Sogno e realtà

Il caffé è sempre un piacere in compagnia


Luciano De Crescenzo mi è stato antipatico per molto tempo, mi sembrava un po’ “maiale” ogni volta che lo vedevo in tv, cambiavo canale. Insomma avevo una specie di allergia, verso quest’uomo che non conoscevo. A dicembre 2007 sono stata folgorata come San Paolo sulla via di Damasco.Una congiura delle coincidenze: mia sorella mi porta una copia sgualcita di “Così parò Bellavista” esortandomi a leggerlo prima di dire che non mi piace. Poiché sono convinta che non si giudica mai e tanto meno senza conoscere il giudicato mi convinco, lo accetto e lo metto sul comodino, ma rimane due giorni come una reliquia immobile. In questo lasso di tempo senza saperlo riporto in una mail ad un amico virtuale un aforisma citato nello stesso libro dicendo di non sapere chi avesse detto quella frase. Lui divertito mi chiama e mi dice: “come non sai chi l’ha detto?” ed io :”no, mi devo vergognare per questo?” Insomma mi dice da dove è tratta, io ero sul letto, mi giro e i miei occhi cascano sulla “reliquia”. Intanto all’altro capo del telefono il mio amico tesse le lodi di quest’ingegnere che molla la vita di routine col posto fisso all’IBM per fare lo scrittore-filosofo gratificando le sue aspirazioni e nascendo a nuova vita. Chiusa la conversazione cominciai a leggere, erano le 23.30. La mattina seguente avevo dormito pochissimo e divorato il libro, che riportava con uno stile inusuale tutti i miei valori e il mio amore per il sud.Il mondo dell’amore contrapposto a quello della libertà.La poesia contro il pragmatismo.Le risorse umane contro il profitto.Da allora ho letto “ Croce e delizia”, “Sembra ieri”, “Il tempo e la felicità”, “Nessuno” ed ora ho letto l’ultima raccolta di saggezze “ Il caffé sospeso”.Il brillante tocco dell’autore ci guida nella filosofia attraverso aneddoti di vita quotidiana, uno spaccato della vita in Italia sotto la lente dell’ironia.Con il suo stile semplice ed accattivante fa rivivere le tradizioni napoletane che hanno caratterizzato in positivo il nostro popolo ma che con il tempo sono dimenticate. “Il caffè sospeso” che così racconta:"Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé e uno per il cliente che viene dopo. È come offrire un caffè al resto del mondo..." Il caffè sospeso è un'usanza partenopea, ma anche una filosofia di vita, Sarebbe bello farla rivivere.Questo libro raccoglie il meglio dei suoi articoli usciti su quotidiani e riviste dal 1977 al 2007 e mai pubblicati in libreria.E così, un piccolo sorso dopo l'altro, ci si trova immersi come per magia nell'atmosfera dell'Atene dei grandi filosofi a parlare di Epicuro e computer, Platone e Internet, Pitagora e il burocratese, mentre Socrate discute con Fedone di fast food e viene sbeffeggiato da un ragazzotto poco riguardoso.Le scarpe spaiate, le disgrazie, l'ozio, il dubbio, la "immonditia", il grande fratello, la libridine, Aristippe e internet, il computerese che va a letto col PC, Dante e Pippo Baudo, i calendari da Gregorio XIII a Sabrina Ferilli, la nascita dell'uomo con la pizza, il terrorista con la smorfia, l'incomunicabilità dei maccheroni, i sogni a prezzi stracciati, sono solo alcuni dei temi di cui Luciano si occupa con leggerezza ed eleganza.La vita è più godibile e il mondo più vivibile e gioioso assaporando i valori della saggezza a piccoli sorsi come un buon caffé: amaro, nero e ristretto.Questo è per il prossimo visitatore in rappresentanza del mondo intero