Creato da a.mori1961 il 11/07/2011
Tra il serio e il faceto

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Ultimi commenti

viva gli idealisti !
Inviato da: mario ambuchi
il 26/02/2017 alle 01:00
 
post veramente molto carino. Complimenti da kepago
Inviato da: diletta.castelli
il 07/10/2016 alle 17:41
 
grazie a questo post mi si sono schiarite le idee. Grazie....
Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 26/08/2016 alle 12:48
 
molto bello questo articolo complimenti. Ciao da Maimeri
Inviato da: generazioneottanta
il 16/07/2016 alle 20:22
 
Rido per non piangere. Previet
Inviato da: sols.kjaer
il 28/05/2016 alle 16:33
 
 

SICUREZZA STRADALE A SIGNA

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RICETTE

 

 

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AMBIENTE

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VARIE DI POLITICA E SOCIETA': elenco dei post pu

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post. 139: SIGNA E L'URBANISTICA CONTRATTATA

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post. 135: IL PROCESSO PARTECIPATIVO NELLE SIGNE (questo scomodo dettaglio)

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post. 131 gli affari della politica ed il museo delle cere

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post. 127 l'economista Lidia Undiemi si dimette dall'IDV

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post 126 PRO LOCO ed Incompatibilità

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post 122 La Bretella e la questione morale

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post. 119 nessuna appartenenza politica

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post 117 il finanziamento pubblico dei partiti

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POST 113: EMERGONO I PRIMI NOMI NELL'INDAGINE SUGLI APPALTI DELLA BRETELLA. CHI VOLEVA QUEST'OPERA A 41 MILIONI AL KM?

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post 108: il macigno di Franco Tozzi si abbatte sul PD delle Signe

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POST 105. LAURA FOSSI vittima del suo ruolo?

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post 95 proseguono le indagini della magistratura sulla Bretella

post. 88 l'equiparazione della polizia municipale

post. 84 così poteva essere piazza stazione

post 58 - la crisi vista da M. Castellari

Post. n. 41- festa democratica: in 60.000 per il gioco dei tappi

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Post. n. 18 - Vinattieri Gianni ha detto in merito alla casta

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

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post. 137: BAMBAGIONI dice addio alla Bretella

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post 100 Bretella: Rossi (non) risponde al buon padre di famiglia 

post 56 ancora Bretella

post 39 E 45 acqua bene pubblico, stessi partiti diverse posizioni

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post38 - sanità e disservizi -

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post 26 processo partecipativo: di chi ha paura il PD?

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post. 23 da Patrizia Fallani: come nasce il processo partecipativo a Signa

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post 20 degrado urbano

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post 17 e 19 passerella pedonale ponte signa

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post. 13 i costi della bretella

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post 8 Bretella o marmellata: parte l'indagine della procura

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VIABILITA'

post 129 e 130 Il PDL incontra i cittadini 

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post 110 LA COSTA: il disagio quotidiano

post 120, 114, 104 e 103  il Processo Partecipativo AFFONDA LA BRETELLA a favore del TUNNEL: SIAMO TUTTI BUCAIOLI

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Post 91: in bicicletta San Mauro / Varlungo

post 76, 77, 78, 79,  81, 82, 83 il processo partecipativo volge al termine: quali i risultati?

post 52, 53, 54, 55, 56 62, 63  BRETELLA e tunnel RACCONTATE DA ALCUNI POLITICI LOCALI E DA CIAMPI

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post 30 progetto partecipatevo e tunnel 1

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Post25 in bicicletta da San Mauro a Vaiano

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Post21 a piedi lungo il Bisenzio da San Mauro a Prato

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Post12 ciclabile SIGNA/CASCINE/LASTRA

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POST 28. PUBBLICA ASSISTENZA DI SIGNA LUNGO LA CICLABILE DELL'ARNO

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post 85 Fabio Fabiani, un mito

post. 60 lo sport che conta, quello degli amici - il Signa 2007

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Post. 15 fra il serio e il faceto Al Drinking Team l'Europa Leauge

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RECENSIONI

 

post. 124 Osteria della Bietola Pontremoli

Post. 29 Ristorante Onice di Villa La Vedetta

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Post. 16 Ristorante IO OSTERIA PERSONALE

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POST N . 7: RISTORANTE BOCCONI BRUXELLES

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POST N. 4: BAR DI' TREBBIO

http://blog.libero.it/SIGNA/10415798.html 

 

STORIA E TRADIZIONE SU RUOTE

PER LA RICERCA DI POST SU QUESTO ARGOMENTO DIGITA: STORIA E TRADIZIONE SU RUOTE

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http://www.love500.it/  

POST 144 - XI RADUNO DI FIRENZE

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post. 49 E 64 RADUNO DI SIGNA

http://blog.libero.it/SIGNA/10700031.html 

post. 43 RADUNO DI EMPOLI

http://blog.libero.it/SIGNA/10650681.html 

Post. 37 - 17 raduno 500 Prato

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il volo dell'anatra

il lavoro di gruppo

Come le anatre che volando in formazione, aumentano l'autonomia,coloro che condividono una direzione comune e un senso di comunità arrivano dove vogliono,  piu' rapidamente e facilmene, perchè viaggiano sulla spinta l'uno dell'altro.

Quando la prima anatra si stacca, si sposta lateralmente e un'altra anatra prende il suo posto alla guida. Così nessuno si sente primo come nessuno ultimo.

 

 

 
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Bambagioni, che ci fai nel PD?

Post n°504 pubblicato il 18 Luglio 2016 da a.mori1961
 

Condanne definitive per pedofilia ed usurpazione di titolo (finti titoli di studio in psicologia), liquidate dal presidente del Tribunale dei Minori di Firenze, Gian Paolo Meucci, come "sentenze politiche"; un Presidente, che dopo un passato giovanile da democristiano accanto a La Pira, se ne allontana quando vede bocciata la sua proposta di candidatura parlamentare nel 1963. Da allora abbraccia le tesi comuniste e si avvicina al Partito Comunista ed i valori della famiglia sono scalzati dal crescente ideale delle comuni, delle cooperative, delle quali il Forteto, fresca creazione di certo Fiesoli anch'egli prima frequentatore della parrocchia della Querce,  dalla quale ne fu allontanato iniziando quindi a frequentare la locale sezione del PCI,  ne rappresenta l'esempio da seguire.  Siamo negli anni 70 e, quando nel 1985 il Fiesoli subisce la prima condanna per pedofilia ed insieme a lui, l'altro ideologo, il Goffredi, reo anche di essersi attribuito titoli di studio in psicologia, mai conseguiti, il Presidente Meucci la liquida appunto come una una sentenza politica e continua con gli affidamenti di minori a quella comune che subirà nel 2000 una ulteriore condanna dalla Corte Europea dei Diritti Umani. Così in una cooperativa/comunità capeggiata da due condannati in via definitiva per reati sui minori di natura sessuale, hanno tranquillamente continuato a ricevere in affido minori passati attraverso vicende drammatiche o affetti da gravi disabilità come il down che Meucci affidò al Fiesoli appena scarcerato. I più deboli tra i deboli come definiti dal Dr. Piero Tony che sarà presidente del Tribunale dei Minori dal 98 al 2004 e che continuerà come il suo successore ad affidare i minori  a quella setta.

