Sogno e realtà

Le ali della rimembranza


Kora metteva ordine tra le sue cose, una folata di vento scosse quei fogli lasciando scivolare un pezzo di vita.  Era una foto in bianconero ingiallita dal tempo, la guardava con gli occhi della memoria e cominciarono  a scorrere i ricordi del tempo dolce dell’infanzia.Ricordi accantonati e ingialliti come quella immagine, uscita prepotentemente dal luogo buio e polveroso dov’era riposta.E guardava quei visi che prendevano le espressioni di allora, la prima elementare del 1972. La compagna di banco e amica di adolescenza con il suo sorriso contagioso, tanto positiva da bambina che ha conservato quel sorriso ancora oggi nonostante le avversità che la vita le ha posto. Sorriso trasmesso a sua figlia sorridente al pari di lei, dolcissima.La compagna di un solo anno, che non riusciva a rimanere mai nella stessa classe perché la famiglia si trasferiva da una parte all’altra della provincia, con la sua voglia di stabilirsi e fare delle amicizie che durassero nel tempo. E via via tutte le tredici compagne, con un ricordo vivissimo di ognuna.Poi la maestra così buona, incarnazione della maestrina dalla penna rossa di De Amicis, che le insegnava con la sua lieve e dolce voce ad essere disponibile verso gli altri, diceva di ragionare col cuore per essere una persona speciale e giusta anche in questo mondo a volte ingiusto.Che dolcezza quel suo sguardo amorevole, sotto quegli occhiali così grandi per quel viso sottile e tenero, con le lentiggini che la facevano sembrare più vicina al mondo fanciullesco. E i pomeriggi nella sua villa fuori dal paese, tra i grilli, la giostrina e la fontana con le ninfee...E lo sguardo si posò sul suo volto, i suoi codini alti con gli elastici che facevano tanto male, e quegli occhi vispi, quel sorriso che la vita ha cercato di spegnere ma che ritorna preponderante come il ricordo di lei bambina che corre e fugge via.E poi rieccolo come un’onda va e viene.Riesce a farsi strada anche tra le lacrime.Speranza...Sogno...CuoreE di nuovo quel sorriso, testimone di uno splendido passato.Quel viso di bambina sembrava dire :” non farmi morire, portami sempre con te. Non uccidere quella bambina dai neri capelli, dal grembiulino a quadrettini col fioccone azzurro, così simpatica e vitale è ancora in te. Non sacrificare la gioia del sogno. E’ facile chiudi gli occhi... e guarda col cuore...”Lei chiuse gli occhi e vide la sua mamma che la teneva per mano cantandole quella nenia natalizia che le piaceva tanto, e vide il suo papà che tornava dai campi e le portava il primo frutto raccolto, mentre lei lo ripagava col più bello dei sorrisi di cui fosse capace. E si accucciò sulle ginocchia della mamma che le accarezzava il viso e le diceva di esprimere un desiderio e stringere gli occhi contando fino a tre e se avesse avuto un bacio quel desiderio si sarebbe avverato, ed al tre il bacio più tenero di quella dolce mammina che le insegnava la cosa che avrebbe sempre accompagnato la sua vita:La Speranza.
Voglio volare in alto