V-VISITORS CLUB

UN RACCONTO VISITORS...


PREMONIZIONI La Foresta si spinge ben oltre la cinta preistorica di Hollwafeq , montagne ormai lise dai secoli. Oltrepassa le vecchie paludi di Jhull, e sale verso l’altopiano di Mookoq, dove avvolge gigantesche vestigia di pietra. La mia casa natale sta proprio lì, a duemila metri di altezza, affogata dalla giungla più primitiva di Sirius. Sono nato avvolto da un’umidità folle, ho respirato acqua sin dai primi momenti della mia schiusa, e quell’odore intenso di fogliame disfatto e funghi del sottosuolo mi accompagnerà per tutto il resto della mia esistenza. Gli alberi qui sono i veri magistrati del tempo, loro sanno tutto, nei tronchi molli vi si racchiudono le informazioni climatiche e le memorie biologiche di questa incredibile Giungla. Attorno a Mookoq si estendono i quattro Grandi Deserti, ed è un panorama senza confini di un colore rosato che inonda di caldo arido tutto ciò che lo guarda, ma dagli occhi gettati di chi siede sull’antica Piramide, sembra di guardare un mare senz'acqua. Da piccolo andavo spesso alle Rovine di Mookoq, ai fanciulli non sono interdette le zone dell’epoca verde, considerate dalla mia gente come sacre. Sicché mi recavo spesso fra quelle colonne e quei cortili avvolti dalla primigenia giungla, assieme ai miei fratelli. Eravamo almeno una decina, la covata del mio Clan. Eravamo quasi tutti uova uniche, di altrettante madri. Fu una sera, le sere di Sirio durano un’infinità, mentre cercavano quegli stupendi animali lunghi quasi dodici metri, che dormono nelle paludi, che ci accorgemmo dello Spirito di Mookoq. Jillass, mia sorella, e Kherr, mio fratello, si spinsero dove le acque si addensano di più, divenendo una profonda melma, non pericolosa, ma tanto amalgamata da rendere difficile sospingere la barca. Rimasi sul vecchio albero in attesa di un avvistamento. All’improvviso vidi finalmente lo scintillio metallico dai riflessi rossi e blu, ero emozionato, dopo un’attesa così faticosa, la ricompensa era un bellissimo spettacolo: un maschio lungo almeno otto metri! Segnalai l’avvistamento alla barca. Jillass preparò la rete, mentre Kherr pensò di avvicinarsi senza far troppo rumore, scivolando con il suo corpo nel fango. L’animale avrebbe potuto uccidere mio fratello stritolandolo fra le sue spire, ma la nostra Famiglia possiede i più abili cacciatori di Sirius, da generazioni l’Huwaq è la nostra preda, e il nostro talento. Kherr era ormai quasi a un passo dall’Huwakq mi affrettai ad avvicinarmi, mia sorella invece si appostò dietro il canneto, con la rete e la barca. Tirai fuori il coltello, come mio fratello. Kherr scattò, io lo seguì immediatamente. L’animale si levò dalla melma, con un gemito acuto e penetrante, Jillass accorse con la barca, gettò la rete mentre Kherr tirò fuori l’enorme testa triangolare dal fango, cercando di recidere subito la giugulare. Io trattenevo il mastodonte per il corpo. Finalmente la rete mi aiutò a placare gli spasmi di quei muscoli possenti e Kherr poté ucciderlo. Davvero una bella cattura, avremmo mangiato quella carne per giorni! E con la siccità che assediava il nostro mondo, specie nei grandi deserti, i viveri provenienti dalla caccia erano una risorsa essenziale. La gente di Raman sa cacciare bene, e sfama le popolazioni limitrofe alla Giungla, che invece si dedicano a una vita più speculativa. Imbarcammo con un grande sforzo di gruppo l’animale di oltre un quintale di peso, e si era fatta notte fonda quando il corpo affusolato era ormai completamente a bordo. La luce delle lune si rifletteva in un misterioso gioco di mille lumi più piccoli e variegati nei colori, frangendosi sulle squame viscide dell’animale. Cercammo un riparo dove riposarci. Proseguire lungo le paludi di Hogradall a quell’ora non era semplice, e presentava qualche pericolo di natura animale…troppi predatori grossi e potenti si stavano svegliando per andare a caccia! Trovammo un piccolo anfratto in un gigantesco tronco vuoto, ci pareva un castello per la stazza della sua corteccia! Ed era accogliente. Ci rintanammo lì dentro, e mangiammo qualche raganella succosa tipica di quelle acque salmastre. Cospargemmo di fango e muschi la nostra preda, perché non venisse localizzata dal naso di altri intenti famelici. Fu Kherr che cominciò, ingollandosi una grossa rana: - Guardate che fumi! –Piccole colonne di un vapore azzurro su levavano dalla palude, rischiarate dalla luce delle lune. - Sono secoli che qui non caccia nessuno, sapete? – continuò mio fratello.