Lo zibaldone

Bambagioni, che ci fai nel PD?


Condanne definitive per pedofilia ed usurpazione di titolo (finti titoli di studio in psicologia), liquidate dal presidente del Tribunale dei Minori di Firenze, Gian Paolo Meucci, come "sentenze politiche"; un Presidente, che dopo un passato giovanile da democristiano accanto a La Pira, se ne allontana quando vede bocciata la sua proposta di candidatura parlamentare nel 1963. Da allora abbraccia le tesi comuniste e si avvicina al Partito Comunista ed i valori della famiglia sono scalzati dal crescente ideale delle comuni, delle cooperative, delle quali il Forteto, fresca creazione di certo Fiesoli anch'egli prima frequentatore della parrocchia della Querce,  dalla quale ne fu allontanato iniziando quindi a frequentare la locale sezione del PCI,  ne rappresenta l'esempio da seguire.  Siamo negli anni 70 e, quando nel 1985 il Fiesoli subisce la prima condanna per pedofilia ed insieme a lui, l'altro ideologo, il Goffredi, reo anche di essersi attribuito titoli di studio in psicologia, mai conseguiti, il Presidente Meucci la liquida appunto come una una sentenza politica e continua con gli affidamenti di minori a quella comune che subirà nel 2000 una ulteriore condanna dalla Corte Europea dei Diritti Umani. Così in una cooperativa/comunità capeggiata da due condannati in via definitiva per reati sui minori di natura sessuale, hanno tranquillamente continuato a ricevere in affido minori passati attraverso vicende drammatiche o affetti da gravi disabilità come il down che Meucci affidò al Fiesoli appena scarcerato. I più deboli tra i deboli come definiti dal Dr. Piero Tony che sarà presidente del Tribunale dei Minori dal 98 al 2004 e che continuerà come il suo successore ad affidare i minori  a quella setta.Scorrendo fra gli atti del processo penale del 2015, il libro "Setta di Stato" e la relazione conclusiva della commissione regionale presieduta da Bambagioni  https://www.scribd.com/document/317967455/La-Relazione-della-Commissione-d-inchiesta-sulla-comunita-Forteto-di-Firenze#fullscreen&from_embed sembra impossibile che nè i servizi sociali, nè il Tribunale dei Minori così come quello dei Maggiorenni, presieduto a lungo dall'attuale presidente ANPI di Firenze, Ubaldo Nannucci, così come tutte le altre autorità a ciò preposte, non abbiano mai avuto sentore di quanto accadeva all'interno del Forteto. Ma forse si, come quando una maestra si rivolse al sindaco avendo intuido dai disegni dei bambini, che qualcosa non andava in quel lager; il sindaco si fece trovare con il Fiesoli accando, ed è facilmente intuibile quale fosse stato l'esito del colloquio; la donna se ne uscì intimorita e minacciata.  Nessuno poteva andare contro quella ideologia che si era barbicata negli anni 70 e che rappresentava l'eccellenza di una parte politica, quella che preferiva la comune alla famiglia, l'ideologia comunista, il sistema delle cooperative. Al centro dell'interesse Forteto, non c'è solamente la pedofilia dei suoi responsabili, l'atteggiamento che tende ad annullare la volontà e la percezione della realtà di quei minori affidati, ma vi sono anche interessi economici legati ai tanti milioni di euro di sovvenzioni pubbliche, di situazioni di "favori" nelle progressioni di carriera, situazioni legate ad attività sindacali non sempre chiare, lavoratori che si trovano in condizione di disoccupazione senza saperlo ed i cui sussidi vengono percepiti da altri grazie a conti correnti a loro ignoti: il Forteto rappresentava per taluno una miniera di carne umana e di denaro e per altri, sicuramente un elemento di vanto,  e non di rado il Fiesoli era invitato nei salotti buoni a dare lezione sull'educazione da fornire ai minori, come quando il 12 novembre 2011, alcune settimane prima del suo ennesimo arresto Rodolfo Fiesoli,  parla a Firenze nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, nel corso di un convegno (TedxTex: fondazione Al Gore), in qualità di educatore. In platea c'è l'allora sindaco Matteo Renzi che sorride ed annuisce, al quale Fiesoli si rivolge a più riprese. Dopo l'arresto del Fiesoli  i riferimenti al medesimo Fiesoli spariscono dal sito onlinedell'iniziativa e da YouTube, in cui però, sono visibili tutti gli altri interventi tra cui quelli di Jovanotti e dell'allora inquilino di Palazzo Vecchio Matteo Renzi, il cui governo adesso fa resistenza oltre ogni limite per non commissariare la cooperativa dove almeno fino ad oggi risulta ancora in busta paga il Fiesoli, in un misto inverosimile di accusatori ed accusati costretti a convivere. 
Terminata quindi la parte penale, con la condanna della Corte D'Appello di Firenze, alla quale seguirà sicuramente quella della Cassazione, pur con il flagello delle tante prescrizioni inevitabili con la legge attualmente in vigore, restano da definire le condanne "morali, professionali e politiche" di coloro che dalle atrocità Forteto hanno tratto vantaggi, spesso persone di alto profilo che forse non sapevano e più probabilmente non hanno voluto sapere, perché andare contro al Forteto voleva dire morire, se non fisicamente, politicamente e professionalmente e la situazione non è cambiata nel tempo, tanto che ancora oggi, che la cosa è diventata di dominio pubblico e le responsabilità sono state consolidate. qualcuno ha il coraggio e la faccia tosta di voler prendere provvedimenti non contro chi ha sguazzato nel sistema Forteto, ma contro coloro ed in particolar modo colui, Paolo Bambagioni, che ha voluto mettere le mani nel letamaio mettendone a nudo le nefandezze. Ecco quindi che il PD in blocco processa il suo consigliere regionale, reo di aver voluto indagare sugli abusi perpetrati in 40 anni su 86 minori; Bambagioni secondo il PD è colpevole di aver demolito un castello che da oltre quattro decenni aveva materializzato l'ideologia della sinistra, una sinistra che da sempre vuole l'annientamento dei valori cristiani, della famiglia e della personalità, una sinistra che per voce del vice capogruppo in regione, Monia Monni, adesso chiede a Bambagioni: "MA TE COSA CI STAI A FARE NEL PARTITO?" E' una bella domanda, alla quale mi associo: Paolo Bambagioni, cosa ci stai a fare nel PD? Questo è il partito che fu di D'Alema e che adesso è di Renzi; altri sono i tuoi valori ed a niente varrebbe un suo cambio al vertice!