Scorrendo fra gli atti del processo penale del 2015, il libro "Setta di Stato" e la relazione conclusiva della commissione regionale presieduta da Bambagioni  https://www.scribd.com/document/317967455/La-Relazione-della-Commissione-d-inchiesta-sulla-comunita-Forteto-di-Firenze#fullscreen&from_embed 

sembra impossibile che nè i servizi sociali, nè il Tribunale dei Minori così come quello dei Maggiorenni, presieduto a lungo dall'attuale presidente ANPI di Firenze, Ubaldo Nannucci, così come tutte le altre autorità a ciò preposte, non abbiano mai avuto sentore di quanto accadeva all'interno del Forteto. Ma forse si, come quando una maestra si rivolse al sindaco avendo intuido dai disegni dei bambini, che qualcosa non andava in quel lager; il sindaco si fece trovare con il Fiesoli accando, ed è facilmente intuibile quale fosse stato l'esito del colloquio; la donna se ne uscì intimorita e minacciata.  Nessuno poteva andare contro quella ideologia che si era barbicata negli anni 70 e che rappresentava l'eccellenza di una parte politica, quella che preferiva la comune alla famiglia, l'ideologia comunista, il sistema delle cooperative. 

Al centro dell'interesse Forteto, non c'è solamente la pedofilia dei suoi responsabili, l'atteggiamento che tende ad annullare la volontà e la percezione della realtà di quei minori affidati, ma vi sono anche interessi economici legati ai tanti milioni di euro di sovvenzioni pubbliche, di situazioni di "favori" nelle progressioni di carriera, situazioni legate ad attività sindacali non sempre chiare, lavoratori che si trovano in condizione di disoccupazione senza saperlo ed i cui sussidi vengono percepiti da altri grazie a conti correnti a loro ignoti: il Forteto rappresentava per taluno una miniera di carne umana e di denaro e per altri, sicuramente un elemento di vanto,  e non di rado il Fiesoli era invitato nei salotti buoni a dare lezione sull'educazione da fornire ai minori, come quando il 12 novembre 2011, alcune settimane prima del suo ennesimo arresto Rodolfo Fiesoli,  parla a Firenze nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, nel corso di un convegno (TedxTex: fondazione Al Gore), in qualità di educatore. In platea c'è l'allora sindaco Matteo Renzi che sorride ed annuisce, al quale Fiesoli si rivolge a più riprese. Dopo l'arresto del Fiesoli  i riferimenti al medesimo Fiesoli spariscono dal sito onlinedell'iniziativa e da YouTube, in cui però, sono visibili tutti gli altri interventi tra cui quelli di Jovanotti e dell'allora inquilino di Palazzo Vecchio Matteo Renzi, il cui governo adesso fa resistenza oltre ogni limite per non commissariare la cooperativa dove almeno fino ad oggi risulta ancora in busta paga il Fiesoli, in un misto inverosimile di accusatori ed accusati costretti a convivere. 

Terminata quindi la parte penale, con la condanna della Corte D'Appello di Firenze, alla quale seguirà sicuramente quella della Cassazione, pur con il flagello delle tante prescrizioni inevitabili con la legge attualmente in vigore, restano da definire le condanne "morali, professionali e politiche" di coloro che dalle atrocità Forteto hanno tratto vantaggi, spesso persone di alto profilo che forse non sapevano e più probabilmente non hanno voluto sapere, perché andare contro al Forteto voleva dire morire, se non fisicamente, politicamente e professionalmente e la situazione non è cambiata nel tempo, tanto che ancora oggi, che la cosa è diventata di dominio pubblico e le responsabilità sono state consolidate. qualcuno ha il coraggio e la faccia tosta di voler prendere provvedimenti non contro chi ha sguazzato nel sistema Forteto, ma contro coloro ed in particolar modo colui, Paolo Bambagioni, che ha voluto mettere le mani nel letamaio mettendone a nudo le nefandezze. Ecco quindi che il PD in blocco processa il suo consigliere regionale, reo di aver voluto indagare sugli abusi perpetrati in 40 anni su 86 minori; Bambagioni secondo il PD è colpevole di aver demolito un castello che da oltre quattro decenni aveva materializzato l'ideologia della sinistra, una sinistra che da sempre vuole l'annientamento dei valori cristiani, della famiglia e della personalità, una sinistra che per voce del vice capogruppo in regione, Monia Monni, adesso chiede a Bambagioni: "MA TE COSA CI STAI A FARE NEL PARTITO?" E' una bella domanda, alla quale mi associo: Paolo Bambagioni, cosa ci stai a fare nel PD? Questo è il partito che fu di D'Alema e che adesso è di Renzi; altri sono i tuoi valori ed a niente varrebbe un suo cambio al vertice!

 

 
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Renai: dov'è finita la differenziata?

Post n°503 pubblicato il 01 Luglio 2016 da a.mori1961
 
Foto di a.mori1961

Quando nel lontano '99 Paolo Bambagioni allora Sindaco di Signa, diede vita al progetto di recupero dell'area di cava dei Renai che vedeva l'interazione pubblico/privato, la sinistra si scagliò contro, in difesa del provvedimento preso 1/4 di secolo prima dal PCI che aveva interrotto l'attività di cava. Unitamente alla sinistra, insorsero anche coloro che si barricano dietro al termine ambientalista che nessun significato ha se non quello di essere fanatici del normale, dell'ovvio e del no a prescindere. A distanza di 16 anni, l'area dei Renai rappresenta senza dubbio il fiore all'occhiello di Signa e di tutta la piana, sia pure fra luci ed ombre di concessioni non sempre rispettate e di dati inerenti l'attività estrattiva che, anche grazie al disinteresse di tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale, non splendono certo in trasparenza (chi è in grado, per favore ci fornisca questi dati o il link di riferimento!).

In un periodo nel quale si celebra il 4° festival dei Parchi, vorremmo limitare il nostro intervento ad un particolare, piccolo ma che non può certo passare inosservato quando si parla di rispetto per l'ambiente e conseguentemente anche di raccolta differenziata dei rifiuti. Già nel 2012 siamo intervenuti in merito facendo notare come nei Renai fosse di fatto assente la differenziata, mostrando esempi positivi sparsi in tutta Italia. http://blog.libero.it/SIGNA/11303877.html la critica finì anche sui giornali.   

 

Non sappiamo se fu in seguito al nostro interessamento, fatto sta che apparvero improvvisamente dei cestini colorati che oltre ad esprimere allegria, aiutavano l'utente ad attuare con senso civico quel comportamente di salvaguardia dell'ambiente, destinando i rifiuti nel raccoglitore preposto per la differenziazione del materiale e quindi per il suo recupero.

