Lo zibaldone

La chiesa e la politica che non vogliamo


Sono cresciuto in una parrocchia di campagna di circa tremila anime, con un prete tradizionale che per 56 anni ha vissuto nella canonica pericolante con la vecchia perpetua. Misera la presenza su internet, dove il suo nome non viene mai citato su Wikipedia; di lui si ha notizia solamente per la morte, sopraggiunta nel 2004 all'età di 84 anni. Con la scomparsa della mia generazione il nome di Don Armido Pollai, parroco di San Mauro a Signa, resterà solamente nella toponomastica locale e sulla lapide del cimitero. Certo, chi può ricordare un prete che fece solo quello che rientrava nella sua missione di religioso, una vita rivolta agli altri, da consumarsi alternando messe a visite domiciliari per i più sofferenti, ricevendo chiunque e dispensando ai poveri i proventi delle messe? Nella mia breve permanenza in parrocchia relativa ai soli anni dell'adolescenza, mai un salutare "nocchino", mai avesse alzato la voce. Costante il suo sorriso, anche quando doveva riprenderci per qualche birbonata, combinata principalmente nel suonare le campane saltando su e giù sospinti dalle corde delle ondeggianti campane. Già, ancora le campane venivano suonate manualmente ed avevano il rispetto di tutti, per quello che rappresentavano nei giorni di festa come per i funerali quando invitavano al saluto finale tutta la collettività, scandendo gli spostamenti della salma, dalla partenza da casa al suo arrivo in chiesa fino al termine della funzione quando il defunto usciva dalla chiesa; in tanti ricordano la mattina di quel 4 novembre 1966 quando ancora notte, proprio dalla parrocchia parti l'allarme per la rottura dell'argine in via dei Lavatoi e l'imminente alluvione. Poche cose l'attività ricreativa intorno al campo di calcio, dove nasceva la Stella Azzurra, la squadra parrocchiale di cui era anima il buon Edoardo, un prato verde per anni invidiato da tutte le realtà limitrofe. Consuetudine di ogni parrocchia, le gite che non di rado rappresentavano per ragazzi ed adulti, l'unica vacanza possibile: che voli con lo slittino giù sotto il Cimone e che sgranate con l'Agile, Pozzillo, ì Buti e Cipolla, sotto la sorveglianza dell'Alma e Ivo, che ricordo insieme da sempre. C'era poi il cinema Lux che riuniva tutto il paese la domenica sera con i più giovani che seguivano lo spettacolo del pomeriggio, dopo aver seguito Tutto il calcio minuto per minuto, in alternativa alla tombola che si faceva in Compagnia. E che dire del circolino parrocchiale, dove memorabili erano i toast di Fosco e la gassosa stappata da Nello? No, non era sempre rose e fiori, ed allora il buon Armido lasciava l'aspetto manzoniano e si tirava su le maniche; non è facile gestire una famiglia, figuramoci una parrocchia. Si una parrocchia che cresceva ma sempre nella funzione primaria rivolta alla dignità della persona, senza voli pindarici ma con la volontà di andare a colmare quei vuoti lasciati dalle pubbliche amministrazioni e  da altre forme di associazionismo. Nasce quindi la Misericordia, con il suo primario servizio di trasporto da e per le strutture sanitarie. In orbita alla Misericordia, i donatori di sangue e di organi. Per Don Armido la  Misericordia rappresenta lo specchio della parrocchia all'esterno e non si stancherà di chedere ai confratelli la massima serietà e umiltà nell'effettuare il servizio sempre in carattere di volontariato come per tutte le altre attività parrocchiali. Il Comune di Signa non si è mai distinto per attività ludiche, che pure fanno parte della qualità della vita, ed ecco allora che a San Mauro mezzo secolo fa questo giovane prete (ancora coadiuvante di don Sarti), decide che piccoli e grandi dovevano godere di un momento di festa; nasce il Carnevale di San Mauro che vede quest'anno la 49^ Edizione.  C'è crisi vocazionale e le suore lasciano il paese delegando il compito al comune di seguire la crescita delle sue anime in età di asilo. Resta quindi vuoto l'ex convento; eravamo a cavallo fra gli anni 70 e 80, non ricordo bene, e la struttura non poteva servire solamente per dare ospitatlità ai confratelli che effettuavano il turno notturno alla Misericordia (il mio compagno era Maurizio Vinattieri), serviva qualcosa di più impegnativo ed utile alla collettività! In quel periodo Don Armido ospita al cinema Lux certo Ernesto Balducci, della Badia Fiesolana, da molti indicato quale prete comunista. L'argomento sono i giovani ed il loro rapporto con la droga. La Democrazia Cristiana è salda al governo dal dopoguerra e grande stupore nella sala affollata di