in cui l'amministrazione signese procede con una disarmante improvvisazione il cui costo a carico della collettività è quantificabile in circa 200.000,00 euro oltre ai disagi ed all'inquinamento ben noti.   E' il 2003 quando l'allora sindaco Bambagioni da il primo incarico di fattibilità per giungere all'attuale ponte sull'Arno da via Arte della Paglia e da allora sarà sempre lo studio tecnico De Renzis ad interessarsi della progettazione. Nell'agosto 2004 viene saldata la prima fattura di 6.500,00 euro per un primo studio di fattibilità. Un anno dopo, con determina n. 208 l'Ing. De Renzis riceve dal comune di Signa un acconto di 37.110,95 euro sull'onorario di una prima progettazione preliminare. Questo progetto prevedeva due soluzioni: una lungo la sponda del Bisenzio e dell'Arno e l'altro che riguardava la fascia di pertinenza dello Stadio. La spesa per entrambe le soluzioni era indicata in circa 6 milioni di euro. La fattura per questa progettazione preliminare, veniva saldata con determina del 4 ottobre 2007 per l'ammontare di Euro 6.881,29. Successivamente il comune di Signa decideva di affidare allo stesso professionista l'incarico per la progettazione definitiva. Passa meno di un anno e l'amministrazione di Signa cambia idea: con determina del giugno 2008 si chiede al De Renzis di tralasciare il precedente progetto definitivo e di valutare una terza soluzione per giungere al ponte, quella che prevede una strada in pertinenza alla linea ferroviaria e che poi si incunea fra lo stadio ed i palazzi sopra citati di via Don Minzoni. Nel 2009 viene approvato questo terzo progetto preliminare e l'ing. De Renzis saldato con la somma di Euro 24.235,20. Viene quindi incaricato sempre lo stesso studio per il progetto definitivo di un primo stralcio di strada, quello che congiunge dall'attuale via Santelli all'attraversamento della linea ferroviaria; contestualmente viene richiesto uno studio geologico. Nel novembre 2010 l'ing. De Renzis fornisce il progetto definitivo e nel successivo marzo riceve un acconto di 63.678,00 euro. Con determina del maggio 2011 viene saldato anche il geologo Dott. Tognelli con l'ammontare di 17.518,80 euro. Passa il solito anno ed il comune di Signa da incarico al De Renzis di definire il progetto definitivo per il secondo stralcio della terza ipotesi, ovvero dalla linea ferroviaria al ponte sull'Arno passando per via Gramsci. Con determina del settembre 2013 viene liquidato al professionista un anticipo di euro 14.311,33; il saldo di ulteriori 7.277,63 euro nell'ottobre 2014. Tutto definito? Manco per idea anzi, con determina 101 del 5.11.2014 è stato chiesto all'Ing. De Renzis di predisporre una quarta soluzione, detta soluzione D per l'importo di euro 12.688,00 ma neppure un mese dopo con successiva determina n. 116 del 02/12/2014 si torna indietro ed il De Renzis riceve l'incarico per la riprogettazione con adeguamento normativo ed aggiornamento prezzi della soluzione C del progetto preliminare che era stato approvato dalla Giunta nel febbraio 2009. La riprogettazione costerà 9.516,00 euro.Come affermato, le incertezze di questa maggioranza hanno un costo economico che va ben oltre i 200.000 euro già citati e ben elencati nella determina dello scorso 2 dicembre,  che purtroppo non tiene conto di ulteriori e ben più onerosi fallimenti, ad iniziare dalle convenzioni non rispettate. Infatti se sul versante Arno, via Arte della Paglia non riesce a trovare sbocco, non è andata certo meglio sul versante opposto, dove la strada doveva essere costruita a scomputo oneri di urbanizzazione in seguito all'edificazione dell'area industriale di via delle Bertesche, situazione che ha visto disattendere non solo la prima convenzione, ma anche una seconda sul cui rispetto il sindaco Cristianini si era impegnato personalmente durante l'approvazione in consiglio comunale. Alle centinaia di migliaia di euro che l'amministrazione di Signa ha lasciato per strada in questi anni, deve inoltre aggiungersi la "scomparsa" dei 28,9 milioni che l'ex assessore regionale Conti aveva promesso all'allora sindaco Bambagioni per la viabilità locale, con nota assunta al protocollo del comune di Signa il 4 ottobre 2002,  qualora non fosse stata costruita la Bretella autostradale. La bretella non si farà, ma i milioni hanno preso altre strade. Soldi, tanti soldi buttati inutilmente per opere che non sono mai state fatte e dire che a Roma il PD parla di revisione della spesa pubblica.  Di seguito, la citata lettera