Con grande stupore, nel 2016 anzichè implementare il servizio, si torna indietro e, proprio mentre il Comune di Signa mediante Quadrifoglio spa chiede ai cittadini nuovi sacrifici per incrementare la raccolta differenziata, nei Renai si torna ai cestini di indifferenziata! http://www.piananotizie.it/rifiuti-arriva-la-chiavetta-tutte-le-strade-interessate/ 

 

E' evidente che non sarebbe credibile oltre che logica una spiegazione che porterebbe ad affermare che personale del parco successivamente interviene a dividere per tipologia i rifiuti! Ai Renai quindi, al milione e passa di visitatori che anche questa stagione visiteranno il parco, non sarà data la possibilità di potersi comportare civilmente e dovranno indifferenziare i loro rifiuti, come già purtroppo avviene.

A dire la verità, abbiamo anche trovato tre dei vecchi cestini colorati, relegati dietro una panchina fuori dal percorso principale!

Ricordiamo che l'area dei Renai adibita a parco è di proprietà del Comune di Signa e che la società di gestione è a partecipazione pubblico/privata a maggioranza pubblica, dove il Comune di Signa mantiene la maggioranza relativa delle quote. Si giunge quindi alla contraddizione che il Comune di Signa assilla i propri abitanti con modalità di raccolta rifiuti sempre più complesse, difficoltose ed onerose, mentre il Comune stesso regredisce dalla raccolta differenziata all'indifferenziata! Qualcuno chieda spiegazioni e non si dica, almeno questa volta, che non ci sono i soldi!

 

 
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Il PD e la bandiera capovolta

Post n°502 pubblicato il 29 Giugno 2016 da a.mori1961
 
Foto di a.mori1961

Il Partito Democratico di Renzi non ha freni inibitori e prosegue nei fatti alla modifica della costituzione. Ecco quindi che a Signa si stravolge anche quello che è l'articolo 12 di quella costituzione che evidentemente per qualcuno ha fatto il suo tempo e che letteralmente cita: "La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni". Qundi Verde, Bianco e Rosso, con l'ovvio principio che si parte dall'asta nell'elencare i colori, un po come quando nel parlare di riva destra o sinistra di un fiume, il riferimento sta nel voltare le spalle alla sorgente. Sulle motivazioni e sulla storia del tricolore, questo brevissimo filmato di un minuto, così tanto per non portare via tanto tempo agli illustri democratici. 

Ma perchè questo riferimento? Perchè da domani 30 giugno a Signa si svolgerà la festa de l'unità, come ben si evince dalla "vela" che è stata posizionata ieri sera di fronte alla Coop di Signa (che caso), peccato che questa vela esibisca si un tricolore, ma con sequenza di colori rovesciata rispetto a quello che si può vedere in ogni vessillo che rappresenti l'Italia.

Voglia di cambiamento quindi, ma il PD di Signa va oltre Renzi, perchè nessuna modifica è prevista all'art. 12 della Costituzione. Si tratta quindi di un errore, di ignoranza o solamente di un caso, dove si son date tre pennellate di colore che stranamente riprende il verde, bianco e rosso (o preferite dire ROSSO, bianco e verde)? 

Lasciamo ai Padri Costituenti ed ai loro successori il compito di giudicare, per quanto ci riguarda, il Fronte Nazionale nella sua concezione che certo non coincide con quella di certi paladini della Costituzione, è in grado di esibire nel proprio simbolo, una fiamma che ben rappresenta il TRICOLORE, simbolo della Nazione che troppo spesso altri bistrattano, ma forse neppure volontariamente.

 

 
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Signa isolata nella piana fiorentina

Post n°501 pubblicato il 25 Giugno 2016 da a.mori1961
 
Foto di a.mori1961

E' ancora aperta la cicatrice della Bretella autostradale e sulla ferita premono ogni giorno nuove notizie che altro non rappresentano se non l'isolamento geo/politico della maggioranza che da decenni amministra Signa rispetto al contesto dell'area fiorentina, un isolamento che ha le sue testimonianze nelle tavole del regolamento urbanistico che per la viabilità, vede una ramificazione di progetti che già da tempo avrebbero dovuto essere realizzati e che invece testimoniano il fallimento di propositi e promesse decennali. Preme ricordare infatti che non solo al fallimento del progetto Bretella non ha fatto seguito lo stanziamento dei 28 milioni di euro già promessi con lettera protocollata dall'allora assessore regionale Conti a Bambagioni, ma non si notano neppure gli effetti dello sbandierato stanziamento di 15 milioni destinati alla viabilità esistenze, come da protocollo d'intesa del 2013 fra la Regione ed i comuni di Signa, Lastra e Campi.

Non solo, ma è di questi giorni la decisione a sorpresa resa nota dall'assessore alle grandi opere del comune di Firenze, il signese Stefano Giorgetti, che il prolungamento della linea 4 della tranvia non giungerà più alla stazione ferroviaria di San Donnino ma devierà prima, in direzione di Campi Bisenzio. Questa decisione, unita probabilmente al naufragare della passerella pedo/ciclabile prevista fra la stazione di San Donnino e Badia a Settimo, rappresenta il definitivo isolamento del territorio comunale di Signa da ogni politica di mobilità integrata dell'area Fiorentina. Già, il progetto della passerella fra le due rive dell'Arno, che interessava anche Signa, un progetto che veniva dal lontano 1997, quando fu sottoscritto l'accordo per l'alta velocità che prevedeva fra le opere di compensazione, la passerella pedo/ciclabile all'altezza della stazione di San Donnino, dove fino a 50 anni fa, vi era un barcone che fungeva da collegamento e prima ancora una passerella di legno. Il progetto era stato ripreso con forza nel 2011 anche grazie alla sottoscrizione di oltre duemila cittadini e la cosa sembrava fatta: stanziamento di 3,5 milioni di euro da parte delle Ferrovie ed inaugurazione dell'opera entro il 2014! Il comune di Signa in tutta fretta, deliberò il 29 novembre 2013 la variante al Regolamento Urbanistico e furono attivate le pratiche per gli espropri dei terreni. Sondaggi ed incarichi a tecnici interni ed esterni, impiego quindi di denaro e risorse umane per un progetto che, come gli altri, sembrava cosa fatta e di cui nessuno più dice niente. Il naufragare della passerella e la variazione di percorso della linea 4, di fatto determineranno la chiusura della stazione ferroviaria di San Donnino che, nella doverosa logica di una programmazione di mobilità integrata, avrebbe dovuto rappresentare il nuovo crocevia fra Scandicci, Firenze, Campi e Pisa in un misto di spostamenti su tramvia, treno, bicicletta e pedonale in grado di bypassare la viabilità su gomma dei ponti di Signa e Indiano.

