Lo zibaldone

Omicidio stradale: tre giorni di referto che valgono 4 anni di reclusione e cinque di sospensione patente


In un precedente post del 27 marzo scorso, immediatamente dopo la sua entrata in vigore, abbiamo fatto le prime considerazioni in merito a quelle che potevano essere le conseguenze pratiche della legge 41/2016, meglio conosciuta come "Legge sull'omicidio stradale"  http://blog.libero.it/SIGNA/13378894.html  , In quella occasione, avevamo espresso numerosi dubbi sulla sua applicazione e sull'effetto che avrebbe avuto; ad oggi, a distanza di otto mesi, ancora non si è delineata del tutto l'applicazione della stessa da parte delle procure, e quello che per il momento emerge, pur rientrando nella logica dei fatti, detta non poco sconcerto per quello che sarà l'impatto con gli utenti della strada. Il tutto si riconduce ad un termine preciso; quello dei quaranta giorni, il periodo oltre il quale dal tradizionale art. 590 CP, si passa adesso al nuovo art. 590 bis CP. Stiamo parlando ovviamente di lesioni personali COLPOSE, ovvero non volute ma procurate in seguito alla violazione del codice della strada. 
 Fino all'avvento della nuova legge, ad esclusione dei casi di omicidio, per tutti gli altri casi di lesioni si procedeva a querela della parte offesa e solitamente le parti trovavano un accordo prima dell'udienza. Adesso invece se si superano i quaranta giorni di malattia, la procedibilità del reato è d'ufficio e non dipende più quindi dalla volontà della parte offesa, in quanto è lo Stato che si fa carico dell'integrità fisica dei suoi consociati. Questo era ben chiaro fin dalla sua prima uscita, ma il dubbio o, diremo noi, il timore delle procure, è stato quello di decidere se considerare per la classificazione delle lesioni il primo referto medico ospedaliero, cosa questa che avrebbe limitato alquanto la procedibilità d'ufficio, o la sommatoria di tutti i certificati medici, comprendendo anche quelli dei medici di famiglia che quasi sempre allungano in maniera esponenziale i giorni del primo referto, sfondando non di rado i quaranta giorni.Il Procuratore della Repubblica di Firenze, dott. Giuseppe Creazzo, dopo attenta valutazione ha disposto delle modalità operative che portano alla seconda ipotesi, quella della sommatoria dei certificati e non poteva essere altrimenti, se si considera che per lesioni si intende una malattia o un'incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni che sono quelle attività consuete che costituiscono l'abituale modo di vita del leso. Comprendono gli atti della vita quotidiana (cura e igiene personale, vestirsi, nutrirsi, ecc.), gli svolgimenti della vita di relazione, le mansioni lavorative e anche le attività del tempo libero e dello svago. Inoltre, sembra ragionevole ritene­re che l'incapacità comprenda anche la convalescenza, durante la quale il leso, pur clinicamente guarito, deve ancora ristabilirsi appieno. Per esempio, un calciatore che in un incidente stradale si frattura un piede, successivamente alla guarigione clinica necessiterà sicuramente una fase di convalescenza e riabilitazione fino alla sua completa capacità di riprendere l'attività agonistica e quindi, con una frattura che magari guarisce in 30 giorni, si renderanno necessari almeno ulteriori 20 giorni per riacquisire in pieno le capacità di movimento e destrezza necessarie per giocare al calcio. Ecco quindi che da un primo referto che riconduceva a lesioni lievi di 30 giorni, si sale a lesioni gravi e quindi alla procedibilità d'ufficio.Per quanto sopra, considerato che non di rado referti iniziali ospedalieri di una settimana o poco più, ma ho esperienze anche di tre o quattro giorni, si prolungano per mesi, l'effetto della legge Scilipoti avrà sicuramente un impatto dirompente sulla collettività e ben poco si sposerà con il principio legittimo che volevano le tante associazioni e cittadini, di aumenti di pena a carico di chi, con condotte di guida irresponsabili e magari gravate dall'assunzione di sostanze stupefacienti o alcoliche, causava la morte o ferite gravi agli altri utenti. Adesso, chiunque per un qualsiasi motivo, vedi la tipica distrazione della madre che si volge verso il bambino, si trova a tamponare anche leggermente il veicolo che lo precede, rischia di essere chiamato in giudizio e, se riconosciuta l'infrazione al codice della strada, condannato ad una pena da 3 mesi ad un anno, con revoca della patente e divieto di conseguirla per ulteriori cinque anni, oltre ovviamente a tutte le spese processuali. Se nel 2015 nella sola città di Firenze a fronte di 2511 incidenti con lesioni alle persone, vi sono state 210 comunicazioni all'autorità giudiziaria per i reati di cui agli artt. 589 e 590 C.P., delle quali 152 erano relative a querele (fonte Comune di Firenze), non è surreale pensare che negli anni a seguire il 50% degli incidenti con lesioni non finiscano in tribunale, con oltre un migliaio di persone che si troveranno senza patente per un periodo da 5 a quindici anni e taluno in conseguenza di questo anche senza lavoro (pensate a chi di professione fa l'autista), e non per aver guidato in stato di ebrezza o a 100 km/h in città o per aver oltrepassato il semaforo rosso, ma magari perchè ha urtato una bicicletta che transitava in senso vietato mentre usciva dal passo carrabile, o perchè nel fare retromarcia per uscire da un parcheggio ha urtato un pedone che attraversava fuori dalle strisce pedonali o magari perchè nel voltare a destra non notava un motorino che transitava al suo fianco o ancora quando in un banale sinistro si causa lesioni al suo passeggero, fosse anche amico intimo e che dire, quando in situazioni di traffico intenso, dovete inserivi nel flusso della circolazione e lo fate solo grazie alla "precedenza di cortesia" che un gentile conducente incolonnato vi fornisce, salvo poi urtare un'altro veicolo che invece in transito al suo fianco non vi vede? Sono tutte situazioni in cui ognuno di noi si trova a convivere quotidianamente, ognuno di noi semplici cittadini che non gode dei privilegi di avere un autista come invece capita a ministri e dirigenti.A questo punto crediamo veramente che la legge stia travalicando quelli che dovevano essere i principi cardine già citati e da regolatore sociale, rischia di diventare un elemento di disturbo che andrà ancora di più a colpire i soli cittadini qualunque, creando nuovo disagio sociale a solo vantaggio degli avvocati che vedranno incrementare a dismisura il loro lavoro, una legge che richiama non solo i conducenti ma adesso ancor più, i medici a meditare bene sulle loro certificazioni.PS: questa foto potrebbe far sorridere se non fosse che chi, grazie allo scarso senso civico di chi parcheggia in questo modo, nell'immettersi nella via delle Molina (siamo a San Mauro, frazione di Signa) dovessere rimanere coinvolto in un sinistro con lesioni gravi o gravissime, rischia l'arresto in flagranza, quattro anni di reclusione e la revoca della patente senza poterla riconseguire prima di 5 anni, per essersi immesso, grazie all'auto in sosta, nell'intersezione contromano.