Lo zibaldone

Le fogne risvegliano Lecore


Sono trascorsi tre mesi da quando avevamo analizzato lo stato di abbandono in cui versava la frazione del comune di Signa http://blog.libero.it/SIGNA/13262354.html . Avevamo puntualizzato come, nonostante ciò, gli elettori avevano continuato a dare fiducia a chi dimostrava nei fatti il suo disinteresse per quel piccolo borgo medioevale. Adesso sembra che la pazienza sia arrivata al limite ed ecco che un gruppo di cittadini, quelli più colpiti dalla vergogna delle fogne a cielo aperto che oggi, come secoli fa, operano a "dispersione" fra le case ed i giardini pubblici. Lo scorso sabato, viene chiesto l'intervento del quotidiano La Nazione, affinchè si ponga l'attenzione a questo caso di carenza igienico/sanitaria.
 
La risposta che giunge dagli enti preposti, Comune e Publiacqua, è oltremodo disarmante: il problema è noto da tempo si dice, ma la precedenza va ai centri più grandi.La risposta, contrariamente alle promesse più volte esternate dal Sindaco, non da speranza per una previsione d'intervento che sia se non immediata, neppure prossima ed ecco quindi che i cittadini dell'intera frazione, fino ad oggi tenuti "sotto controllo" dal consigliere di maggioranza Binella, hanno deciso di muoversi in maniera più incisiva presso altri enti. Ma andiamo ad analizzare l'articolo a firma di Lisa Ciardi.Siamo in una situazione dove il progresso nel campo idraulico ed igienico sanitario, è rimasto all'epoca medioevale, se non peggio. Infatti all'epoca le acque nere non finivano in fogna, per il semplice motivo che non esistevano i gabinetti e nei centri contadini come Lecore, ogni casa aveva il suo concio che riciclava in maniera naturale certi rifiuti.Alla fine del secolo scorso, fu deciso per il depuratore di San Colombano, dove risultano allacciati tutti o quasi gli scarichi della piana, ad esclusione di alcuni tratti di territorio, fra i quali Lecore. Nel frattempo è stato affidata a Publiacqua, società pubblica dove i comuni aderenti hanno una partecipazione proporzionata agli investimenti e quindi agli abitanti, la gestione non solo dell'acquedotto ma anche del sistema fognario. Il Comune di Signa, ha una percentuale di partecipazione dello 0,06%, senza nessun delegato nel consiglio di amministrazione; questo vuol dire che il Comune di Signa in seno a Publiacqua "conta quanto il due di picche con briscola cuori": men che nulla. E' anche vero che il Comune di Signa dedica quasi 1/3 del suo territorio in opere idrauliche che vanno a porre in sicurezza l'intera piana fiorentina e parte della stessa città gigliata. Relativamente al depuratore, ospita le vasche di decantazione.Una classe politica che si rispetti e che sia dotata di "spina dorsale" dovrebbe far valere quanto sopra e chiedere di diritto l'intervento di Publiacqua nel sanare una situazione igienico-sanitaria che pone l'autorità sanitaria locale, ovvero il Sindaco, a rischio di dover rispondere di eventuali conseguenze derivanti dall'attuale stato di cose. Appare inoltre strano, se non poco appropriato, che a rispondere per conto dell'amministrazione, siano stati due assessori e non appunto il sindaco in persona che, in ambito di sanità è Ufficiale di Governo e quindi non è organo del comune ma dello stato, posizione questa che non è delegabile agli assessori.Un modo per "sfuggire" ad una situazione conosciuta ed imbarazzante? Non lo sappiamo, ma quel che è certo è che le risposte apparse sul giornale hanno avuto l'effetto dirompente di interrompere la situazione di stallo che durava da anni e da subito i cittadini si sono attivati per altre soluzioni atte ad attirare l'attenzione sul problema fogne. Il Fronte Nazionale, che da anni denuncia questo stato di cose, si farà portavoce dei diritti dei cittaini con i metodi più opportuni, ad iniziare dalla richiesta di intervento in danno, impiegando prioritariamente i fondi destinati al rifacimento della piazza di Lecore.