credenti, infonde il sentire le affermazioni di quel prete: "I giovani drogati fanno comodo al potere, perchè la droga li addormenta e li allontana dalle piazze". Padre Balducci aveva lasciato il segno in Don Pollai, che inizialmente aveva pensato di trasformare l'ex convento in struttura di accoglienza per giovani tossicodipendenti. Non sappiamo se furono pressioni da parte della popolazione o motivi legati alle necessarie convenzioni con l'Asl, ma la scelta poi finì nell'attuale RSA, per accogliere il sempre maggior numero di anziani che la società in evoluzione vedeva più soli in famiglie non più patriarcali.Dunque, una parrocchia stretta intorno al suo prete, attività ricreative per i più piccoli, sport ed impianti sportivi, cinema/teatro, Misericordia per trasporti di emergenza e sociali, un carnevale storico, una casa di riposo per anziani, il tutto con il criterio dei piccoli passi, senza voler gravare economicamente sui parrocchiani e sulla società civile ma soprattutto, un prete abituato a dare e non a chiedere, che ha svolto con umiltà e dedizione la sua missione. Poco, evidentemente, per ritenere soddisfacente l'operato di un prete. Ed ecco quindi che ad una paio di chilometri di distanza, propro quando Don Pollai lascia le sue funzioni clericali, arriva una figura diversa di sacerdote, il prete/imprenditore. San Francesco, figlio di imprenditore, è universalmente venerato per essersi liberato delle ricchezze a favore dei poveri, e per aver predicato Dio nella povertà. Il suo insegnamento, vorrebbe essere un esempio se non un monito, ma non per tutti; a San Donnino c'è chi pensa che per predicare la parola di Dio occorra non solo una chiesa ma addirittura un castello fatto da ristorante, pizzeria, bar, foresteria, centro congressi, campi da calcetto e tennis, parco giochi, se non avveniristiche biblioteche; la parrocchia resta stretta, si vuole aprire all'intera provincia.Si sa, difficilmente si rifiuta un'offerta o un prestito agli uomini di chiesa, un po per scaramanzia e un pò perchè di solito il ritorno c'è sempre. Parte quindi il cantiere e l'emulazione imprenditoriale dei tanti cinesi che popolano il paese prende campo. Passano i primi anni e le banche continuano a dare fiducia al prete che nel frattempo ha creato una cittadella. Ma le banche si sa, guardano più alla pancia che allo spirito e presentano il conto: 10 milioni di euro, l'equivalente di quasi tre anni di incassi nei musei vaticani! Ne sanno qualcosa i 149 suicidi per motivi economici del 2014, lo sa l'ultimo imprenditore suicida in ordine di tempo, Maurizio Bernardi di Mestre! In Toscana un terzo delle imprese fallisce per i ritardati pagamenti delle pubbliche amministrazioni (dati ANCI 2012), con relative perdite di posti di lavoro e tutto ciò che ne deriva in numero di disperati non più in grado di pagare mutui o affitti, se non le tasse locali sempre più alte e soffocanti.In questa situazione, sembrerebbero naturali due soluzioni: 1) la Chiesa, che già conta oltre il 20% del patrimonio immobiliare italiano, si fa carico del debito; 2) la Chiesa non ritiene conveniente la soluzione 1 e lascia il prete al suo destino.Macchè, il prete sa giocare le sue carte e a sua volta presenta il conto ai politici delle campagne elettorali che si sono giocate nella sua cittadella; ecco quindi che chiama a raccolta i due sindaci limitrofi ed il consigliere regionale di zona, Paolo Bambagioni. Già siamo in campagna elettorale per le prossime regionali e come non spendere meglio i soldi delle tasse se non andando in aiuto al prete/imprenditore? Ecco quindi che la regione ed i comuni di Campi Bisenzio e Signa decidono di fare quello che non farebbero per nessun imprenditore:  accorrono in aiuto alla ricchissima chiesa degli antifrancescani! In barba ai disgraziati, la regione Toscana stanzierà 700.000 euro per Spazio Reale ed i sindaci di Signa e Campi si sono impegnati a pubblicizzare la struttura e a migliorare la rete viaria per raggiungerla. Cari ristoratori, baristi, negozianti e gestori di impianti sportivi siete serviti, non bastavano le esenzioni dal pagamento dell'IMU, l'abbattimento del 50% dell'IRES, agevolazioni IRAP di cui gode la Chiesa, a Signa e Campi le vostre tasse si rivolgeranno contro le vostre stesse attività, per alimentare la concorrenza! Questo tipo di Chiesa, abbinato a questo tipo di politica hanno un solo effetto: quello di togliere risorse ai bisogni dei giovani, degli anziani e di altre categorie sociali svantaggiate e noi questo non lo vogliamo. Fronte Nazionale coordinamento comunale SignaAlessandro Mori