SOCIALE A VENEZIA

ATTO DOVUTO...


 
 Quando parlo di sociale credo che si debba intendere: Servizi ai Cittadini.Nella Sanità, per esempio, anche se le competenze operative del comune sono limitate, le responsabilità politiche, se si vogliono prendere, si possono trovare. Cercare, vista la tendenza regionale di concentrare in pochi luoghi enormi ospedali, di adoperarsi affinché nel territorio si possa creare una rete di servizi di medici di base e di pronto soccorso capillare. Investire sulla Venezia insulare, in particolare in luoghi come Burano e Pellestrina, garantirebbe una maggior qualità della vita degli abitanti.Anche se per definizione di servizi, i servizi costano, ciò non toglie che in questi anni ho potuto verificare degli "sprechi" nella sanità locale che possono e debbono essere eliminati. Ecco un altro punto politico, la classe politica locale deve occuparsi di controllare le spese sanitarie nel proprio territorio. Presto vi comunicherò alcuni esempi concreti su come sono stati "spesi male" i soldi pubblici.Bisogna confrontarsi nei quartieri, mi riferisco ad una vecchia terminologia istituzionale perché l'attenzione deve essere ancora più minuziosa rispetto al concetto di Municipalità, per sentire gli specifici disagi di chi vive a Venezia. La politica sociale deve aver una visione d'insieme, ma deve essere accompagnata dalla ricerca delle singole esigenze degli abitanti dei territori. Ogni intervento deve essere, prima di effettuarlo, concordato attraverso una determinata e reale ricerca di partecipazione dei residenti. I consigli ascoltati permetteranno di dimostrare rispetto nei confronti degli abitanti, che sentiranno quell'iniziativa propria. Questi principi non credo che siano di alta politica, ma piuttosto di buona educazione.