(foto estrapolata da http://www.nove.firenze.it/b112231606-ecco-la-passerella-sull-arno-che-colleghera-badia-a-settimo-con-san-donnino.htm )

Signa,  è stata quindi estromessa da ogni progettazione di mobilità sostenibile prevista per la piana ad ovest di Firenze ed i suoi cittadini condannati all'uso del mezzo privato in un comune che oltretutto vede il trasporto pubblico su gomma gestito in proprio e limitato quasi esclusivamente al solo servizio scolastico. Negli anni quindi a Signa sono aumentati i divieti senza che fossero fornite alternative alla mobilità su gomma. Nel comune di Signa, a dispetto di quelle che sono le indicazioni che vorrebbero un minor uso del mezzo privato, se non hai la macchina non puoi soddisfare a quelle che sono le più elementari necessità di vita quotidiana, dal fare la spesa al recarsi presso un ambulatorio medico od una farmacia e nonostante ciò, da parte della maggioranza, non si intravede nessuna iniziativa a sostegno degli interessi di una comunità che sembra abbandonata a se stessa; e pensare che Signa dedica quasi un terzo del suo territorio alla messa in sicurezza idraulica dell'area fiorentina e pratese, senza per questo ricevere nessuna compensazione, anzi!

Questo su PIANA NOTIZIE http://www.piananotizie.it/fronte-nazionale-signa-sempre-piu-isolata-dalle-decisioni-che-contano/ 

 

 

 
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Amministrative 2016: perde solamente la destra

Post n°500 pubblicato il 09 Giugno 2016 da a.mori1961
 
Foto di a.mori1961

 Per Renzi poteva andare meglio ma questo risultato e la probabile sconfitta ai ballottaggi di Roma e Milano è preventivabile; la sua stella non splende più come per le europee. Berlusconi si toglie qualche sassolino dalla vecchia ciabatta e ridimensiona Salvini che è al 2% nella capitale mentre a Milano non ha l'impennata auspicata, piazzandosi poco più che al 10%, la metà di Forza Italia, con il flop di Maroni che, capolista a Varese, ha preso poco più di 300 preferenze, la metà di quante ne prese Fossi Marinella due anni fa a Signa! Sale in maniera esponenziale il Movimento 5 stelle a Roma, ed è al ballottaggio anche a Torino dove scompare il centro destra. La sinistra di Fassina ottiene quei tre voti preventivabili e niente di più. Risultati che al totocalcio non avrebbero fatto guadagnare più di tanto. Tutto secondo previsioni quindi o.... quasi. Quel quasi è doveroso, se si pensa che in Italia, a differenza di quanto accade in Europa, non decollano i partiti di quella destra sociale antiliberista che avrebbe dovuto saper cogliere il disagio di una crisi economica che nel nostro Paese più che in altri, non vede la fine. Quali siano i motivi, dovranno analizzarlo i leader della destra storica, che a questo punto rischiano di essere etichettati come eterne comparse nella politica italiana, una miriade di movimenti e partiti che non riescono a coaugularsi con un programma comune ma, soprattutto, che non riescono a interagire con gli elettori. Eppure la militanza non manca, la presenza fra la gente è sempre più costante, tuttavia accade che a Roma, dove è più rappresentativo, Casapound supera di poco l'1% pur con l'assensa delle altre sigle storiche della destra sociale.

Chi scrive non ha certo la pretesa di essere titolare di critica politica, cosa che spesso manca anche a chi per ciò gode privilegi non comuni, tuttavia internet consente adesso non solo di essere allenatore di calcio, ma anche cronista, pubblicista, economisata e..... politico e quindi, perchè non approfittare di questa possibilità a costo zero?

A parere dello scrivente esiste già un bipolarismo: PD/Forza Italia da una parte, Movimento 5* dall'altra.

Che PD e FI siano due facce della stessa medaglia, è chiaro a tutti e, parafrasando Craxi, non vede solo chi non vuol vedere. Renzi è una creatura di Berlusconi, fin dalla nascita ovvero dalla sua elezione a Sindaco di Firenze ed il cui governo altro non fa che attuare i programmi che un tempo erano del politico di Arcore. Alfano prima e Verdini adesso, non rappresentano altro che due mosse studiate per poter portare avanti quel progetto, resosi possibile grazie all'incapacità politica di quella sinistra che da un paio di anni scodinzola ed abbaia all'interno del PD dopo aver incredibilmente perso le elezioni già vinte del 2013. Centro sinistra e centro destra quindi uniti in un'unica realtà nel binomio Berlusconi/Renzi, padroni in Italia quanto bistrattati all'estero. Il rimanente del centro destra, è relegato a mera comparsa, avendo perso ogni credibilità dopo un ventennio di governo alternato e dopo un ingrato voltafaccia nei confronti di chi, Berlusconi appunto, ha concesso a politici di basso profilo, una visibilita e delle posizioni assolutamente superiori ai loro meriti. Il Movimento 5 stelle in Italia rappresenta quello che sono le destre estreme nel resto d'Europa, ovvero il contenitore dei delusi, di coloro che, pur condannando incapacità e immoralità di certa classe politica, vuole ancora esercitare il suo diritto di voto. Già, il M5*, quel partito con la testa a destra e la base a sinistra, il partito che con la sua maniacale politica dal basso, rappresenta la più semplice opportunità di infiltrazione per quei gruppi mafiosi che hanno la capacità più di ogni altro di "sterzare" i voti nelle urne, figuriamoci la manciata di preferenze che occorrono per creare le liste pentastellate; quel M5* che già adesso amministra in una quindicina di comuni ed è per il 50% di questi alle prese con la magistratura.  

Dopo questo bipolarismo, il nulla, le comparse. Una sinistra che dopo la fallimentare esperienza Prodi ha perso ogni credibilità, abbandonata adesso anche dal suo tradizionale elettorato che nelle le battaglie per i cosiddetti diritti civili e la politica di integrazione degli stranieri e disintegrazione degli italiani, sono ormai soppiantati dalla base grillina. In ultimo, e non solo per numeri ma anche per meriti politici, la cosiddetta estrema destra, che ormai da 75 anni e dopo lo stillicidio politico dei suoi ex dirigenti, non riesce a trovare argomenti ed argomentazioni in grado di far sua la fiducia degli elettori, degli scontenti, di coloro che affermano che andava meglio quando andava peggio.

Una miriade di sigle, fra partiti e movimenti, che spesso fanno le alleanze più disparate e contraddittorie per riuscire a "sistemare" qualcuno su una poltroncina e cosi abbiamo visto movimenti di identità nazionale, inserire i loro militanti nelle liste di partiti secessionisti, oppure partiti che pure predicano assoluta indipendenza e rottura con il potere corrotto, appoggiare con propri iscritti, liste contenenti personaggi di dubbia moralità. E che dire di chi da sempre non si riconosce nel sistema così costituito, ma pur di avere visibilità si concede allo stesso sistema e a chi lo rappresenta? 

