Lo zibaldone

Paolo Bambagioni e la sovranità culturale


Aveva posto a simbolo della sua campagna elettorale i guantoni da boxer, lui che ha sempre prediletto la scrivania alla palestra; ma la palestra non è solamente quella comunemente intesa, palestra lo sono tutte le scelte della vita, soprattutto quando non sono scelte di convenienza ma di valori, i valori di cui la persona si è dotata nella vita. In un momento in cui la politica che conta tende alla globalizzazione materiale e delle idee, Paolo Bambagioni fa una scelta di coerenza, una scelta che forse inconsapevolemte, si dimostra comunitaria,di sovranità culturale. Infatti, da tempo si vuol far credere che la lingua esprima il pensiero ed invece è il pensiero che si modella sulla lingua utilizzata. La definizione generica di genitore o peggio ancora di genitore 1 e genitore 2 è evidentemente negazione del concetto di famiglia e quindi parte di un processo che vuol demolire la nostra identità culturale. La scelta di Paolo Bambagioni di aver votato, unico del PD, per il mantenimento della dicitura "padre e madre" nei moduli per l'iscrizione scolastica e per l'accesso ai servizi regionali destinati ai minori, non può che trovare l'approvazione del Fronte Nazionale di Signa che si ritrova pienamente nella dichiarazione fatta dal consigliere regionale: "Il mio voto risponde alla volontà di tenere ben fermi i principi attualmente stabiliti dalla legge e dalla Costituzione, che prevedono una famiglia fondata sul matrimonio e quest'ultimo come l'unione tra persone di sesso diverso. Per questo ritengo doveroso continuare a utilizzare parole come padre e madre, essendo queste le uniche che rispondono fedelmente ai principi del nostro ordinamento. L'uso che facciamo delle parole è molto importante, e utilizzare termini generici, anche a partire da un semplice modulo, a mio parere rappresenta una forzatura, in senso normativo ma anche culturale, verso delle forme di famiglia e di genitorialità che il nostro sistema attualmente non prevede".  Chi non si trova in questo pensiero, non ha evidentemente a cuore il tema di sovranità ed antepone la disgregazione sociale al senso di comunità e di rispetto della propria cultura e di chi per questa ha sempre lottato.