- E tu che ne sai? – fece Jillass- Primo perché ho più anni di te, secondo perché me lo ha detto il Patriarca. - Il Patriarca? A me non ha ancora mai rivolta una parola! – dissi io, dispiaciuto. - E che vuoi? Un Patriarca non può mettersi a parlare di certo con uno che ha cambiato la prima pelle sei mesi fa!- Ma io …- Sai come è! – sospirò Jillass – Regole del Rango…Continua Kherr, che ti ha detto il Patriarca? - Qui è zona dell’Epoca Verde, è sacra, e gli adulti non possono venirci, ma sono secoli che nessuno rema in questi fanghi. Sapete che il Patriarca all’età nostra catturò un Huwaq di sedici metri? - Ma dai! – feci incredulo – nessuno ha mai avvistato questi animali più grossi di una decina di metri!- Il Patriarca invece catturò quell’esemplare che sta impagliato al Museo… Tu lo sai Jillass, hai sentito com’è andata, vero?- Certo! – fece squillante mia sorella. - Shh! Guardate! – feci, improvvisamente, levandomi in pedi sulla barca. Una colonna di vapore mi pareva più alta e imponente della altre. E per un istante mi parve di intravedervi un’altra barca appena dietro: - Forse non siamo soli a cacciare stasera! - No, è impossibile, gli altri sono rimasti alla Tribù, e noi siamo gli unici ad esserci allontanati, qui poi caccia solo il nostro Clan... e gli adulti non possono venirci. –- Forse…- stavo finendo di parlare quando Kherr mi tiorò giù di colpo. - Maledizione! E se sono cacciatori di frodo? Magari guerriglieri di Xon! - Xon! … non saprebbero districarsi nella Foresta. .. – disse a bassa voce Jillass.- Dannazione, allora sono bracconieri! – continuò Kherr. - Stà giù Adux! – mi fece, mentre estraeva dalla fondina il suo coltello. – Per quanto è vero Raman, io li ammazzerò a questi scellerati! - Kherr, no! – impose Jillass. – I cacciatori di frodo sono pronti a tutto, ti faranno la pelle! - Ma loro hanno bestemmiato il Grande Capo! Non possono violare i suoi luoghi e cacciare le sue prede, solo la nostra Famiglia ha questo Onore! - Jillass, è vero – feci io – ci hanno disonorati! - Sì, fratelli, ma… forse sarebbe meglio tornare alla Tribù… e denunciarli. Mentre mia sorella cercava di placare i nostri animi arroventati dall’onta subita, scorsi uno strano livore sorgere sul luogo in cui avvistammo gli intrusi. Lo feci notare ai miei due compagni di caccia. Kherr e Jillass rimasero in silenzio, disorientati. – Ma cos’è? … - feci. - Che ne so?…non sembrano davvero bracconieri… - fece mio fratello. L’ombra pallida e flessuosa si avanzava sul fango… ora si poteva chiaramente distinguere in una strana forma dall’aspetto vagamente Rettile, ma - buon Raman! - il suo volto era di un pallore mai visto, e la bocca possedeva due carnosi petali rosa… e occhi come di vetro galleggiavano in quello strano volto opalescente. Io come i miei due fratelli non riuscimmo a capire cosa fosse quella creatura. Si avvicinò al nostro rifugio, voltò il suo capo verso il tronco, e tirò gli angoli di quella sua strana bocca, quindi con una voce dal tono assurdamente estraneo, senza risonanze, basso, sembrò che dicesse qualcosa. - Prestò sarà, ma non ora. Verrà presto. E presto si compiranno tutti i destini… Quindi lo spettro si dileguò nel nulla dal quale era giunto. Rimanemmo svegli per tutta la notte, parlando dell’accaduto, quando all’alba rimettemmo fuori la barca e tornammo verso la Tribù. Giunti a casa cercammo nostro fratello Mhok, il più grande di tutti noi. Gli raccontammo dell’inquietante esperienza. Lui ci sorrise, quindi ci salutò dicendoci di non fantasticare troppo nelle paludi! Ma dopo qualche giorno, alcuni nostri amici coetanei di altre Tribù, ci scrissero, rispondendo ai nostri racconti…E tutti ci narrarono più o meno queste parole:“Amici, non ho idea di cosa stia accadendo. Gli adulti non vogliono ascoltare, o almeno così sembra… Però vi giuro, che tutto quello che vi scrivo è vero. Anche il mio gruppo di caccia ebbe strani incontri la notte scorsa. Quella stessa parvenza di spettro che avete descritto la incontrammo anche noi…E ci parlò con quelle stesse parole…”Giorni dopo, il Patriarca convocò me, Kherr e Jillass, al suo cospetto. Con nostro infinito stupore al suo fianco c’era anche Sondrall, il Primo Aiutante del nostro Grande Capo. Sondrall si avvicinò e carezzandoci il volto uno ad uno, ci disse, dolcemente: - Non abbiate paura, figli di Sirio… non abbiate paura Egli vi guiderà sempre, anche quando sarete soli, in mezzo alle stelle…- All’epoca rimanemmo senza fiato. Ma oggi sappiamo tutti perché alcuni di noi ebbero quelle visioni… e sappiamo che quelle ombre non erano ‘fantasmi’…