Lo zibaldone

Riforma della giustizia: pagheranno i soliti mazziati


In due parole: la riforma della giustizia tanto sbandierata dal governo Renzi, avrà come destinatari quei cittadini nulla tenenti o nulla rischianti, che dalle patrie galere potranno uscirne o non entrarvi in futuro, a favore di lavori socialmente utili, detenzione domiciliare o pene pecuniarie che, in quanto nulla tenenti, non pagheranno mai. Dimenticavo, dovranno comunque risarcire i danni ma, in quanto nulla tenenti.... come sopra!  Per il resto dei cittadini, quelli che sono quotidianamente vessati dalle tasse, niente cambia; opteranno per il processo vecchia maniera e dovranno risarcire il danno quando dovuto. Quindi, l'unico effetto, sarà uno svuota carceri. Ma andiamo con calma e vediamo perchè la microcriminalità festeggia.La legge 28 aprile 2014 n. 67 che trova una sua prima attuazione con il recente Decreto Legislativo 16 marzo 2015 numero 28 è comunemente ed impropriamente inquadrata quale legge di depenalizzazione di reati minori o tenui, come meglio indicati nel nuovo articolo 131 bis del Codice Penale. Tuttavia, se il sentore comune porta all'idea di depenalizzazione, evidentemente nell'immaginario collettivo si evidenzia come la disciplina dell'irrilevanza del fatto sarà fortemente soggetta al potere discrezione del giudice che, di volta in volta e inevitabilmente anche secondo la propria sensibilità, dovrà valutare la gravità o meno di un fatto/reato.Queste perplessità popolari, hanno un fondamento nella sensazione generale di incertezza della pena che da anni pervade il nostro sistema giudiziario e fa sentire nella popolazione una sempre maggiore insicurezza per quanto riguarda la capacità dello Stato di intervenire in quelli che sono i reati minori ma di maggior impatto con il cittadino; i reati appunto trattati dalla legge 67/2014.Tre i criteri che hanno spinto il legislatore ad operare in tal senso:-        Deflazione del carico giudiziario;-        Rieducazione del reo che emerge soprattutto con la "messa in prova"-        Riduzione della popolazione carceraria allargando la possibilità della detenzione domiciliareIl tutto nel rispetto del diritto all'azione civile per il risarcimento del danno da parte della persona offesa.Altro elemento di fondamentale importanza, è la cancellazione del processo in contumacia, ad esclusione di tre casi:1.    Rinunzia espressa;2.    Rinunzia tacita;3.    Volontaria sottrazione alla conoscenza del procedimento o di atti dello stesso.Non sappiamo se il combinato disposto di quanto sopra, porterà ai risultati sperati per quanto riguarda le aspettative del legislatore, sicuramente comporterà nella cittadinanza un maggior senso di insicurezza e nelle forze di polizia una maggiore frustrazione e carico di lavoro.Fra i reati che rientrano in questa velata forma di depenalizzazione, vi sono per esempio il furto la truffa, l'appropriazione indebita, il danneggiamento e l'invasione di edifici e terreni, tutti reati lievi ma con un grande risvolto sociale, perché colpiscono direttamente il cittadino. E' evidente che fra i reati lievi, viene annoverato anche lo status di clandestino che, ad ogni buon conto, risultava fin da principio, come intervento residuale della Bossi/Fini, che aveva come criterio il respingimento dei clandestini e non la loro carcerazione. Conservano, invece, rilievo penale le condotte di violazione dei provvedimenti amministrativi (di espulsione) adottati in materia, anche se è sotto gli occhi di tutti il fallimento di tale procedura.In giorni in cui da più parti si vocifera di Prefetti che sono alla ricerca di alloggi sfitti da requisire per dare in uso ai cosiddetti migranti, niente di più facile riportare gli effetti della legge 67/2014 a casi che si potranno verificare con sempre maggiore frequenza: l'invasione abusiva di edifici sfitti da parte di stranieri senza casa. Già in passato la Cassazione aveva indicato lo stato di necessità per casi simili, adesso la mancanza di impunità viene determinata dalla legge.Per quanto riguarda invece le forze di polizia, non trattandosi di depenalizzazione, continueranno ad operare come sempre ed anzi, con ancora maggiore impegno, salvo vedere poi vanificato tutto il lavoro, con dispendio di materiale umano e denaro. Infatti come detto non siamo di fronte a depenalizzazioni e quindi l'attività investigativa proseguirà come prima e con