Lo zibaldone

Donzelli a Lecore scopre l'acqua ... lurida


La visita del consigliere regionale a Lecore e quanto pubblicato da La Nazione oggi, rappresenta la sconfitta delle istituzioni sia sul piano politico che amministrativo. Sul piano politico, perchè ti rendi conto che paghi un consigliere regionale 100.000 euro e poi questo, anzichè operare nelle sedi opportune, va a giro a fare teatrini populisti che non portano a nessuna soluzione; sul piano amministrativo, perchè chi si è rivolto a Donzelli, se veramente voleva denunziare una situazione di disagio sociale, ha dimostrato di non avere nessuna fiducia in chi invece ha l'onere e l'onore di dover intervenire. In entrambi i casi, sia Donzelli che i suoi simpatizzanti locali, avrebbero dovuto denunciare in forma scritta e diretta, eventuali situazioni di degrado all'unica autorità che ha, in ambito comunale, il compito di vigilare sulla sanità pubblica e privata e che ha l'opportunità di intervenire: il sindaco.Ma veniamo alla lettura dell'articolo e scopriamo che lo scandalo non sono certo i panni posti ad asciugare sopra l'insalata, ma eventualmente il disagio di persone che vivono in stato di estrema povertà e forse di schiavitù e che, fatti entrare in Italia grazie al buonismo dei soliti politici, sono adesso costretti ad arrangiarsi in situazioni che la nostra società conosceva tre generazioni fa, quando neppure le nostre abitazioni erano dotate di latrine, ma avevano di fianco il "concio" che una volta "maturo" serviva per dare sostanza ai terreni coltivati. Le abitazioni si dotarono quindi delle prime latrine e venne il "bottino", dove i contadini nostrani fino a mezzo secolo fa, anche meno, gettavano le nidiate di gatti e cani nati in eccesso, specialmente se di sesso femminile oltre che, naturalmente, gettarvi quelle feci che non avevano sparso nelle fosse circostanti coperte dalla nota foglia di fico che ad altro uso era stata destinata. Bene, i cittadini cinesi che hanno invaso parte dell'Italia, provengono dalla parte più povera della povera Cina, lo Zhejang, dove le condizioni di vita sono quelle antecedenti all'unità d'Italia. L'invasione cinese viene cronologicamente da lontano, da almeno un trentennio e adesso si trova forse in controtendenza; nonostante ciò, nonostante che anche i governi cari a Donzelli si siano alternati in questi decenni, nessuno si è mai preoccupato più di tanto di affrontare il problema cinese di cui ben poco sappiamo. Il ruolo istituzionale di Donzelli, lo eleva necessariamente a responsabilità e comportamenti che devono andare oltre alla macchietta napoletana. Nell'articolo si citano "topi e canali di irrigazione maleodoranti", Vogliamo far notare al consigliere regionale che non trattasi di canali di irrigazione, ma di fogne a cielo aperto non collegate con il collettore che porta ad depuratore di San Colombano. Si, perchè anche adesso che le abitazioni dei civili italiani sono tutte dotate di cesso, i liquami a Lecore fanno lo stesso percorso che facevano quando la cacca la si faceva nelle fosse. Ecco quindi acque nere che scorrono non solamente intorno ai campi coltivati dai cinesi, ma anche intorno alle case abitate dagli italiani che da anni ne inspirano le esalazioni. Il Fronte Nazionale, ha più volte e ripetutamente denunciato la cosa anche su questo blog con  testimonianze fotografiche.
Donzelli, che ha la fortuna di operare all'interno della più alta istituzione toscana, saprà che la gestione delle fogne e la depurazione delle acque, a Signa come in tutta l'area metropolitana ed il pistoiese, è compito di Publiacqua, società al 60% con capitale pubblico. Donzelli si adoperi quindi nelle sedi opportune e con i provvedimenti opportuni e, visto che siamo in campagna elettorale e che la persona si candida a governatore della Toscana, ci aspettiamo di vedere nel suo programma un preciso impegno per la sanificazione di tutta l'area affinchè per una volta, alle critiche  faccia seguito una soluzione.