Sogno e realtà

Argentei riflessi


Era ancora una notte senza fine, una notte silenziosa di quelle in cui l’unica compagna restava la luce della luna e quella nostalgia improvvisa di una presenza che avrebbe dato un senso diverso alla vita. Mirava la luna attorniata dai punti luminosi e si chiedeva se tra le sue braccia ci fosse stato quel bimbo mai nato cosa gli avrebbe raccontato, ed iniziava a canticchiare una nenia antica che narrava di una fata rapita dalla luce della luna che con la sua bacchetta magica eliminava gli orchi cattivi, gli diceva che il lupo non era cattivo il suo ululato era solo la ninna nanna per i suoi piccoli, e che un giorno avrebbero comprato il pallone più grande e appesi al suo filo avrebbero tentato di raggiungerla.E baciandogli il viso gli prometteva che nulla gli avrebbe fatto male e cominciò a raccontargli una storia...“Amore sai c’era una volta... o forse erano due.. o purtroppo molte di più, un castello incantato dove viveva una bambina buona, ma così buona che anche se le dicevano che nel mondo c’erano gli orchi lei non ci credeva e viveva tanto felice perché aveva fiducia negli altri. Un giorno si innamorò di un uomo molto bello, aveva i capelli d’oro e gli occhi smeraldo, pensava sempre a lui e viveva solo per renderlo felice. Per lei era la persona più importante della terra, ogni volta che lui la guardava le batteva forte il cuore, e quando le prendeva la mano si immaginava in una bella casetta, intorno al camino con la testa appoggiata sul suo petto e con un bel bimbo come te che si era addormentato tra le sue braccia e coi suoi bacini. Quando gli raccontava questi sogni, lui le sorrideva e lei pensava che fosse felice. Lei era talmente buona che tutti le volevano bene e le dicevano che lui era un orco cattivo e non la meritava, invece lei diceva che era lei a non meritare un uomo bello e allegro come lui e non accettava i consigli di chi le voleva bene. Dopo un po’ di anni avvenne il miracolo, si accorse che quella scena tanto immaginata del suo bimbo tra le braccia stava per diventare vera, e ripensava ai sorrisi del suo uomo e a quanto sarebbero stati felici insieme. Si sentiva la persona più felice della terra. Era come se fosse invincibile, immaginava che un esercito intero sarebbe stato sconfitto senza armi, ma solo con la sua felicità. Invece avvenne che quello che era per lei il principe azzurro si tolse la maschera e uscì l’orco cattivo, le avrebbe portato via il suo bambino e lo avrebbe ucciso. Lei era accecata dall’amore e continuava a non credere che potesse succedere davvero, purtroppo si sbagliava. L’orco fece davvero come aveva detto,  e glielo portò via prima che nascesse, facendole tanto male. Ma le ferite erano niente, rispetto alla sofferenza di non poter vedere gli occhi del suo angioletto, di non potergli raccontare le favole, di non potergli cantare una storia come io sto facendo con te. Piangeva e non sentiva neppure il calore delle sue lacrime, allora il cielo si commosse per la sua tristezza le rubò le lacrime e le portò nel cielo, ricamando il viso di un angelo. Quell’angelo le disse: "Sono io mi vedi? Sono ancora qui e ti aspetto tutte le notti in cui la luna brillerà come l’argento e un raggio arriverà sul tuo viso, non disperarti gli orchi esistono ma non saranno loro a vincere." Di colpo si sentì piena di nuovo vigore e quando sentiva la nostalgia, la luna le gettava un filo di luce e lei diventava una fata, si aggrappava alla luce e riabbracciava il suo angioletto...”E carezzandogli il viso e baciandogli gli occhietti gli disse : "aspettami amore ci sarà una volta o forse due anzi molte di più in cui la luce mi porterà da te!"Gli orchi ci sono,ma le fate vinceranno sempre!