PENSIERI E PAROLE

Kundera


"Era la vertigine. L'ottenebrante, irresistibile desiderio di cadere. La vertigine potremmo anche chiamarla ebbrezza della debolezza. Ci si rende conto della propria debolezza e invece di resisterle, ci si vuole abbandonare a essa."Quanto ci sarebbe da scrivere partendo da queste stupende parole? Dentro ognuno di noi dimora un'anima arrendevole, che tende al raggiungimento del completo rapimento, attratta dal cedere e dal completo senso di abbandono. Non si tratta di debolezza, ma del lasciarsi andare senza nutrire timore, senza essere sopraffatti dalla "paura".Se ognuno di noi scrutasse attentamente dentro di sè, troverebbe la risposta ad ogni quesito, troverebbe le reali indicazioni per portare a termine il proprio "contratto d'anima".Ciò di cui parlo non rientra in una dottrina religiosa specifica, non starò qui a disquisire su quale culto religioso meriti d'essere preso in considerazione. Parlo di qualcosa che va ben oltre ogni tipo di condizionamento umano. Siamo tutti parte del tutto. Siamo energia pura e semplice e come tale non possiamo di certo sparire. Siamo energia in continua evoluzione. Cambiamo, ci stabilizziamo per un certo lasso di tempo e poi ricominciamo. E quell'energia porta con sè tracce di un evoluzione senza fine. Non parlo di passato perchè dove l'energia è pura e priva di forma il tempo non assume lo stesso significato che assume per noi. La nostra materialità, il nostro essere densi al punto di ostacolare la reale comprensione e percezione di ciò che ci circonda e caratterizza, ci condiziona a scandire la nostra durata al suono di un ticchettio senza fine, limitato e ripetitivo. ....