l'accortezza delle modifiche al processo in contumacia, che vuole l'imputato informato di quanto avviene. Quindi se una qualche difficoltà può intervenire con l'italiano, vi lasciamo pensare a quando l'imputato è cittadino straniero che di norma è irreperibile per natura. Adesso, ancora di più, per indagini che andranno a finire in niente, si dovrà procedere con tutta una serie di accortezze che prevedono in primis la presenza di un interprete ad ogni atto compiuto dalla polizia giudiziaria in presenza della persona sottoposta ad indagini che, talvolta con artifizi neanche tanto consoni alla procedura penale, dovranno, per sanare una normativa eccessivamente garantista, anticipare la parte penale in una fase di per se amministrativa. Quindi maggiori spese, maggior impegno per le forze di polizia che oggi ancor di più, vedranno vanificato il loro lavoro-Nella legge 67/2014, sono inclusi anche le lesioni personali colpose e l'omicidio coloposo; tali reati non rientrano tuttavia  fra i reati tenui  quando sono aggravati come nel caso in cui i fatti siano conseguenza di violazione della normativa antinfortunistica o di violazione di una norma del codice stradale ovvero di leggi speciali in genere. Rimanendo nel campo della sicurezza stradale, in un periodo dove sempre maggiore è il richiamo a provvedimenti più penalizzanti per i conducenti che si rendono autori di episodi di grande rilevanza mediatica e dove da più parte si richiede un inasprimento della sanzioni accessorie nei confronti delle patenti, la guida senza patente (art. 116 cds) in quanto punita con sola ammenda, pur legge speciale, sembra depenalizzata come tutti gli altri reati puniti con la sola pena pecuniaria ed in tal senso, i  tribunali stanno rinviando tutti i processi in attesa appunto del prossimo decreto attuativo.A tal proposito, l'art, 1 lett. b) della legge 67/2014, imponeva che per i reati puniti con l'arresto (contravvenzioni) o la reclusione (delitti) non superiore nel massimo a 3 anni, fosse - automaticamente - prevista rispettivamente la pena dell'arresto/reclusione domiciliare - vi rientrano le fattispecie di reato previste dal codice della strada agli artt. 9-bis cc. 1 e 4; 9-ter c. 1; 100 c. 14 (sul combinato disposto degli artt. 477-482-489 c.p.); 186 cc. 2 lett. b) e c), 2-bis e 7; 186- bis cc. 3 e 6; 187 cc. 1, 1-bis e 8; e 189 cc. 6 e 7. ovvero guida sotto l'influenza di alcol e droghe, campetizioni in velocità, falsificazione di documenti e targhe.Una rapida riflessione, porterebbe quindi a far supporre che grazie alla legge 67/2014, si assisterà ad un generale ricorso alla tenuità del fatto. Sbagliato! Infatti, il ricorrere a tale soluzione, di fatto corrisponde ad una condanna, con iscrizione al casellario giudiziario, condanna sopraggiunta quindi senza neppure lo svolgimento di un processo, con grandi perplessità di carattere costituzionale! Ma ciò che lascia pensare che solo una parte dei rei ricorrerà a tale opportunità, è la commutazione in pena pecuniaria e la salvaguardia del risarcimento del danno. Quindi chi ha uno stipendio, un qualsiasi bene immobile o mobile, difficilmente opterà per la tenuità del reato, ma si opporrà, per optare a favore del processo alla vecchia maniera, alla ricerca dell'assoluzione. In un sistema giudiziario come il nostro, dove chi niente ha niente rischia, è evidente che solo questa categoria di rei aderirà e con vera gioia, al nuovo sistema sanzionatorio, che consentirà loro di evitare il carcere e contemporaneamente di aumentare il proprio debito pecuniario con uno Stato dove chi non paga .... non paga e basta.In un sistema carcerario come il nostro, dove al 31 maggio scorso ben 17.374 detenuti, ovvero un terzo dell'intera popolazione carceraria, era composta da stranieri, ed in un'area come la nostra, dove nel carcere di Sollicciano su un totale di 692 detenuti, ben 452 sono stranieri ovvero 2/3, è facile prevedere come la riforma voluta da Renzi, consentirà a certa fauna di tornare in libertà per poi, forte di un sentore di maggiore impunibilità, sarà ancor più portata a delinquere di prima.Anche nella recente campagna elettorale, sono state effettuate a Signa e per la precisione al circolo ARCI dei Colli Alti, incontri con tema la sicurezza. Si è parlato di questo? E cosa si è detto? Che aumenterà il controllo del territorio? Buffonate fatte solo per un popolo di pecore! Si accettano contraddittori.