“ Io speriamo che me la cavo”, oltre che il titolo del libro raccolta temi dei bimbi di Arzano è anche ciò che sicuramente pensano ogni mattina i ragazzi delle elementari di Celle un piccolo comune pugliese. Questi ragazzi si alzano puntuali come tutti gli altri bambini, fanno colazione, preparano la cartella e poi cominciano a sfogliare la margherita “ scuola-non scuola-scuola...” o parafrasando Shakespeare “ scuola o non scuola questo è il problema” e non perché animati da scarso interesse allo studio vorrebbero rimanere a casa, ma perché andare a scuola per loro è una vittoria da conquistare ogni mattina. Celle non ha più la Scuola elementare, la diminuzione costante delle nascite ha fatto sì che non si raggiungesse il numero minimo di ragazzi per formare la classe e sono stati inglobati nella scuola del paese vicino.Vicino e irraggiungibile per dei ragazzi di quella età. Per logica pensiamo che ci sia uno scuolabus, invece no per recarsi a scuola devono usare i mezzi pubblici e questo oltre che poco facile per un ragazzino di 6-7 anni è anche decisamente poco consigliabile.Fino a gennaio c’era l’accompagnatrice del comune che faceva il tragitto con loro sui mezzi pubblici ed il problema sembrava risolto.Il comune, però, non le ha pagato lo stipendio per tre mesi e la ragazza con tutte le sue buone ragioni li ha salutati tutti. Arrivederci e Grazie!Dal 1° Febbraio una delle mamme si è offerta di accompagnare cinque ragazzi giacché le altre sono impossibilitate per motivi lavorativi e/o familiari, ora mi chiedo e se la signora per qualche motivo non potesse farlo più?E’ possibile che in un paese civile si debbano sentire storie di disservizi simili?L’istruzione è un diritto di tutti e lo Stato ha il dovere di garantirlo!Il mio paese ha lo stesso rischio per la scuola materna, tra un po’ anche da noi “speriamo che ce la cavo”.Poi non lamentiamoci della lingua italiana malata e dei congiuntivi defunti!
Io speriamo che me la cavo
“ Io speriamo che me la cavo”, oltre che il titolo del libro raccolta temi dei bimbi di Arzano è anche ciò che sicuramente pensano ogni mattina i ragazzi delle elementari di Celle un piccolo comune pugliese. Questi ragazzi si alzano puntuali come tutti gli altri bambini, fanno colazione, preparano la cartella e poi cominciano a sfogliare la margherita “ scuola-non scuola-scuola...” o parafrasando Shakespeare “ scuola o non scuola questo è il problema” e non perché animati da scarso interesse allo studio vorrebbero rimanere a casa, ma perché andare a scuola per loro è una vittoria da conquistare ogni mattina. Celle non ha più la Scuola elementare, la diminuzione costante delle nascite ha fatto sì che non si raggiungesse il numero minimo di ragazzi per formare la classe e sono stati inglobati nella scuola del paese vicino.Vicino e irraggiungibile per dei ragazzi di quella età. Per logica pensiamo che ci sia uno scuolabus, invece no per recarsi a scuola devono usare i mezzi pubblici e questo oltre che poco facile per un ragazzino di 6-7 anni è anche decisamente poco consigliabile.Fino a gennaio c’era l’accompagnatrice del comune che faceva il tragitto con loro sui mezzi pubblici ed il problema sembrava risolto.Il comune, però, non le ha pagato lo stipendio per tre mesi e la ragazza con tutte le sue buone ragioni li ha salutati tutti. Arrivederci e Grazie!Dal 1° Febbraio una delle mamme si è offerta di accompagnare cinque ragazzi giacché le altre sono impossibilitate per motivi lavorativi e/o familiari, ora mi chiedo e se la signora per qualche motivo non potesse farlo più?E’ possibile che in un paese civile si debbano sentire storie di disservizi simili?L’istruzione è un diritto di tutti e lo Stato ha il dovere di garantirlo!Il mio paese ha lo stesso rischio per la scuola materna, tra un po’ anche da noi “speriamo che ce la cavo”.Poi non lamentiamoci della lingua italiana malata e dei congiuntivi defunti!