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CARA VECCHIA EUROPA


 LA REALTA DELL'EUROPA Storicamente l'Europa vede la nascita della sua struttura culturale a partire dall'impero romano, ed in seguito i semi culturali dell'impero hanno germogliato nei terreni incolti lasciati dalla sua caduta coinvolgendo e organizzando le energie dei popoli “selvatici”, che ormai avevano un riferimento, una struttura a cui prendere esempio. In seguito le realtà germogliate nelle singolarità europee sono cresciute, e hanno voluto un pezzetto della loro madre Italia, creando un territorio piccolo e diviso, che riproduceva i grandi problemi della grossa struttura del vecchio impero. Ormai divenuto una ammasso di grossi poteri feudali, che nella caduta infrastrutturale del vecchio impero lasciava ampia se non totale indipendenza alle realtà locali, l'impero rimaneva un gioco di potere, fatto di tasse ed interventi militari, in cui ancora agiva il fattore disgregante della chiesa che ad un certo punto si è trasformato in fattore omogeneizzante combattendo le differenze, e le autonomie locali fonti di anarchia. Oggi il vero germe culturale dell'impero è cresciuto in una società grande e potente sotto tutti i punti di vista, ma ancora segnata dalla divisione conseguente la caduta infrastrutturale dell'impero, in cui poteri forti intervengono dall'esterno per portare discordia a proprio vantaggio. L'Italia in questo gioco svolge sempre un ruolo marginale, forse l'antico rancore per la lunga sudditanza nell'impero ancora agisce, ma agisce anche l'antico divisione tra popoli con grande affezione per la propria lingua e cultura. Questi comportamenti di origine antica dovrebbero essere tralasciati per il bene comune della nascita di un nuovo impero che possa competere con i poteri forti nati in tutto il mondo, l'Europa necessita di unità, di un potere politico reale, e di una amalgama culturale che possa realmente soverchiare le differenze che dividono invece di arricchire... e L'Italia in questo gioco riveste un importanza capitale, perché essa è l'anima dell'Europa, la sua essenza, ed i problemi che ora la mettono in ridicolo di fronte al suo grande specchio, con l'aggravarsi della crisi economica, e quindi il progressivo scarseggiare delle risorse, di certo non impedito dai poteri forti che ci circondano, saranno i problemi che corroderanno un domani la grande Europa. Insomma per la nascita di un Europa grande e forte, democratica, multietnica e multiculturale è necessario un gran lavoro e non nelle condizioni ottimali, che tuttavia possono costituire un fattore motivante; bisogna amalgamare le lingue ed i saperi per creare un infrastruttura culturale che possa fornire quanto meno una rete di collegamento, un terreno comune di scambio di informazioni tra le strutture aggreganti la nazione europea. Ed in questo gioco non si sa che ruolo avrà l'Italia, ma di certo non potrà essere esclusa, perché essa è la culla della cultura se non d'Europa del Mondo, e senza di essa l'Europa non sarà mai se stessa, mancherà della sua origine e della sua anima, senza di essa all'Europa rimane solo il funzionalismo tedesco come fattore aggregante, ed abbiamo visto che ha già fallito in questo ruolo.