Ci si vende per poco e questo vendersi costa alla destra italiana il prezzo di essere l'unica destra europea che regredisce invece di crescere: neppure la crisi economica e l'immigrazione incontrollata sono bastati alla destra sociale e nazionalista per riuscire ad emergere e far presa almeno fra quegli elettori che sono definiti "i nuovi poveri" gli ultimi, coloro che sono andati ad incrementare quella fascia di persone che non riesce a mettere insieme un pasto decente ogni due giorni, una percentuale che nel 2015 ha raggiunto il 15% della popolazione. Eppure, i partitucoli, anche quando riescono a raggiungere le firme per le tornate elettorali, non raggiungono neppure l'1% dei consensi. E come potrebbe essere diversamente? Dal '45 la destra italiana, i cosiddetti neofascisti, sono utilizzati come un taxi, ma finchè questo avveniva ad opera di personaggi di alto spessore politico ed economico come Mattei e De Gasperi, poteva anche essere comprensibile e non sminuente, ma non adesso che avviene a favore di un signore che si chiama Salvini e finchè i leader della destra italiana si porranno al servizio di tale mediocrità, chiare saranno le ragioni di un fallimento che allo stato attuale, non vede inversioni di tendenza.

Foto condivise da internet.

 
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Comune di Signa: chiusa la strada inaugurata il giorno prima!!

Post n°499 pubblicato il 17 Maggio 2016 da a.mori1961
 
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La vicenda ha dell'incredibile: una strada, via Vecellio, dopo essere stata chiusa per anni viene riaperta con tanto di cerimoniale, fascia tricolore e comunicati stampa, per poi essere chiusa il giorno seguente!! 

Non è franata, ma non vi sono certezze sulla sua sicurezza.

Via Vecellio, la strada che congiunge la via Pistoiese a via Indicatorio,  sembra non sia mai stata collaudata, nè assunta al patrimonio comunale; per questo motivo, la ditta costruttrice l'ha nuovamente chiusa con new jersey sotto gli occhi sbigottidi dei dipendenti del comune ivi presenti. Il condizionale è d'obbligo perchè al nostro arrivo nessuno fra personale della ditta e dipendenti del comune, si è voluto esprimere in merito. Era presente anche l'ex assessore Morelli, che si è detto sbigottito di quanto accaduto. 

Non solo quindi questa amministrazione è incapace di programmare lo sviluppo urbanistico del proprio territorio, procedendo a macchia di leopardo come più volte denunciato dal Fronte Nazionale, ma addirittura non riesce neppure a comunicare ed a coordinarsi con i propri uffici.

Per il momento la strada è stata chiusa all'altezza del negozio di abiti da sposa, anche se la segnaletica non era stata adeguata alla nuova situazione, con new jersey che sbarravano la carreggiata senza nessun cartello che ne segnalasse la presenza ed il pericolo; da via Pistoiese sono ancora apposti i cartelli di senso unico e nessuna indicazione sulla chiusura della strada. Il caos che cozza con la sicurezza stradale

Una domanda è d'obbligo: se in queste 48 ore accadeva un incidente, chi avrebbe risposto come proprietario della strada? E chi risponderà adesso fino ad adeguamento della segnaletica?

I partiti presenti in consiglio comunale interroghino il sindaco su quanto accaduto

 

 

 
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Il 25 APRILE

Post n°498 pubblicato il 25 Aprile 2016 da a.mori1961

25 aprile: dopo 71 anni e le tante pentole scoperchiate, che senso ha rievocarlo? Per chi fu gloria l'evento bellico? Morire per un ideale merita sempre un fiore o solo se l'ideale è giusto? E chi si arroga il diritto di decidere quale ideale è quello giusto?  

Il 25 aprile è sinonimo e ricordo di errori e di malvagità tipiche di una guerra civile; malvagità che la storia ha ormai indelebilmente spogliato delle sue maschere.

(foto del cimitero Maggiore di Milano estrapolate da internet)

Al Cimitero Maggiore di Milano, movimenti di destra e ANPI si troveranno  tra le polemiche, contemporaneamente a celebrare ciascuno i suoi caduti; ma suoi di chi? Sono figli d'Italia, uniti nell'ideale di un'Italia migliore che hanno lottato, sia pure su fronti diversi, per il futuro di una Nazione che non aveva ancora smesso di piangere i caduti della grande guerra. Ed allora, come rendere onore a quelle morti se non rispettandone la memoria? La memoria è patrimonio dell'intera Nazione, la memoria ha valore solo se è rivolta per e non contro, e per essere per, occorre superare anacronistiche divisione e lavorare per un futuro migliore, sia pure nell'ottica di una dialettica degli opposti ed in questa dialettica ogni tomba ha guadagnoto il diritto ad un fiore.

 

 

 
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Renzi incassa e ringrazia un'opposizione sempre più demenziale

Post n°497 pubblicato il 18 Aprile 2016 da a.mori1961
 

Prima o poi cadrà e speriamo che non sia tardi, perchè non sarà grazie all'attuale classe politica che gli si oppone, ma perchè la situazione generale sarà tale da non essere più sostenibile ed allora, le stesse lobby che adesso lo sorreggono, creeranno un'altro "ebetino" in grado di sostituirlo, come ama definirlo Beppe Grillo. La partita questa volta si è giocata fuori dal parlamento, sono stati coinvolti gli elettori e questo amplificha ulteriormente l'eco della sconfitta o della vittoria, a seconda della posizione; campo di gara è stato il referendum abrogativo detto "delle trivelle". E' infatti proprio grazie al piccolo, quasi inutile referendum del 17 aprile che Renzi ha incassato un'altra vittoria personale mentre la sua opposizione interna ed esterna, dimostrava per l'ennesima volta lo scarso acume politico che da anni la contraddistingue, ad iniziare dall'aver consentito ad un non eletto di governare questo Paese. Mai, in Italia, si era vista una così ampia coalizione che abbracciava tutto l'arco costituzionale ed oltre, dall'estrema sinistra all'estrema destra. Sulla popolazione è stato effettuato un terrorismo psicologico solitamente proprio dei regimi e non certo dei sistemi democratici, fino alla negazione di un dettato costituzionale, quello sancito dall'art. 75 che, contrariamente agli altri sistemi elettorali, per il referendum abrogativo prevede il quorum ed infatti i padri costituenti hanno così deciso: "«La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi». Quale il motivo per l'inserimento di un quorum? E' evidente che se l'elettore, pur avendone diritto, rinuncia a partecipare al voto, vuol dire che non è interessato o non ritiene di dover abrogare la norma indicata! Democraticamente è tanto difficile da capire? Sono certo che le classi dirigenti dei partiti hanno ben compreso il contenuto della norma costituzionale, ma da politici di basso rilievo quali sono, mentono sapendo di mentire, come affermò Craxi al processo Cusani per altri temi. 

