Lo zibaldone

Forteto: SETTA DI STATO, MAFIA DI STATO


Sono le 23.30 quando stringo la mano a Paolo Bambagioni e questi mi chiede: "sei rimasto contento?" E' ovvio che per contento non si intende felice, ma "ben informato". Si Paolo, purtroppo si, e con me anche Gianni Vinattieri che durante la serata non faceva altro che esclamare: "hai sentito? roba da pazzi!" E che vergogna quando ti ho risposto: "si, anche io per lavoro ero venuto a conoscenza di fatti simili". No, la mia professione mi ha portato a conoscenza di fatti che rendono la civile Firenze per certi versi non diversa dalle mafiose città del sud, ho potuto verificare quanta difficoltà per non dire omertà, vi sia intorno ad alcune associazioni che godono di una certa notorietà, ma niente a che vedere con quanto emerso sul Forteto, una comunità ed ancor più una cooperativa dove la persona perdeva il suo "io" e dove organi deputati alla salvaguardia dei minori, ne sancivano invece la condanna alle peggiori sevizie.
Setta di Stato è il titolo del libro/indagine che due giornalisti senza peli sulla lingua e senza censure di comodo, hanno dedicato alle torture ed al malaffare del Forteto, un luogo dove venivano elargiti lauti fondi pubblici per una struttura dove si consumavano pedofilia, sfruttamento del lavoro ma soprattutto dove veniva annientata la personalità dell'individuo. Duccio Tronchi e Francesco Pini non hanno peli sulla lingua quando prendono la parola e non fanno sconti a nessuno: è facile ergersi a paladini quando lo si fa a ragion veduta e così è, perchè Setta di Stato è un libro che si basa non su ipotesi e pensieri, ma su documenti, testimonianze e dati ufficiali che non forniscono il fianco a nessun tipo di interpretazione diversa da quella che i due bravi autori danno: COLPEVOLI!Ma colpevoli chi? Scontato quel Rodolfo Fiesoli condannato in primo grado a 17 anni per i più abominevoli reati contro i minori; colpevoli anche un'altra quindicina di suoi collaboratori per reati minori, ma COLPEVOLE tutto un sistema giudiziario e politico che per un trentennio ha VOLUTAMENTE chiuso non un occhio ma si è tappato, ben tappato, gli orecchi e la bocca.
La scimmietta che tante volte ironicamente identifichiamo con il sud, questa volta ha campeggiato in maniera ben più tremenda nel centro della democratica e civile Toscana, dove è venuto a mancare anche quel pudore che al sud si identifica con un codice d'onore che vuole donne e bambini intoccabili. Torni a casa e pensi che devi fare un resoconto dettagliato della serata, ma che fare, scrivi subito o leggi prima il libro? Il dubbio è pressante, da una parte il desiderio di raccontare tutto e subito, dall'altro quello di fornire delle informazioni più dettagliate possibili. Hai registrato alcuni interventi, due brani letti dall'ottimo Alessandro Calonaci, le testimonianze di chi ancora lavora al Forteto in una situazione allucinante di convivenza fra accusati ed accusatori, dove l'attuale governo ha respinto i suggerimenti degli ispettori all'uopo mandati dal precedente governo Letta. La sala è piena, vi sono più persone del previsto, eppure siamo alla terza serata di presentazione, ed allora scopri che qualcuno è tornato perchè si era illuso di non aver capito bene.
