Lo zibaldone

FIORENTINA, la Viola bordata di Nero


In questi giorni si festeggia  il 90° anniversario della nascita della Fiorentina. E' noto infatti che la società viola nacque il 29 agosto 1926 dalla fusione fra due precedenti società, per volere del marchese Luigi Ridolfi, pluridecorato della 1^ guerra mondiale e deputato del Partito Nazionale Fascista che, a sue spese, fece costruire anche lo stadio di calcio inaugurato il 13 settembre 1931, attualmente intitolato ad Artemio Franchi, ma allora dedicato a Giovanni Berta, il giovane militante fascista ucciso da un gruppo di comunisti. Divagando per dovere di cronaca ma rimanendo sempre in ambito calcistico, Ridolfi creò anche il Centro Tecnico di Coverciano, dove da allora la nazionale di calcio ha il suo punto di riferimento, senza dimenticare il centro sportivo degli Assi Giglio Rosso e la ristrutturazione del teatro comunale da cui ebbe vita il Maggio Fiorentino. Il 1931 per Firenze rappresento un anno di grandi opere pubbliche, tanto che oltre al citato stadio di calcio, il 4 giugno 1931 fu inaugurato anche l'attuale aeroporto di Peretola che. unitamente alla stazione ferroviaria di S.M. Novella inaugurata nel 1935, determinò un radicale miglioramento nel sistema dei trasporti della città gigliata, come attualmente in uso. 
Tornando alla Fiorentina, forse meno nota la genesi dell'inno Viola, una canzone del 22 novembre 1931, il cui testo originale va ascritto ad Enzo Marcacci, su una composizione musicale di Marco Vinicio; la canzone fu pubblicata per la prima volta dall'editore Marcello Manni che ne divenne proprietario dei diritti. Dire che si tratta di una canzone fascista è più che scontato e non solo per il periodo nel quale è nata. La prima strofa recita: "Garrisca al vento il labaro viola", con chiaro riferimento all'era romana tanto cara al fascismo, così come i ripetuti termini "ardito" "valore" "gloria" e "vittoria".
I tifosi della Fiorentina, riuniti nell'"ordine del Marzocco", fecero stampare un volantino con il testo di questa canzone, distribuendolo al pubblico dello stadio di allora posto in Via Bellini, per farlo cantare a tutti i tifosi. Dal 1931 la canzone divenne quindi l'inno della Fiorentina; da quella data il cuore di decine di migliaia di fiorentini ogni domenica si riconosce in quella canzone ed in quella bandiera che, alla luce di quanto sopra, non appare certo blasfemo definire bordata di nero.