Diverso, molto diverso, il referendum che dovrebbe esserci il prossimo ottobre; in questo caso si tratta di un referendum che andrebbe non ad abolire ma ad approvare le riforme costituzionali del governo Renzi, come sancito dall'art. 138 della costituzione. In questo caso Terracini & C. non hanno previsto nessun quorum e la modifica costituzionale passerebbe con la maggioranza dei voti qualsiasi sia la percentuale dei votanti. Bene, in questo caso, ma solo allora, si può ritenere essere di fronte ad un diritto/dovere. 

A proposito, chi scrive ieri ha votato, ma per un diritto non per un dovere

 

 

 

 

 

 

 

 
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Forteto: SETTA DI STATO, MAFIA DI STATO

Post n°496 pubblicato il 13 Aprile 2016 da a.mori1961
 

Sono le 23.30 quando stringo la mano a Paolo Bambagioni e questi mi chiede: "sei rimasto contento?" E' ovvio che per contento non si intende felice, ma "ben informato". Si Paolo, purtroppo si, e con me anche Gianni Vinattieri che durante la serata non faceva altro che esclamare: "hai sentito? roba da pazzi!" E che vergogna quando ti ho risposto: "si, anche io per lavoro ero venuto a conoscenza di fatti simili". No, la mia professione mi ha portato a conoscenza di fatti che rendono la civile Firenze per certi versi non diversa dalle mafiose città del sud, ho potuto verificare quanta difficoltà per non dire omertà, vi sia intorno ad alcune associazioni che godono di una certa notorietà, ma niente a che vedere con quanto emerso sul Forteto, una comunità ed ancor più una cooperativa dove la persona perdeva il suo "io" e dove organi deputati alla salvaguardia dei minori, ne sancivano invece la condanna alle peggiori sevizie.

Setta di Stato è il titolo del libro/indagine che due giornalisti senza peli sulla lingua e senza censure di comodo, hanno dedicato alle torture ed al malaffare del Forteto, un luogo dove venivano elargiti lauti fondi pubblici per una struttura dove si consumavano pedofilia, sfruttamento del lavoro ma soprattutto dove veniva annientata la personalità dell'individuo. 

Duccio Tronchi e Francesco Pini non hanno peli sulla lingua quando prendono la parola e non fanno sconti a nessuno: è facile ergersi a paladini quando lo si fa a ragion veduta e così è, perchè Setta di Stato è un libro che si basa non su ipotesi e pensieri, ma su documenti, testimonianze e dati ufficiali che non forniscono il fianco a nessun tipo di interpretazione diversa da quella che i due bravi autori danno: COLPEVOLI!

Ma colpevoli chi? Scontato quel Rodolfo Fiesoli condannato in primo grado a 17 anni per i più abominevoli reati contro i minori; colpevoli anche un'altra quindicina di suoi collaboratori per reati minori, ma COLPEVOLE tutto un sistema giudiziario e politico che per un trentennio ha VOLUTAMENTE chiuso non un occhio ma si è tappato, ben tappato, gli orecchi e la bocca.

La scimmietta che tante volte ironicamente identifichiamo con il sud, questa volta ha campeggiato in maniera ben più tremenda nel centro della democratica e civile Toscana, dove è venuto a mancare anche quel pudore che al sud si identifica con un codice d'onore che vuole donne e bambini intoccabili. 

Torni a casa e pensi che devi fare un resoconto dettagliato della serata, ma che fare, scrivi subito o leggi prima il libro? Il dubbio è pressante, da una parte il desiderio di raccontare tutto e subito, dall'altro quello di fornire delle informazioni più dettagliate possibili. Hai registrato alcuni interventi, due brani letti dall'ottimo Alessandro Calonaci, le testimonianze di chi ancora lavora al Forteto in una situazione allucinante di convivenza fra accusati ed accusatori, dove l'attuale governo ha respinto i suggerimenti degli ispettori all'uopo mandati dal precedente governo Letta. La sala è piena, vi sono più persone del previsto, eppure siamo alla terza serata di presentazione, ed allora scopri che qualcuno è tornato perchè si era illuso di non aver capito bene.

No, la scimmietta è stata di casa al Forteto per oltre un quarto di secolo, fra connivenze che non possono essere superate con un semplice "non sapevo" ed anche chi poteva non sapere, non ha certo chinato la testa e chiesto scusa. Non hanno quindi chiesto scusa i tanti politici da D'Alema a Fassino passando per Rosy Bindi e Di Pietro, che hanno usato il Forteto quale sfondo per la loro carriera politica; non hanno chiesto scusa i servizi sociali dei vari comuni che inviavano minori, ed ancor meno i giudici del tribunale dei minori di Firenze  che affidavano coloro che avevano bisogno di protezione, a "coppie di comodo" createsi all'occorrenza presso la cooperativa, con il solo scopo di acquisire "carne fresca" da plasmare alle voglie del suo presidente già noto all'autorità giudiziaria per i suoi passati da pedofilo, oltre che per essere sfruttati in lavori che non avevano la minima tutela. E che dire dei precedenti consigli regionali che tanti fondi elargivano a quella cooperativa fiore all'occhiello del sistema guidato dall'attuale ministro Poletti, imolese e quindi a stretto contatto con i dirimpettai mugellani d'oltre appennino, quella lega Coop che non poteva non sapere, come del resto i sindacati, che al Forteto chi percepiva i sussidi di disoccupazione, lavorava sempre e comunque 365 giorni l'anno e che forse i citati sussidi erano appannaggio della cooperativa e non dei lavoratori.

Setta di Stato il titolo del libro, e come non definire tale l'affare Forteto! Insolita l'esclamazione di Bruno Vespa, noto quale giornalista sempre vicino al potere, che per il caso Forteto afferma di non avere mai ricevuto in tanti anni di carriera, tante pressioni per non fare la trasmissione sulle nefandezze che si consumavano in quella comunità. E che dire inoltre del tentativo quasi riuscito di ricusazione del presidente del collegio giudicante, il giudice Bouchard. Fatto mai accaduto in precedenza a Firenze, di inaudita gravità e che aveva come unico scopo quello di prescrivere i reati!. "Senti! Senti! Inaudito! Esclama accando a me Gianni Vinattieri." Fortunatamente la Cassazione annullò lo sciagurato provvedimento.

"Chi tocca il Forteto muore" esclamò nel 2011 Carraresi (UDC) al collega Mugnai (PDL -FI) che assumerà la presidenza della commissione che da quell'anno ha indagato contro tutto e contro tutti,  scoperchiando in maniera indelebile il coperchio di quella pentola a pressione che era il Forteto. Fu Bambagioni che, contro le notevoli pressioni del suo partito, volle in tutti i modi istituire quella commissione; del PD solo Mattei firmò: il Forteto era sempre stato il fiore all'occhiello della sinistra toscana e non solo. Se ne accorse a sue spese una maestra di Vicchio, presente in sala e che ha testimoniato come una sua denuncia al sindaco basata su disegni e confidenze che alcuni bambini le avevan fatto, fu accolta dalla massima autorità locale: all'appuntamento il sindaco si presentò con Fiesoli al suo fianco e l'esito è ben intuibile: la maestra ne uscì intimorita dalle non velate minacce. 