No, la scimmietta è stata di casa al Forteto per oltre un quarto di secolo, fra connivenze che non possono essere superate con un semplice "non sapevo" ed anche chi poteva non sapere, non ha certo chinato la testa e chiesto scusa. Non hanno quindi chiesto scusa i tanti politici da D'Alema a Fassino passando per Rosy Bindi e Di Pietro, che hanno usato il Forteto quale sfondo per la loro carriera politica; non hanno chiesto scusa i servizi sociali dei vari comuni che inviavano minori, ed ancor meno i giudici del tribunale dei minori di Firenze  che affidavano coloro che avevano bisogno di protezione, a "coppie di comodo" createsi all'occorrenza presso la cooperativa, con il solo scopo di acquisire "carne fresca" da plasmare alle voglie del suo presidente già noto all'autorità giudiziaria per i suoi passati da pedofilo, oltre che per essere sfruttati in lavori che non avevano la minima tutela. E che dire dei precedenti consigli regionali che tanti fondi elargivano a quella cooperativa fiore all'occhiello del sistema guidato dall'attuale ministro Poletti, imolese e quindi a stretto contatto con i dirimpettai mugellani d'oltre appennino, quella lega Coop che non poteva non sapere, come del resto i sindacati, che al Forteto chi percepiva i sussidi di disoccupazione, lavorava sempre e comunque 365 giorni l'anno e che forse i citati sussidi erano appannaggio della cooperativa e non dei lavoratori.Setta di Stato il titolo del libro, e come non definire tale l'affare Forteto! Insolita l'esclamazione di Bruno Vespa, noto quale giornalista sempre vicino al potere, che per il caso Forteto afferma di non avere mai ricevuto in tanti anni di carriera, tante pressioni per non fare la trasmissione sulle nefandezze che si consumavano in quella comunità. E che dire inoltre del tentativo quasi riuscito di ricusazione del presidente del collegio giudicante, il giudice Bouchard. Fatto mai accaduto in precedenza a Firenze, di inaudita gravità e che aveva come unico scopo quello di prescrivere i reati!. "Senti! Senti! Inaudito! Esclama accando a me Gianni Vinattieri." Fortunatamente la Cassazione annullò lo sciagurato provvedimento."Chi tocca il Forteto muore" esclamò nel 2011 Carraresi (UDC) al collega Mugnai (PDL -FI) che assumerà la presidenza della commissione che da quell'anno ha indagato contro tutto e contro tutti,  scoperchiando in maniera indelebile il coperchio di quella pentola a pressione che era il Forteto. Fu Bambagioni che, contro le notevoli pressioni del suo partito, volle in tutti i modi istituire quella commissione; del PD solo Mattei firmò: il Forteto era sempre stato il fiore all'occhiello della sinistra toscana e non solo. Se ne accorse a sue spese una maestra di Vicchio, presente in sala e che ha testimoniato come una sua denuncia al sindaco basata su disegni e confidenze che alcuni bambini le avevan fatto, fu accolta dalla massima autorità locale: all'appuntamento il sindaco si presentò con Fiesoli al suo fianco e l'esito è ben intuibile: la maestra ne uscì intimorita dalle non velate minacce. A nulla era valsa la conoscenza della condanna per pedofilia del Fiesoli e neppure la sentenza del 2000 della corte europea dei diritti dell'uomo, ed ancor meno il successivo arresto del profeta nel 2001 con le solite accuse di pedofilia e sfrattamento del lavoro minorile ; il Tribunale dei minori di Firenze continuava ad affidare i minori alle pseudo coppie del Forteto e noti magistrati quasi quotidianamente vi si recavano a fare visita. La commissione d'inchiesta regionale aveva subito evidenziato le gravi anomalie, nonostante ciò, Rodolfo Fiesoli viene celebrato in Palazzo Vecchio alla presenza dell'allora sindaco Renzi che sarà citato più volte. Quindici giorni dopo il Fiesoli viene arrestato e da li la recente condanna a 17 anni. http://video.corrierefiorentino.corriere.it/rodolfo-fiesoli-ted-tex/cf-166640 I due autori del libro, ne sintetizzano nel seguente filmato il contenutomentre l'on: Meloni in aula, esterna ampiamente e chiaramente il proprio disappunto per il comportamento del governo Renzi che non ha tenuto conto di quanto indicato dagli ispettori "governativi" che chiedevano il commissariamento della cooperativa. Il governo Renzi, ad oggi  ha rifiutato inoltre la composizione di una commissione che riferisse sul Forteto per quanto di competenza dell'organo nazionale. In conclusione dobbiamo ringraziare tutti i componenti della prima commissione d'indagine il cui operato, se da un lato ci mette di fronte ad una "realtà irreale" alla quale occorre che chi di dovere ponga immediatamente ed irrimediabilmente fine, di contro rappresenta  una speranza e la dimostrazione che quando vuole, la politica riesce a dare il meglio di se e ad elevarsi a quel criterio di nobiltà che le dovrebbe essere proprio.