A nulla era valsa la conoscenza della condanna per pedofilia del Fiesoli e neppure la sentenza del 2000 della corte europea dei diritti dell'uomo, ed ancor meno il successivo arresto del profeta nel 2001 con le solite accuse di pedofilia e sfrattamento del lavoro minorile ; il Tribunale dei minori di Firenze continuava ad affidare i minori alle pseudo coppie del Forteto e noti magistrati quasi quotidianamente vi si recavano a fare visita. La commissione d'inchiesta regionale aveva subito evidenziato le gravi anomalie, nonostante ciò, Rodolfo Fiesoli viene celebrato in Palazzo Vecchio alla presenza dell'allora sindaco Renzi che sarà citato più volte. Quindici giorni dopo il Fiesoli viene arrestato e da li la recente condanna a 17 anni. http://video.corrierefiorentino.corriere.it/rodolfo-fiesoli-ted-tex/cf-166640 

I due autori del libro, ne sintetizzano nel seguente filmato il contenuto

mentre l'on: Meloni in aula, esterna ampiamente e chiaramente il proprio disappunto per il comportamento del governo Renzi che non ha tenuto conto di quanto indicato dagli ispettori "governativi" che chiedevano il commissariamento della cooperativa. Il governo Renzi, ad oggi  ha rifiutato inoltre la composizione di una commissione che riferisse sul Forteto per quanto di competenza dell'organo nazionale. 

In conclusione dobbiamo ringraziare tutti i componenti della prima commissione d'indagine il cui operato, se da un lato ci mette di fronte ad una "realtà irreale" alla quale occorre che chi di dovere ponga immediatamente ed irrimediabilmente fine, di contro rappresenta  una speranza e la dimostrazione che quando vuole, la politica riesce a dare il meglio di se e ad elevarsi a quel criterio di nobiltà che le dovrebbe essere proprio.

 
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Omicidio stradale, due parole sulla legge che nessuno chiama per nome: SCILIPOTI

Post n°495 pubblicato il 27 Marzo 2016 da a.mori1961
 
Foto di a.mori1961

Ci siamo, è entrata in vigore la Legge n. 41/2016,  meglio conosciuta come legge sull'OMICIDIO STRADALE. Attesa da alcuni, temuta da tutti, promessa da Renzi già durante il suo mandato di sindaco, ha avuto un andamento travagliato e contraddittorio, ad iniziare dal suo nome: omicidio stradale. La legge, che forse più di ogni altra avrà impatto sul quotidiano di ogni cittadino, va a modificare ben tre codici e riguarda non solo l'omicidio ma anche le lesioni stradali. Appare curioso che un provvedimento legislativo di tale portata, non sia conosciuto come accade di consueto con il nome del suo primo firmatario: il senatore di Forza Italia Domenico Scilipoti. Abbiamo infatti la Scelba, la Merlin, la  Bossi/Fini, il Lodo Alfano, la Cirinnà, ma nessuno ha mai chiamato la legge sull'omicidio stradale,  Legge Scilipoti!

Dopo questa doverosa premessa,  passiamo alla legge, con una breve descrizione dei contenuti, che chi vuole può andarsi a leggere in maniera dettagliata su qualsiasi portale. 

I reati di omicidio stradale e lesioni stradali, prevedono i nuovi artt. 589 bis e 590 bis, del codice penale, ai quali si arriva con modifiche anche ai codici di procedura penale e della strada. Preme specificare che siamo comunque in presenza di REATI COLPOSI riconducibili sempre ad infrazioni del CODICE DELLA STRADA.

Restano invariate le vecchie pene e la procedibilità già previste dall'art. 590 CP, a carico di chiunque cagioni per colpa lesioni personali lievi o lievissime,  mentre con i nuovi artt. 589 bis e 590 bis CP, si va ad integrare con pene molto più severe la disposizione base nel caso in cui ci si trovi alla guida di veicoli a motore e si compiano una serie di infrazioni del codice della strada cagionando incidenti, con lesioni gravi o gravissime o decesso della parte. Le aggravanti inoltre sono individuate:
- guidando in stato di alterazione psicofisica conseguente all'assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope, o in stato di ebbrezza o ubriachezza alcolica;

 -per determinati eccessi di velocità;

- per attraversamento dell'intersezione con semaforo rosso;

- per circolazione contromano, inversione di marcia in prossimità o corrispondenza di intersezioni, curve o dossi;

- sorpasso di altro mezzo in corrispondenza di un attraversamento pedonale o di linea continua.

Sono previste aggravanti per chi guida senza patente o con patente sospesa o revocata o chi guida il proprio veicolo sprovvisto di assicurazione e ancora per chi si dà alla fuga o nel caso di omicidio plurimo o di lesioni a più persone e per taluni dei conducenti professionali. Si ha invece una attenuante quando l'evento sia conseguenza anche di infrazioni, ovvero di corresponsabilità, da parte della vittima.

Quando ricorrono i reati sopra indicati, gli agenti e gli ufficiali di PG possono sempre accompagnare il conducente responsabile presso una struttura sanitaria per effettuare il prelievo ematico e, in deroga a quanto previsto dall'art. 186 CDS,  in caso di rifiuto è previsto il prelievo coattivo disposto dal PM con decreto assunto anche oralmente.

L'arresto è obbligatorio nei casi di omicidio con il conducente sotto l'effetto di droghe o alcol con tasso medio o alto (ovvero sopra 0,8 gr/l) ed è facoltativo negli altri casi ad esclusione delle sole lesioni personali senza le aggravanti, dove non è consentito. Come 25 anni fa, la competenza torna al tribunale monocratico con procedibilità d'ufficio escluso che per le lesioni fino a 40 giorni che. come detto. restano di competenza del giudice di pace con procedibilità a querela.

Per le sanzioni, accenniamo che la pena detentiva può arrivare nel massimo a 18 anni di reclusione, restrizioni ancor più gravi per la patente di guida che nel caso più grave prevede la revoca ed il divieto di nuovo conseguimento prima di 30 anni dal fatto. Per le numerose varianti, consultare direttamente la legge.

Vediamo adesso alcune evidenti incongruenze già presenti e adesso accentuate.

La prima riguarda l'ente che principalmente sarà preposto all'accertamento di questi reati, la Polizia Municipale. Come sappiamo la polizia locale non rientra nel comparto sicurezza, non è inquadrata fra le forze di polizia, tuttavia si troverà ad effettuare un numero di accertamenti di carattere penale, ivi compresi arresti, superiori alle forze di polizia così riconosciute ed inquadrate, per reati che possono raggiungere nel massimo, pene detentive superiori alla rapina a mano armata. La contraddizione si palesa in ogni caso di arresto facoltativo, ovvero quando si dovrà valutare la personalità del conducente per decidere se vi sono i presupposti dell'arresto; la polizia municipale non ha accesso ai terminali del Ministero Interno e quindi dovrà chiedere informazioni a carabinieri e polizia di stato.

Fa specie inoltre pensare che il legislatore non abbia considerato due tipologie di aggravanti fra le più comuni negli eventi mortali degli ultimi anni: l'uso del telefono cellulare sia per telefonare ed ancor peggio per chattare e l'investimento di pedone sulle strisce, non tutelando quindi l'utente più debole della strada. Lo stesso specificare VEICOLI A MOTORE, non ci trova d'accordo, significando che anche il velocipede od il pedone che attraversano la strada con il semaforo rosso, sono spesso causa di caduta di un motociclista che transita con il verde e che dire poi del comportamento imprevisto ed imprevedibile di un pedone  ubriaco? Per lo più, si tratta di utenti privi di qualsiasi forma di assicurazione e quindi con maggior rischio della parte offesa di non vedersi neppure risarcire il danno subito.

L'assurdo si ha poi quando nell'analisi delle aggravanti e nel calcolo delle pene, risulta più favorevole al reo che sa di aver bevuto oltre i limiti, non fermarsi e DARSI ALLA FUGA. Nella peggiore delle ipotesi, ovvero qualora fosse identificato, con tutte le difficoltà che comporta l'identificazione, la pena nel massimo sarebbe inferiore a quella della guida sotto l'effetto di alcol o droga, prevista da un minimo di 8 ad un massimo di 12 anni, accertamenti che si renderebbero impossibili dopo un cospicuo lasso di tempo, senza considerare che l'arresto è obbligatorio solamente in flagranza e qui si apre un universo nel cercare di determinare la flagranza nella fattispecie di reato. Da considerare comunque che nel caso di lesioni gravi o gravissime, l'arresto non è consentito se il conducente pur sotto l'effetto di alcol e/o droga od in presenza di altre aggravanti, si ferma ed ottempera agli adempimenti previsti dall'art. 189 c.8 CDS, mentre lo è se questi si da anche alla fuga.

A proposito di tempo, ad oggi non è mai stata data  estrema importanza al lasso di tempo che intercorre dall'incidente a quando il conducente viene sottoposto agli accertamenti per evidenziare la guida sotto l'effetto di ALCOL o droga. In particolare il Tribunale di Firenze in questo campo si è sempre dimostrato poco garantista. Pensiamo invece che da adesso, con la previsione dell'arresto e di pene estremamente elevate, in udienza questo sarà oggetto di notevoli dibattiti, se solo si tiene presente la parabola che tratta assunzione e smaltimento dell'alcol nel sangue.

 

 

 

 

Come si può notare, l'ascesa è molto rapida ed arriva al culmine dopo un'ora circa, mentre lo smaltimento risulta estremamente più lento. Questo grafico ci fa capire l'importanza di una verifica tempestiva del tasso di alcolemia dall'evento delittuoso, altrimenti i risultati non risulterebbero assolutamente affidabili ed in grado di fornire la certezza ed il livello di ebrezza. Si calcoli quindi che dal momento del sinistro stradale, intercorrono almeno cinque minuti prima che la forza di polizia ne sia informata dal 118, in caso di codice rosso si avrà la partenza immediata della pattuglia che, giunta sul posto entro altri 15 minuti, si preoccuperà inizialmente della messa in sicurezza dell'area e poi dell'identificazione dei coinvolti e delle persone informate sui fatti. Identificato il conducene, si procede all'esame qualitativo mediante precursore e, in caso di esito positivo, previo accompagnamento al comando di polizia municipale, si procederà alla verifica mediante etilometro. E' facile pensare che nell'ipotesi più favorevole, la prima prova con etilometro si avrà non prima di 45 minuti. Se la persona è invece ferita, l'accertamento avviene all'ospedale; qualora si sia proceduto a prelievo ematico per fini medici, questo avverrà intorno ad una ventina di minuti, se invece di tratta di lesioni che non prevedono prelievi a fini medici ma si procede solo dietro richiesta della polizia giudiziaria, questo avviene di norma al termine dei rilievi e quindi non prima di un paio di ore con risultati comprensibilmente non più attendibili.

Ancora peggio per la verifica relativa alla guida sotto l'effetto di Droghe o Sostanze Psicotrope. Il codice della strada indica chiaramente due elementi CHE DEVONO COESISTERE:

L'ASSUNZIONE DELLA SOSTANZA E L'ALTERAZIONE DOVUTA A QUESTA

                             

In merito all'assunzione, l'accertamento di laboratorio sui liquidi biologici (urina e sangue), fornirà indicazioni in merito, anche se per le urine si può parlare talvolta di giorni o settimane; relativamente invece all'ALTERAZIONE, solamente una relazione medica potrà "certificarla", non essendo assolutamente idonea la sintomatologia di occhi rossi e  alterazione dell'umore come talvolta erroneamente ed inutilmente indicano gli organi di polizia. Inoltre, giurisprudenza consolidata, indica che ai primi risultati di screening, deve far seguito anche un' analisi di conferma di II livello, con tecniche che non tutti gli ospedali sono attrezzati a fare e che comunque comportano alcuni giorni prima del risultato, in danno alla condizione di FLAGRANZA. In merito alla relazione medica, questa è sempre stata obbligatoria, ma puntualmente viene omessa dalla maggior parte dei medici. Anche in questo caso, vista l'importanza nella determinazione della pena, non è difficile prevedere situazioni di attrito fra organi di polizia e personale ospedaliero.

In conclusione, nessuno al momento è in grado di prevedere con certezza quali saranno gli effetti che la legge Schilipoti produrrà. Le ingenti pene sia restrittive della libertà personale, sia sulla patente di guida, se da un lato possono rappresentare un deterrente a certe infrazioni, dall'altro potrebbero innescare l'effetto contrario di creare nuovi disagi sociali,  per reati derivanti da un evento tragico ma pur sempre colposo. Le statistiche diranno se la legge produrrà i suoi effetti o meno, quello che chi scrive può valutare quotidianamente, è tuttavia una sensazione di generalizzato scarso senso di rispetto delle regole ed è per questo che la legge Scilipoti non si può dire che sia indirizzata solo ad una categoria di utenti della strada, ma tutti si dovranno confrontare con essa, poichè la disattenzione del semaforo o la manovra di superamento della striscia continua o di inversione di marcia in luoghi poco adatti, sono situazioni che capitano a tutti nella vita, sicuramente anche a chi l'ha tanto caldeggiata. Dispiace, dobbiamo ripeterci, che non siano stati presi in considerazione due infrazioni fra le più gravi, l'investimento di pedone sulle strisce e l'uso del telefono che tanta attenzione toglie alla guida.

Gli addetti ai lavori, avranno la responsabilità di saper valutare di volta in volta e nei casi di arresto facoltativo, la personalità di chi vi rimane coinvolto. 

Buon viaggio!

Si specifica che queste riflessioni sono strettamente personali e non hanno pretesa di verità, pertanto nella esposizione non si escludono errori.

Foto riprese da internet

A. Mori

 


 
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